Bassa autostima nei rapporti con l'altro sesso.

Ho 34 anni e ritengo la mia vita abbastanza soddisfacente sotto il punto di vista lavorativo e delle amicizie. Valutata relativamente a questi ambiti ritengo di avere un livello di autostima nella norma. Sotto il profilo del rapporto con l'altro sesso vivo una condizione molto difficile, data la mia bassa autostima e timidezza. Se mi autovaluto oggettivamente mi ritengo carino fisicamente, garbato, anche simpatico se trovo le condizioni ideali per lasciarmi andare. Sotto il profilo emotivo, quando devo gestire una situazione in concreto, mi sento bloccato e incapace di qualsiasi azione. L'aspetto emotivo prende il sopravvento e il risultato è un blocco. Prima di potermi "buttare" devo essere sicuro al 100% di essere accettato e questo accade raramente. A volte faccio alcuni tentativi per uscire da questo guscio ma poi torno inesorabilmente al tratto stabile del mio carattere, molto riservato sull'aspetto dei sentimenti. In passato ho avuto delusioni, sono stato lasciato e mi sono ritenuto inadeguato.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> Se mi autovaluto oggettivamente mi ritengo carino fisicamente, garbato, anche simpatico
>>>

Bene, ma se il problema riguarda i rapporti con l'altro sesso, rischia di lasciarsi fuorviare. Perché per un uomo non è così importante essere carino. Ciò che una donna vuole vedere, di solito, in un uomo, è anche un certo carattere, assertività. sicurezza in se stesso. Per l'appunto proprio le qualità che le mancano, a quanto dice...

>>> Prima di potermi "buttare" devo essere sicuro al 100% di essere accettato
>>>

Ecco, questo è esattamente ciò che le sta mantenendo il problema. Riuscirà a essere più sciolto e sicuro di sé, con le donne, quando avrà accettato in anticipo la possibilità di fallire e sarà disposto a fallire. E poi fallirà e accetterà di aver fallito. Solo allora imparerà a farci il callo e a non soffrirne. Finché continuerà a evitare, invece, rimarrà insicuro.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Cosa la spaventa nel rapporto in il femminile?
Paura di non essere accattato?
Di non essere all'altezza?
Di essere abbandonato?

Non credo esistano stategia seduttive applicabili ad ogni relazione, ma, forse, copioni relazionali dosfuznionali che lei tende a ripetere, dandosi la zappa sui piedi.

Queste paure solitamente partono da terre lontane, dai luoghi dell'infanzia....

Che tipo di educazione ha ricevuto?
È stato amato abbastanza ?
È stato abbastanza rinforzato durante la sua crescita psico/fisica?

Abita ancora in famiglia?
Che lavoro fa?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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dopo
Utente
Utente
Mi sento inadeguato perché so che non possiedo le classiche doti del "maschio", quali sicurezza, il carattere, ecc ... Piuttosto so di essere dolce, comprensivo, ecc... Mi accorgo che le donne quand "fiutano" la mia insicurezza e la mia emotività restano deluse e si allontanano. Questo aumenta la mia condizione di insicurezza e mi porta a rinunciare a fare tentativi. Sono stato lasciato da due ragazze sempre con la motivazione che per loro ero come un fratello. Molto spesso arrivo a reprimere i miei bisogni di avere rapporti con l'altro sesso e ciò mi fa soffrire psicologicamente. Da piccolo i miei genitori erano molto protettivi. Ancora oggi sono molto attaccati a me. Vivo solo ma Ceno con loro tutte le sere. Faccio l'impiegato in un ente pubblico, ma a lavoro non ho problemi relazionali. Quando si tratta di stabilire rapporti di amicizia non ho problemi anzi in genere risulto divertente, affidabile, ecc.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
"Questo aumenta la mia condizione di insicurezza e mi porta a rinunciare a fare tentativi."

Credo che, a contrario, dovrebbe partire da qui e cogliere queste esperienze come OPPORTUNITA' per cambiare e crescere.
Nessuno nasce con l'abilità di corteggiare una ragazza, quindi direi che non è proprio il caso di scoraggiarsi, ma -dal momento che Lei dice di saper entrare bene in relazione- colga quelle occasioni per imparare anche a corteggiare, a DIVENTARE più sicuro di se stesso.
Se continuerà ad evitare ciò che Le fa paura, non farà altro che peggiorare la situazione, alimentando le paure e il tempo passerà. Il tempo è una variabile che gioca contro in questo tipo di problematiche, quindi decida di cambiare il Suo atteggiamento e di iniziare a FARE qualcosa che Le permetta di modificare la situazione.

Se da solo non ci riuscisse, non sarebbe male una consulenza psicologica, magari con un terapeuta con formazione in terapie attive e prescrittive come ad es. la cognitivo-comportamentale. Infatti immagino che Lei abbia già pensato tanto al problema, ora è il momento di agire per modificare la situazione.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
Salve, dopo un paio di mesi ho provato a seguire il consiglio di "buttarmi" di più con l'altro sesso. Il risultato è stato l'essere uscito con due ragazze, di cui una non mi piaceva molto e che ho deciso io di non incontrare più. L'altra ragazza invece mi piaceva molto e pensavo/speravo che la frequentazione potesse proseguire ma lei non risponde più ai miei messaggi così ora ho lasciato perdere. Siamo usciti solo una volta e so che a breve il senso di delusione passerà, ma mi resta sempre addosso il senso di inadeguatezza. Già per me non è stato emotivamente semplice ottenere questi appuntamenti, il dover ripartire sempre da zero mi getta in una condizione di instabilità emotiva. Ho bisogno di prendermi cura di qualcuno e di qualcuno che si prenda cura di me. Sopporto sempre meno la solitudine.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> il dover ripartire sempre da zero mi getta in una condizione di instabilità emotiva
>>>

Però è proprio questo di cui ha bisogno: continuare a passarci attraverso finché non ci farà più caso. Allora, e solo allora, avrà la mente e il cuore liberi per *imparare* davvero.

Se lo immagina, lei, un bambino che sta imparando a camminare e che si scoraggiasse dopo soli due passi?

Lei finora ci ha provato solo due volte. Sono troppo poche, occorre fare di più.
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dopo
Utente
Utente
Salve, da un paio di mesi seguo una terapia di tipo analitico, che mi sta senz'altro aiutando. Soprattutto ho capito che devo "relativizzare" i fallimenti con l'altro sesso e non prendere un rifiuto come un giudizio assoluto su me stesso. Il mio problema però è lasciarmi andare, rompere il ghiaccio. Sento una forte sensazione di ansia che mi blocca emotivamente e mi inibisce all'azione quando desidero approcciare una ragazza che mi piace. Se riesco a superare questo momento, a volte capita per fortuna, nella maggior parte dei casi questa sensazione si svuota da sola e acquisto più coraggio. Certo, un rifiuto è sgradevole ma poi si accetta. Credo sia questo il punto più delicato che devo affrontare: avere il coraggio di agire senza pensare alle conseguenze. Ho il terrore di fare il primo passo. Vorrei poter "desensiblizzare" questa paura ed anche poter sperimentare un modello di approccio che non mi faccia sentire "inadeguato" e "scocciatore", ovvero: se tentando un approccio fossi abbastanza certo che la peggiore risposta fosse: "Ok, ci hai provato ma è no" probabilmente non avrei tutto questo blocco. Invece penso a conseguenze tipo: "Cosa stai facendo ? Non vedi che sei ridicolo ?" o "Ma come ti sei permesso ? Maleducato !". La terapia analitica però non mi da indicazione su questo punto, e non sono sicuro di potercela fare da solo. Voglio però liberarmi di questo problema che è debilitante per me.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
La terapia analitica prevede tempi lunghi e non fornisce indicazioni sul fare ..

È un ottimo approccio, ma ci vuole pazienza

Discuta con il suo analista delle sue perplessità
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> La terapia analitica però non mi da indicazione su questo punto
>>>

Infatti le terapie analitiche di solito non sono prodighe di indicazioni pratiche. Questa prerogativa appartiene più agli approcci cosiddetti attivi e focalizzati, dove il terapeuta dà suggerimenti e prescrizioni comportamentali, specifici per il problema.