Doc , mi sento malata!

Salve a tutti, scrivo perché' purtroppo dopo 3 anni di pace e normalita' il d o c si e' ripresentato cosi' dall oggi al domani...senza motivo! La prima volta arrivo' dp la laurea, precisamente le ossessioni e i tormenti erano legati al fatto se volessi o meno il mio fidanzato, se mi piacesse ancora.... E ogni volta capivo ke lo amavo molto, quando le compulsioni e le ossessioni non erano con me era tutto normale! Ero felice... E l amore x lui e' sempre stato grande.......poi ho fatto una seduta dalla psicologa e ne sono uscita forse con tanta forza di volonta' da questi pensieri intrusi... Poi un anno dp mi ero fissata che lui mi avesse tradito, e qualche dubbio potevo anche averlo,e qui mi ha aiutato mio padre mi ha parlato e mi ha dato la forza di uscirne! Ed ora dp un po' di stress, nel periodo bello della mia vita in cui ho preso casa e stiamo pensando al matrimonio, l ossessione e' tornata, mi chiede lo ami ancora? C e monotonia?... E dp 6 giorni l ho scacciato e sono stata serena 1 settimana, dove l amore per lui era fortissimo, poi e' ripiombato il DOC, sono domani 7 giorni, non e' tanto l ossessione o la compulsione ma un ansia in petto triste, tristezza forte, di non farcela sta volta, di essere malata e basta, di voler mollare... Ma quando penso a lui nn voglio mollare, perche' quando il DOC non c e io lo amo da morire! Ho vergogna a parlarne con chiunque e vorrei parlar con lui dirgli che sono malata! .......
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2009 al 2019
Psicologo, Psicoterapeuta
Salve. Dalla descrizione che fa della sua problematica non sembra trattarsi di disturbo ossessivo compulsivo. Sembra invece che le sue insicurezze si traducano, nei momenti di stress, in sintomi d'ansia e quindi in pensieri caratterizzati da una quota di ossessività. Sembra che i dubbi relativi alla sua relazione di coppia siano centrali nei vari momenti in cui tale problema si è manifestato. Inizialmente si domandava se voleva continuare la relazione con lui, oggi, a distanza di anni si domanda se vuole realmente sposarlo. Ogni volta si sono presentati questi dubbi la sua strategia è stata tentare di "scacciare" via questi pensieri, cioè negarli, rimuoverli. Come ultima difesa rispetto questi contenuti "ansiogeni" ha in fine sviluppato la convinzione di essere malata. Convinzione o inconscia speranza? In quest'ultimo caso infatti lei sarebbe nuovamente dispensata, questa volta per cause di forza maggiore, dall'affrontare le questioni importanti della sua vita. Credo che la strategia giusta quando si hanno tali dubbi non sia l'agire ma fermarsi un attimo e prendersi del tempo per comprendere. Questo può farlo attraverso un lavoro di analisi con un terapeuta, e generalmente non sono sufficienti un paio di colloqui. Cordialmente.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>..poi ho fatto una seduta dalla psicologa e ne sono uscita forse con tanta forza di volontà da questi pensieri intrusi..<<
con una seduta non può sperare di risolvere un disturbo psichiatrico. Quella che lei definisce "forza di volontà" è probabilmente una forma di controllo, tipica delle persone che trovano difficoltà nella gestione dell'ansia.
La Collega le ha proposto un trattamento?

Se la diagnosi che la Collega ha fatto è di un disturbo ossessivo-compulsivo, bisognerebbe fare un trattamento psicoterapico, altrimenti continuerà a chiedersi il motivo di certi pensieri e difficilmente riuscirà a trovare delle risposte.

>>Ho vergogna a parlarne con chiunque e vorrei parlar con lui dirgli che sono malata!<<
è stata fatta una diagnosi oppure si è semplicemente documentata on-line?







Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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Dr. Nunzia Spiezio Psicologo 531 20 3
Cara ragazza,
anch'io come il colleghi mi sento di consigliarele, e abbastanza tempestivamente, un percorso psicoterapico.
Il collega Giannini le consigliava un periodi di attendismo e mi trova d'accordo. Sembra che lei si faccia prevalentemente condurre dalla vita piuttosto che il contrario. Decidere di non decidere è di solito una scelta che si fa con coscienza e non un modus operandi talmente strutturato dentro di noi che neanche ci accorgiamo di esperirlo. Credo che la necessità di analizzare, insieme ad un collega, suoi desideri, emozioni, motivazioni, nonchè i pensieri intrusivi e tutto ciò che appare uno sfiancamento psichico sia quanto mai importante dato che questo suo stato sembra le stia inficiando, e non di poco, una buona qualità dell'esistenza.

Dr.ssa Nunzia Spiezio
Psicologa
Avellino