Ho paura di fare cilecca di nuovo

Dopo molti anni di matrimonio mi sono separato circa tre anni fa. Ho poi avuto una relazione, durata sei mesi, all'inizio della quale pur essendo molto preso, nel momento di arrivare al dunque una volta nudi, avevo un calo nell'erezione. Questa donna ha saputo aspettarmi e dopo 3-4 volte tutto è andato liscio (forse l'averlo fatto con mia moglie per molti anni mi aveva creato imbarazzo a un nuovo corpo).
Ora qual è il problema. Ho frequentato alcune donne anche se non ho preso iniziativa perché voglio essere selettivo dopo questa relazione finita e ho bisogno di darmi tempo, ma la questione è anche che a volte ho paura che il mio "problemino erettivo" si ripeta e che un'altra donna potrebbe riderne e/o non aspettarmi. Vorrei che mi poteste dare qualche consiglio per affrontare serenamente questa eventualità che mi è appunto già capitata. Ho paura che nel caso in cui un'altra donna non mi aspettasse come quella precedente, io potrei buttarmi parecchio giu. Ho 45 anni e incontrando donne a questa età devo per lo meno aspettarmi che sappiano che a un uomo può accadere la prima o le prime volte oppure la donna con cui stavo e che ha saputo "aspettarmi" è stato un caso fortunato? Tra l'altro ho un livello di testosterone piuttosto alto dagli ultimi esami fatti, e infatti quando poi mi sblocco l'attività sessuale con una donna va molto bene, però all'inizio ... Vi ringrazio
[#1]
Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
<<incontrando donne a questa età devo per lo meno aspettarmi che sappiano che a un uomo può accadere la prima o le prime volte oppure la donna con cui stavo e che ha saputo "aspettarmi" è stato un caso fortunato?>>


Gentile Signore,
il fatto che un evento sia possibile, come ben sa, non significa che certamente accadrà, ma tutti questi timori e queste paure rischiano di farla arrivare "al dunque" talmente carico di ansia da causare esattamente ciò che vorrebbe evitare:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1852-ansia-da-prestazione-e-spectatoring.html

D'altro canto, mi vien da domandarle: se una donna in una tale situazione si mostrasse poco comprensiva (spazientita, giudicante...), Lei sarebbe disposto a proseguire la relazione o la metterebbe in discussione?

Cordialità.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

[#2]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile utente,

il suo vissuto ci conferma proprio un'esperienza di "ansia da prestazione", legata in particolar modo alla prima esperienza con una nuova partner.

Esclusa la causa organica (ha parlato di indagini mediche..), ovviamente!

Si tratta di una condizione mentale e psicologica di tensione, agitazione e “blocco”, che scaturisce a causa di incertezza, insicurezza e preoccupazione nei confronti del rapporto sessuale con la partner.
Le sue cause possono essere varie e, se di alcune possiamo esserne pienamente consapevoli, di altre ne siamo, spesso, del tutto inconsapevoli.

Solitamente persiste il timore di deludere sessualmente le donne (di non essere sessualmente abbastanza bravi o desiderabili); Il timore di essere sessualmente inferiore nelle discussioni e nei confronti sociali fra coetanei, amici o colleghi; convinzioni errate sul sesso e sulle esigenze sessuali femminili; bassa autostima sessuale e mancanza di fiducia in sé stessi; paure legate alle dimensioni del pene (nel caso di chi si ritiene poco dotato); auto-monitorizzazione del pene e dell’erezione durante il rapporto sessuale; convinzioni auto-limitanti e auto-sabotaggi inconsci...

Di fronte a questi principali disagi molti uomini tendono a preoccuparsi, eccessivamente, e a temere di avere problemi organici alla sfera genitale, oppure a deprimersi facilmente pensando che sia una cosa grave, rara e poco virile.
Un pensiero che non fa altro che alimentare la preoccupazione (in modo irrazionale) e quindi, senza rendersene pienamente conto, finiscono per aumentare ulteriormente anche il loro stato ansiogeno peggiorando l'auto controllo...

Molti cercano, cosi, nei rimedi farmacologici (o a volte in quelli naturali o in preparazioni erboristiche) una speranza, per sentirsi più sicuri, ma non è così... perché i farmaci per la disfunzione erettile, oltre a procurare dipendenza, non provocano un’erezione automatica, perché per provocarla occorre, in ogni caso, una pura e sana eccitazione mentale senza blocchi psicologici.

Pertanto, se vi è insicurezza verso l’esito del rapporto sessuale, allora probabilmente si presenteranno problemi erettivi, anche se si assumono farmaci, poiché l’ansia da prestazione non è stata eliminata alla radice.

Cosa fare?
Potrebbero essere, particolarmente, utili tecniche di rilassamento come il Training autogeno (con uno psicoterapeuta) ed un confronto con lo psicoterapeuta, che permetta di individuare la causa del disagio ed elaborarne i vissuti, per una ristrutturazione mentale del proprio spazio vitale.

Questo le permetterà di confrontarsi anche con questa idea: non è reale che molte donne siano solo capaci di deridere situazioni di défaillance, ma disposte a comprendere e ad ascoltare i bisogni del loro compagno.

Rimaniamo in ascolto, sperando in una riflessione costruttiva!


Un caro saluto.