Delusione d'amore

L'ho conosciuto in un momento di fragilità dopo una storia di 5 anni. Iniziamo a frequentarci: è timido, impacciato, diffidente. Cercavo di rassicurarlo per fargli capire che non volevo ferirlo o illuderlo, ma si demoralizzava con nulla. Aveva un grosso difetto: mentiva in continuazione, forse perchè si sentiva inadeguato. Inventava storie assurde sul suo passato e su cosa faceva. Ho pensato che dimostrandogli che mi piaceva nella sua semplicità avrebbe potuto aprirsi e smetterla di mentire. Così decido di dichiararmi ottenendo un rifiuto, con una motivazione inventata: la sua ragazza era in coma. Nonostante questo, qualche settimana dopo prova a baciarmi, ma sono timida e non riesco a lasciarmi andare. Abbiamo cominciato un tira e molla, durante il quale ho provato a riconquistarlo ma quando lui ci riprovava, istintivamente mi ritiravo e quando io mi dichiaravo lui mi rifiutava: non c'è la scintilla, non sono una ragazza con la quale ci proverebbe, sono un 'errore' del passato. Non posso dare una grande affidabilità alle sue parole visto che i gesti ne dimostrano il contrario, e questo ha alimentato la mia speranza.
Ora il suo atteggiamento è cambiato, le mie attenzioni lo rassicurano e gli danno l'autostima adeguata per sentirsi importante e sicuro mentre prima nonostante fosse un bel ragazzo era molto chiuso nel suo mondo e non dava confidenze. Il mio contributo è stato quello di farlo crescere, renderlo sicuro, carismatico, socialmente attivo, molto meno bugiardo, amante delle attenzioni. Mi sento una stupida per aver "creato un mostro", che mi sta rovinando con gli stessi strumenti che io gli ho fornito.
Seppure mi renda conto che stare vicino a lui sarebbe faticoso e degradate, sto male. Ho fatto tanto per lui, ho cercato di andargli incontro, e spero sempre che le cose si risolvano. A volte i dimostra affetto e quando mi allontano sta male.
Sono diventata diffidente ed egoista, il contrario di com'ero prima, il mio carattere allegro e solare si è tramutato in depressione, ipersensibilità, nervosismo, ansia. Piango ogni giorno ormai, anche se in certi momenti mi sembra possibile uscirne poi mi ricordo che dovrò vederlo per qualche occasione se non voglio perdere la mia compagnia e che in quelle occasioni sicuramente troverà il modo di ferirmi. Ho provato a conoscere nuove persone e ad inserirmi in contesti diversi dal suo, ma lui puntualmente trova il modo di farsi coinvolgere.
Mi sento inadeguata, mi sta uccidendo con la gelosia. Sono in una situazione strana, vorrei andarmene da tutti. So che non ne vale la pena, che ci sono situazioni peggiori, che esagero, ma non riesco a stare bene, mi sento senza via d'uscita ed è solo questione di tempo prima che si trovi un altra e dia il colpo di grazia alla mia già instabile autostima.

Spero di ricevere qualche consiglio su come mi devo comportare, e su come uscire da questa situazione.
Vi ringrazio.
[#1]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
Lei scrive:
"Mi sento una stupida per aver "creato un mostro", che mi sta rovinando con gli stessi strumenti che io gli ho fornito. "

I partner non si curano,,,
Non si riabilitano...
Non si modificano....

Le crocerossine, solitamente, fanno poi una brutta fine.

Mi chiedo invece se ha mai riflettuto sulla sua timidezza, solitudine e forse introversione...
Che tipo di relazione ha con gli altri?
Ha avuto altri amori?
Ha un hobby?

Come è stata amata in famiglia?
È stata nutrita la sua autostima?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
La ringrazio per la risposta.
Sono sempre stata una ragazza timida, debole di carattere, la classica brava ragazza. Ho vissuto la mia infanzia a casa con mio padre, mia madre, mio fratello maggiore e mia nonna. La situazione in casa non era delle migliori perchè mia nonna e mia madre non andava d'accordo, e così quest'ultima rimaneva fuori casa più del dovuto, per il disagio che provava. Mio padre, invece era assente e routinario. Entrambi i miei genitori mi amano, mia madre me lo ha sempre dimostrato, mio padre è più distaccato e lo sto notando di più con l'età adulta. Vedo mia nonna come una seconda madre, che si è sempre presa cura di me. Mio fratello, invece ha 30 anni ed è una persona che stimo profondamente, l'ho sempre visto come un modello da seguire: è una persona estremamente intelligente e che riesce ad affrontare ogni problema con serenità.
La mia prima storia l'ho avuta a 16 anni, quando ho conosciuto un ragazzo in classe con me, molto dolce e intelligente che mi ha fatta innamorare. Lui mi è stato molto vicino nel periodo di separazione dei miei, durante il quale ho dovuto decidere con chi e dove vivere. Ho deciso di stare con mia madre, anche se mi dispiaceva lasciare la casa e gli amici di sempre, ma pensavo che un abitazione in città sarebbe stata più comoda. Mio padre, indispettito mi usava come tramite per ferire mia madre e non era raro che mi trovassi ad ascoltare lamentele sull'altro da entrambi le parti. In tutto questo, il mio ragazzo mi è stato vicino offrendomi un tetto dove stare nei momenti peggiori della separazione. In quel periodo mi ero molto isolata dagli amici, appoggiandomi completamente al mio ragazzo. Abitando in città e iniziando l'università la situazione è pian piano migliorata, anche se vedevo meno il mio ragazzo. La storia è terminata per una concausa di motivi, il primo motivo a mio parere, è stato un "trauma" che ho vissuto con un mio collega di lavoro che ha provato a mettermi le mani addosso. Per fortuna non è successo nulla, ma da quel momento in poi ho cominciato a sentirmi sporca, corrotta e immeritevole. Ho tenuto l'accaduto per me, ma la situazione è peggiorata quando mi sono resa conto che pensavo spesso a questa persona, seppure non mi piacesse, e che le attenzioni di un altro ragazzo mi lusingavano: mi ero resa conto che esisteva qualcosa al di fuori della mia relazione. Dopo un anno di cambiamento e trambusto interiore mi sono decisa a lasciarlo, ero quasi serena nel farlo anche se la decisione è stata sofferta, dentro di me mi sentivo come se mi stessi togliendo un peso. Sono stata male vedendolo piangere ma in quel momento sentivo che era la cosa giusta e non ho cambiato idea. Piena di energia ho ripreso in mano la mia vita, ho iniziato a fare cose che prima non avrei mai fatto, mi sono perfino iscritta al bando Erasmus per fare una nuova esperienza, andata meravigliosamente e di cui ne sono fiera.
Ho quindi vissuto una vita appoggiata a qualcuno e forse sto cercando di crearmi una mia identità. Sono sempre stata timida, ma amo parlare con gli altri, sono curiosa e mi appassiono facilmente, quindi non mi mancano ne gli amici ne i pretendenti, ma in questo momento non mi sembra abbastanza, le persone che conosco non mi sembrano adatte a me e ho perso la voglia di fare qualsiasi cosa. Sono una persona che ha sempre lavorato e cerco di riempire la mia giornata di impegni, ma ultimamente vorrei solo stare a casa ed evitare tutti.
Con il ragazzo del post precedente avevo trovato un po' di pace e serenità, mi sentivo di nuovo "al posto giusto", nonostante una parte di me lottava per fuggire. Il tira e molla con lui è durato circa due anni e ormai visualizzo accanto a me una persona come lui, che non è facile da trovare. Sono anche uscita con altri ragazzi nel frattempo ma non mi importava nulla di nessuno di loro.
Non riesco più a ritrovare la serenità d'animo e la tenacia che avevo prima, mi sento svuotata e alla deriva, come se nulla importasse.
[#3]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
"Ho quindi vissuto una vita appoggiata a qualcuno e forse sto cercando di crearmi una mia identità. "

Questo dovrebbe farlo con un nostro collega,,non con i partners...nè mediante un consulto online.

Da quando leggo emerge il suo "bisogno"di raccontarsi, vada in consultazione, vedrà che me trattà grande beneficio