Vuoto mentale, assenza di pensiero

Gentili medici,
vorrei chiedere un parere su una situazione assillante che si protrae da tempo indefinito e che si sta lentamente trasformando in ossessione.
Dopo un'infanzia contraddistinta da estrema insicurezza, ansia e umore malinconico costante, ho attraversato un periodo depressivo a diciotto anni, con attacchi di panico. In quel frangente mi sono rivolta a vari specialisti, affrontando il problema con una terapia farmacologica prescritta da uno psichiatra.
L'anno scorso, sempre seguendo il consiglio del medico, ho smesso la terapia.
Da allora, per integrare, ho consultato uno psicologo con cui sono stata in cura fino a pochi mesi fa, ma con scarsi risultati.
Adesso riscontro questo problema: durante la giornata scopro di non pensare a niente, di avere un vuoto mentale pressocché costante. Pianifico con difficoltà la giornata, perdendomi in pensieri di fuga o in considerazioni banali. Non riesco più a maturare un pensiero critico e parlo senza ragionare. A volte mi ritrovo a colmare questi "vuoti" cantando delle canzone in mente.
L'interesse per le passioni e per la vita in generale è quasi nullo. Ugualmente è appiattita la mia forza creativa.
Le interazioni sociali si fanno sempre più difficili a causa della mia mancanza di
comunicazione di un qualsiasi pensiero, commento, considerazione.
Aggiungo inoltre che qualsiasi libro o film non riesce a lasciarmi praticamente nulla: non riesco a dire niente di diverso da "mi è piaciuto" oppure "non mi è piaciuto", senza riuscire ad argomentare ed avendo la sensazione che la visione di un film o una lettura mi abbiamo lasciata più vuota di prima, invece di arricchirmi.
Sono restia a tornare dal terapeuta, quindi vorrei chiedervi:

- Questa situazione è passeggera? È affrontabile in qualche maniera?
- È sempre dovuta all'ansia/depressione?

Vi ringrazio in anticipo per le vostre risposte.
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Esattamente la diagnosi qual è?
Lei dice3 di essersi rivolta ad uno psicologo ma con scarsi risultati: ha fatto una psicoterapia o un altro tipo di lavoro psioclogico? Di che tipo?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile utente, ci dia qualche notizia di lei, lavora ? con chi vive, ha amici, una vita affettiva, sociale.. questo appiattimento , questo velo grigio sulla sua vita, sembra coprire altro, paura, insoddisfazione, scarsa autostima..
Ci parlli di lei , della ragazza che è stata, quella che vorrebbe diventare, lei si svaluta, ma poi scrive con sensibilità e lucidita'..
Restiamo in ascolto..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

[#3]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Gentile Dottoressa Pileci,
sinceramente non saprei dirle che tipo di terapia ho fatto. La terapeuta a cui mi rivolsi è una Psicologa, ma a parte farmi parlare di come mi sentivo e dirmi che non dovevo chiudermi in schemi mentali, etichettando il mio malessere come depressione, non mi ha mai spiegato che tipo di terapia stessimo intraprendendo. Probabilmente suona inverosimile, ma è la realtà.
Durante la terapia parlavo del rapporto coi miei genitori, dei miei sentimenti di scarsa autostima, della voglia di fuga, di cosa mi era capitato durante la settimana. Non so in che tipo di terapia inquadrare questo approccio.
La diagnosi che mi hanno sempre dato è stata depressione e disturbo d'ansia.
[#4]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Gentile Dottoressa Fregonese,
sono una ragazza di 25 anni. Abito con i miei genitori e ho pochi amici, ma sono fidanzata. Attualmente sono disoccupata, ma in passato ho avuto modo di lavorare anche se per breve tempo. I lavori che ho svolto mi piacevano, ma all'improvviso decidevo di abbandonarli, nonostante mi dessero una certa soddisfazione.
Ho cominciato la carriera universitaria per interromperla circa un anno e mezzo fa, poiché non riuscivo a concentrarmi. Adesso sto cercando di riprenderla.
Da bambina ero molto insicura, avevo difficoltà a relazionarmi con gli altri e mi rifugiavo nei libri per non sentirmi sola. I libri, appunto, sono sempre stati la mia passione: riuscivo ad estrapolarne i contenuti e a farli miei, cosa che adesso non accade più. Ora leggo passivamente e dimentico in fretta le informazioni acquisite. Avevo un lessico forbito e tutti mi elogiavano per questo.
Non ho mai studiato né frequentato la scuola con gioia. Durante l'adolescenza mi sentivo sempre inadeguata e con l'umore a terra, complici alcuni inestetismi fisici. Dopo un lutto, capitato quando avevo 15 anni, il mio umore è cambiato totalmente: ho cominciato ad interessarmi a tutti gli aspetti della vita, coltivavo le mie passioni e studiavo con profitto e con gioia. Circa un anno e mezzo dopo questo evento è tornato tutto "alla normalità" fino ad inasprirsi, con gli attacchi di panico e l'ansia sociale, che mi hanno fatto perdere un anno di liceo.
All'epoca avevo le idee ben chiare su cosa avrei voluto fare: studiare e diventare una scienziata. Adesso il mio unico desiderio è scappare.
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Dr. Nunzia Spiezio Psicologo 531 20 3
"Adesso il mio unico desiderio è scappare"
Cara ragazza,
Scappare. Prima di farlo bisognerebbe perlomeno capire da che cosa vuole scappare. Parla di una sorta di involuzione che sente sulla sua pelle e che le sta troppo stretta. Chi o cosa le tarpa le ali? nella terapia con la collega è venuto fuori?
Probabilmente una bella sferzata di cambiamento nella sua vita, magari per lavoro in un altra città, potrebbe costituire quella botta di vitalità che pian piano sente scivolare via dalle mani.
Sarei curiosa di sapere come va col fidanzato.

Dr.ssa Nunzia Spiezio
Psicologa
Avellino

[#6]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Gentile Dottoressa Spiezio,
vorrei scappare da me. Andare via per cominciare una nuova vita, per ritornare ad essere una Persona. Ma mi è già capitato: dopo tanta fatica ho trovato lavoro all'estero ma ci sono rimasta per brevissimo tempo, perché mi dicevo che stavo fallendo anche lì. Dalla terapia è emerso che ho paura del fallimento e che mi giudico con troppa severità.
Ho la sensazione che non ci sia una situazione o una persona in particolare a tarparmi le ali ho piuttosto la sensazione di avere un macigno sul cuore e che quel macigno è costituito da me stessa.
Col mio fidanzato ho alti e bassi, si adopera per svicolarmi da meccanismi automatici che si innesca quando penso e quando parlo (sto sempre sulla difensiva, mi sento insicura e prendo qualsiasi cosa mi si dica come un'offesa) ma proprio per questo ci litigo spesso.
[#7]
Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
A quanto detto dalla Collega , aggiungo.. sia più buona con sè stessa, non così esigente, tutti abbiamo momenti no, scoraggiamenti, tutti a tratti pensiamo che potremmo far meglio e di più, peccato aver perso la possibilita' di andare e stare all'estero, si dia un progetto bello , soddisfacente, ma possibile , e provi a fare meglio che può, ma anche a giudicarsi relativizzando i problemi i successi e gli insuccessi, che possono capitare.. abbia cura di sè, del suo corpo e del suo cuore..faccia anche cose piccole, che la rendono un pò contenta, bisogna anche imparare a illuminarsela la vita..
Restiamo in ascolto..
[#8]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Gentile Dottoressa Fregonese,
come faccio a darmi bei progetti, a fare cose che mi possano rendere contenta se non nutro più interesse in niente? Se coltivare le passioni, sorridere e infine, vivere, è diventato insensato? Cerco di impegnarmi, di studiare e di prendermi cura dei miei interessi, ma a fine giornata mi sento comunque vuota.
Come dovrei comportarmi in relazione al vuoto mentale? Dovrei passarci sopra? Ma se non penso più, che cosa sono? Non mi sento più una persona, ma un essere sterile. Tutti i sentimenti li vivo a fior di pelle, mai in profondità. L'unica sensazione che mi scuote è il malessere. Che cosa dovrei fare?
[#9]
Dr. Nunzia Spiezio Psicologo 531 20 3
Cara ragazza,
per essere una che non pensa mi sembra abbastanza produttiva.
"Che cosa dovrei fare? "
potrebbe incominciare a non aver paura di quello che lei chiama "vuoto mentale" A farselo amico. in fondo perchè rifuggirne se farlo le comporta dolore?
"Ma se non penso più, che cosa sono? Non mi sento più una persona, ma un essere sterile"
Chi le ha detto che il pensiero sia qualcosa di sempre e soltanto fondante?
[#10]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Gentile Dottoressa Spiezio,
ho sempre pensato che a fare la differenza tra un qualcosa di inanimato e l'uomo fosse, a parte altri particolari, il pensiero.
Vorrei spiegarmi meglio: mi rendo conto che non accetto la situazione, che rifuggo il vuoto trasformandolo in assillo. Ma se non penso come posso affrontare la vita? Come posso parlare con qualcuno e dare il mio apporto ad una conversazione? Come posso sottrarmi alla noia e a rendere ricche e stimolanti le giornate? Non ho una risposta per questo. Leggendomi forse non crederete che non sia capace di sostenere una conversazione, ma mentre scrivo ho il tempo di elaborare un certo pensiero. Ho la sensazione che le frequenti pause che prendo durante un discorso, i termini che mi sfuggono e i pensieri banali o non conformi alle mie idee, scaturiscano tutti da un'ansia sociale, dalla paura di rapportarmi con gli altri. Ma non so come affrontare la situazione praticamente.
Come si può diventare amici del vuoto?
Scusate se vi pongo tutte queste domande.
[#11]
Dr. Nunzia Spiezio Psicologo 531 20 3
Cara ragazza,
"mi rendo conto che non accetto la situazione, che rifuggo il vuoto trasformandolo in assillo"
".... i termini che mi sfuggono e i pensieri banali o non conformi alle mie idee, scaturiscano tutti da un'ansia sociale, dalla paura di rapportarmi con gli altri. Ma non so come affrontare la situazione praticamente"
credo che lei non ci abbia ancora spiegato come è finita la psicoterapia alla quale di era sottoposta. Perchè l'ha sospesa e, soprattutto quanto è durata?
[#12]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Gentile Dottoressa Spiezio,
la terapia è durata un anno e l'ho sospesa perché parlavamo sempre delle stesse cose e avevo la sensazione che non si arrivasse a nulla.
[#13]
Dr. Nunzia Spiezio Psicologo 531 20 3
Cara ragazza,
le devo dire che invece mi sembra ravvisare la necessità che lei si rivolga ad un collega psicoterapeuta dal vivo, a mio avviso, meglio se cognitivo comportamentale.
" Ho la sensazione che le frequenti pause che prendo durante un discorso, i termini che mi sfuggono e i pensieri banali o non conformi alle mie idee, scaturiscano tutti da un'ansia sociale, dalla paura di rapportarmi con gli altri"

Intanto la invito a leggere questo articolo della collega Pileci
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html
e del collega Girone.

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/977-quando-gli-altri-diventano-un-problema-capire-e-vincere-la-fobia-sociale.html
Poi, se lo ritiene, se ne può riparlare.
Saluti
[#14]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Gentile Dottoressa Spiezio,
la ringrazio per la sua disponibilità.
Anzi, ringrazio tutte le sue colleghe intervenute finora.
Leggerò i due articoli.

Saluti
[#15]
Dr. Nunzia Spiezio Psicologo 531 20 3
Liete di averla aiutata.
Tanti auguri