Dubbi sul tipo psicoterapia e sui risultati

Buongiorno,
chiedo un vostro parere per dei dubbi che ho da un po' sulla terapia psicologica che sto seguendo da circa un anno.
Sto affrontando questo percorso per dei problemi di ansia, somatizzazioni (e relativa ipocondria) e saltuari attacchi di panico. Per questi disturbi sto vivendo una vita limitatissima: esco lo stretto necessario e sempre accompagnata dal mio compagno, la mia vita sociale si è praticamente azzerata e anche cose che prima mi davano piacere (hobby, viaggi, uscite) si sono totalmente azzerate.
Sto seguendo una terapia sistemico-relazionale. Il problema è che a distanza di un anno circa di incontri mi sento ancora troppo "invischiata" nel problema. L'ansia si è un po' ridotta rispetto ai primissimi mesi (anche se va' a periodi), ma sta di fatto che ancora non riesco ad avere una vita normale. Ogni tanto ho preso coraggio e fatto delle cose (e di questo ne sono consapevole), ma mi sento come sulle montagne russe: per un po' di giorni ok, ne seguono altri pessimi... per un progresso, c'è sempre qualcosa (o un nuovo attacco di panico o nuovi malesseri) che mi fa tornare indietro. O perlomeno io percepisco di tornare indietro. Secondo il terapista sono a un buon punto ma non lo riconosco. Sarà anche così, ma se dopo un anno delle volte ho ancora il terrore a fare cose stupide come andare al supermercato vicino casa come posso pensare di stare "guarendo"?
Ogni tanto mi chiedo se ho intrapreso il tipo di percorso giusto. Ho abbastanza fiducia in questa persona, ma mi sembra che le cose stiano andando troppo a rilento... dopo un anno mi aspettavo di stare molto meglio di così. Perlomeno di condurre una vita decente, nel mio piccolo. Non pretendo di riuscire a fare tutto quello che facevo prima, ma almeno di vivere la quotidianità con l'ansia ad un livello sopportabile... mentre dei giorni faccio fatica a fare tutto.
Con il protrarsi di questa condizione mi sento anche un po' scoraggiata e mi passa sempre di più la voglia di fare cose o uscire... ho paura di scivolare pian piano nella depressione.
In passato ho già fatto psicoterapia per problemi simili (in un altra città, dove all'epoca abitavo) e nel giro di pochi mesi sono stata molto meglio).
Vorrei capire come si fa a capire se effettivamente sto sbagliando percorso e persona o se invece è normale che ci voglia tutto questo tempo.
Stavo pensando anche di provare a sentire un altro psicologo, ma mi angoscia a e mi toglie ogni voglia pensare di ricominciare tutto dall'inizio con un'altra persona che non sa nulla di me e quindi dover ri-raccontare tutta la mia vita.
Immagino che mi direte di rivolgere questi dubbi al terapista... però, sarà stupido, ma ho paura che giudichi male queste mie idee, nel senso che vorrebbe dire mettere in discussione anche la sua preparazione e le sue capacità... e tutto quello che abbiamo fatto finora. Insomma, ho il dubbio di stare sbagliando io a pensare queste cose. Chiedo aiuto a voi per provare a fare chiarezza...
Grazie mille!
[#1]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
"Immagino che mi direte di rivolgere questi dubbi al terapista... però, sarà stupido, ma ho paura che giudichi male queste mie idee, nel senso che vorrebbe dire mettere in discussione anche la sua preparazione e le sue capacità... e tutto quello che abbiamo fatto finora"

Infatti, gentile Utente, è proprio quello che dovrebbe fare.
Parlare con lui.
Soltanto così potrete trasformare la crisi in risorsa, comprendere realmente cosa la blocca e rivalutare il percorso che sta seguendo.

Non è detto che sia sbagliato, a volte cambiare spesso terapeuta ed orientamento è un modo per non guarire mai....una sorta di meccanismo di difesa.
Coraggio, il terapeuta l'aiuterà nel metterla a suo agio.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

mi pare di capire però che Lei abbia già parlato col terapeuta, il quale dice che siete a buon punto. Ha provato a fare un elenco di ciò che non riesce a fare e a sottoporlo al terapeuta come ad es. non riuscire ad andare al supermercato?

Se sì, il terapeuta Le ha suggerito delle strategie per affrontare questa difficoltà?
Quali sono gli obiettivi della terapia? Alcuni sono stati raggiunti?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
dopo
Utente
Utente
Grazie per le risposte. Il terapeuta, sì, sa perfettamente quali sono le mie difficoltà, ma strategie vere e proprie non posso dire che me le abbia suggerite. In terapia abbiamo parlato molto di me, delle mie relazioni con famiglia e fidanzato, abbiamo fatto delle ipotesi per capire da dove viene l'ansia, ma mi è sempre un po' mancato un approccio più pratico. Non so se dipenda dal suo tipo di indirizzo o meno... Avevo già espresso queste mie perplessità, ma non ho ottenuto risposte e quindi strategie concrete.
Per obiettivi cosa intende? Non mi sembra che mi abbia fatto un elenco di obiettivi da raggiungere man mano...forse l'obiettivo è di riuscire a gestire l'ansia e di tornare quindi ad affrontare le situazioni normali della vita... ma forse è un po' generico?
Ecco, vorrei appunto capire come normalmente funziona l'iter della psicoterapia...
Secondo le vostre esperienze ha senso una psicoterapia che dura più di un anno e che non ha ancora risolto del tutto i problemi iniziali?
Spesso leggo che già dopo alcune sedute, in casi come il mio, si hanno notevoli miglioramenti...io è un anno che vado avanti tra alti e bassi...
So benissimo che ogni persona è diversa, ma vorrei capire se sono sulla strada giusta o se sto sprecando tempo (e denaro).
Grazie mille!
[#4]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"ha senso una psicoterapia che dura più di un anno e che non ha ancora risolto del tutto i problemi iniziali?"

Potrebbe averne, ma dipende dagli obiettivi fissati.
Al contrario se dopo un anno non c'è stato nessun miglioramento, allora la cosa sarebbe già diversa.

Non so nello specifico come funziona la terapia sistemico relazionale per quanto riguarda le prescrizioni più dirette per lavorare nel concreto, ma credo Le abbia. In ogni caso spero interverrà qualche collega che usa quell'orientamento, in modo che Lei abbia risposte più precise.

Si possono usare comunque prescrizioni più dirette sulla fatica di recarsi al supermercato ecc... declinando con il pz quali sono le difficoltà e poi fare piccoli passi. E' chiaro che c'è uno sforzo attivo da parte del pz.

In questo senso si fissano gli obiettivi terapeutici all'inizio della terapia, anche se poi possono essere rivisti durante il percorso.

Cordiali saluti,
[#5]
dopo
Utente
Utente
Nessun miglioramento no, come dicevo c'è stata una riduzione dell'ansia. Però, appunto, dopo un anno di colloqui e miei sforzi (ho cercato di non chiudermi in casa e, parte qualche giorno no, ho cercato di fare una vita il più normale possibile) mi sarei aspettata qualcosa in più.
Vi ringrazio per le risposte e spero che qualche vostro collega dell'indirizzo specifico possa darmi un suo parere.
Buona giornata!
[#6]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

se dopo un anno NON ha avuto alcun miglioramento, potrebbe essere sensato pensare di cambiare tipo di psicoterapia. Però dipende anche da che cosa intende con "riduzione dell'ansia". Magari sono le Sue aspettative che devono essere riviste, perché alcuni pz. arrivano in terapia e domandano di non avere mai più l'ansia nel corso della propria vita. Questo è impossibile, perché l'ansia è comunque un'emozione, che è anche molto utile in alcuni momenti.
Quindi il passaggio che mi pare -con i limiti del consulto on line- imprescindibile è il riconoscimento delle Sue emozioni e la loro modulazione.
Certamente lo sforzo è solo del pz.
Chiarisca le Sue aspettative con il terapeuta, perché non vorrei che Lei creasse un problema qui, se non sono esplicitate...
Ottimo evitare le condotte di evitamento.

Cordiali saluti,
Ansia

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