Ansia, panico, umore altalenante

Buonasera,
sono una ragazza di 24 anni studentessa che odia ciò che studia e non la soddisfa per nulla. Premetto che soffro di ansia già da tempo, il primo sintomo significativo fu la disfagia e mi è durante per circa un anno e mezzo durante il quale ho iniziato a fare psicoterapia ed a prendere l'alprazolam. Passato il sintomo (lo attribuivo all'odio dei miei verso il mio ex) mi è scomparso e la mia vita è tornata alla normalità. Dopo circa due mesi ho conosciuto un ragazzo di cui mi sono innamorata ed abbiamo vissuto dei mesi d'amore intensi e passionali con progetti di vita ed esperienze insieme. Gli unici episodi di ansia sono stati una settimana di dispnea ed un'altra di vertigini a distanza ragguardevole l'una dall'altra.
Dopo un periodo un po' travagliato tra la morte di mia nonna ed un esame già rimandato ed andato male siamo partiti per un viaggio ma non appena giunta in aeroporto si è ripresentata la disfagia che mi ha accompagnata per tutto il viaggio con mio grande sconforto perché desideravo che tutto andasse bene e con sforzo per nasconderlo. Di ritorno ho iniziato ad avere mille dubbi sul perché si fosse ripresentato ed ho iniziato a chiedermi se ci fosse qualcosa di sbagliato in noi due. Ho iniziato ad avere attacchi di panico specialmente davanti al piatto a tavola, o in macchina, tachicardia, senso di oppressione sul petto, pianti disperati con pensieri di sconforto e buio totale. Inoltre ho iniziato ad avere pensieri ossessivi negativi sul mio amore per lui, sul voler costruire una vita insieme e sul fare viaggi (il pensiero a volte mi spaventa) ed al pensiero di lasciarlo mi sento ancora peggio con tachicardia a mille. A volte sono lucida e so di amarlo e di voler stare con lui poi iniziano i dubbi: e se quello che dici sia solo una scusa per non voler guardare in faccia la realtà? So solo che sto demonizzando e rovinando la più bella cosa che mi sia capitata.
Grazie mille dell'attenzione.
[#1]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Da quanto leggo, sembra che la sua ansia sia degenerata.
Come l'ha curata?
Chi le ha fatto questa diagnosi?
Un medico, uno psicologo?

Le problematiche di ansia, panico e difficoltà nel deglutire come le ha risolte?

Le problematiche di adesso sono strettamente corredate alle sue diffciolta passate

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara signorina,
Qual'e' la domanda che pone a noi?
Mi faccia capire, la prego..

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#3]
Dr. Nunzia Spiezio Psicologo 531 20 3
Cara ragazza,
i problemi di disfagia sono un disturbo, escluse cause organiche, abbastanza frequente. La loro causa psicogena, in taluni casi, potrebbe essere corrrelata alla paura di crescere, a difficoltà ed impedimenti di vita che sentiamo tanto più grandi di noi e che ci fanno sentire impotenti e spaventati di fronte ad un qualcosa che sentiamo di non poter mutare. Di sicuro nel percorso con con il collega avrà avuto modo di parlare dei suoi stati d'animo, dei suoi timori, delle sue angosce di fronte alle tante difficoltà che la vita le ha posto
e a quanto, in quei momenti, si è sentita sostenuta dalla sua famiglia.
Le consiglio di continuare con la psicoterapia.
Comunque, quando lo desidera, noi ci siamo.
Tanti auguri.

Dr.ssa Nunzia Spiezio
Psicologa
Avellino

[#4]
dopo
Utente
Utente
Gent.me dott.sse,
anzitutto vi ringrazio per aver risposto celermente al mio messaggio.
@Dott.ssa Randone ho curato la disfagia solo ed esclusivamente con psicoterapia ogni 15 giorni ed alprazolam che a mio dire non mi ha mai sortito effetto. La diagnosi è stata fatta col medico curante, in quanto è stato ciò che immediatamente emergeva in superficie ma probabilmente le cause sono più profonde. Le problematiche di ansia panico etc non sono risolte ahimè, ho superato un periodo nero in cui non avevo voglia di far nulla e mi facevo trascinare nel suo vortice, tuttavia sono ancora presenti quotidianamente in forma più "sopportabile".
@Dott.ssa Esposito la mia è puramente e semplicemente una richiesta di un parere di esperti in merito a quelle che possono essere le cause del mio malessere, perché il malessere nei confronti della persona che amo è ciò che mi fa star peggio.
@Dott.ssa Spiezio ho pensato spesso a progetti programmi di vita mia lavorativa e familiare ed ora mi sento in un limbo come se fosse difficile per me immaginare il futuro perché impossibile da sostenere. Continuerò sicuramente con la psicoterapia solo che in questo preciso momento della mia vita non so come affrontare la vita quotidiana di ogni giorno perché mi sveglio con la paura di iniziare un nuovo giorno pesante e senza vie d'uscita.
[#5]
Dr. Nunzia Spiezio Psicologo 531 20 3
Cara ragazza,
probabilmente, se ancora i colloqui hanno cadenza quindicinale, avrebbero necessità di essere intensificati. Le consiglio di parlarne con il collega. L'imparare a "gestire" gli attacchi di panico non è cosa impossibile ma di sicuro non semplice ed immediata così come il timore di perdere la persona amata.
Tutto però deve passare attraverso la fiducia che riuscirà ad accordare al collega che la sta seguendo.
[#6]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Da qui e' difficile dirLe.
Lei vive un malessere suo. Il suo ragazzo sembra fuori.
Lei non vorrebbe danneggiarlo? Cosa le fa provare questa possibilita'?paura? Sensi di colpa? Rimorsi?
Provi a pensarci un attimo
[#7]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Cara ragazza..

La sua è situazione complessa, che merita la dovuta attenzione!


Innanzitutto la sua Psicoterapia dovrebbe permettere di "indagare" i suoi lati più oscuri... andare in profondità, affinché possa analizzare ed elaborare tutto quello che le è mancato e di cui aveva bisogno.


< in questo preciso momento della mia vita non so come affrontare la vita quotidiana di ogni giorno perché mi sveglio con la paura di iniziare un nuovo giorno pesante e senza vie d'uscita...>


Questo è comprensibile, perché non si sente, ancora, "protetta" e rassicurata dalla possibilità di un miglioramento in serenità.


Solleciterei una "ri-contrattazione", ossia una valutazione sia farmacologica che psicoterapica, per comprendere a che punto siamo; da dove ripartire e come!


Spero in una riflessione costruttiva!



Un saluto affettuoso

di cuore.
[#8]
dopo
Utente
Utente
Gent.me dott.sse,
richiederò sicuramente di intensificare le sedute. A volte ho pensato che alla base possa esserci una scarsa autostima in me stessa ed una difficoltà nel trovare la mia strada a causa della insoddisfazione verso quello che studio. E' possibile che ciò possa avere ripercussioni sulla mia relazione che cerco di mantenere perfetta senza macchie? E' come se non mi sentissi sicura di me stessa e di rovinare tutto per colpa di mie mancanze. A volte guardo le foto del suo passato o delle sue fiamme e mi sento triste. Mi viene da pensare che non vorrei mai essere causa di sua sofferenza, ed allo stesso tempo mi sento gelosa del fatto che abbiano potuto anche solo sfiorarlo e che lui abbia potuto provare sensazioni ed emozioni con loro.
Per quanto riguarda l'aspetto farmacologico io ho paura di prendere ansiolitici per l'assuefazione, ma eventualmente cosa consigliereste in casi simili?
[#9]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
< A volte ho pensato che alla base possa esserci una scarsa autostima in me stessa ed una difficoltà nel trovare la mia strada a causa della insoddisfazione verso quello che studio.

E' possibile che ciò possa avere ripercussioni sulla mia relazione che cerco di mantenere perfetta senza macchie..>


Potrebbe essere... comunque, questi dubbi, cosi come la scarsa autostima, vanno elaborati in Psicoterapia.

Darsi il tempo debito per lei, ascoltando suoi bisogni e tutto il mondo emozionale che vi sottende!


Il percorso psicoterapeutico potrebbe essere sufficiente, ma nel momento in cui si dovesse rendere conto che non basta, allora il suo terapeuta saprà indirizzarla.


Si fidi e si affidi!!


Un caro saluto
[#10]
dopo
Utente
Utente
Mi fiderò e mi affiderò.
Solo una cosa mi chiedo...esiste un modo per attenuare i sintomi nel frattempo? Ad esempio tecniche di rilassamento? Io sono un soggetto che rimugina molto purtroppo.
Grazie mille del vostro aiuto.
Cari saluti.
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