Mi sono innamorato di un amico...

Ho trentatre anni e una vita affettiva per niente soddisfacente. Non ho mai avuto una relazione stabile con una donna, solo qualche infatuazione platonica in passato. Sono praticamente vergine, tanto per delineare la situazione. Da qualche anno, sono diventato molto amico di un ragazzo che ha tre anni meno di me, con cui ho condiviso un'esperienza di volontariato. Questa persona mi ha "preso" parecchio, anche perché provenivo da una condizione di sostanziale solitudine, avendo gradualmente perso le amicizie frequentate fino a quel momento. Mi sono parecchio affezionato a lui, così come lui a me, siamo diventati confidenti l'uno dell'altro, mi è stato vicino in diverse situazioni complicate. Insomma, in lui sono convinto di aver trovato un vero amico. Purtroppo, al sentimento amicale si è aggiunto da parte mia un'attrazione di altro genere. Vorrei trascorrere con lui il maggior tempo possibile, sentirlo per telefono spesso, mi dà fastidio che si concentri parecchio sulla sua fidanzata, con cui sta da molti anni e ora ha fatto il passo di andare a conviverci. Provo per lui una forte attrazione fisica, me lo sogno spesso in contesti erotici, mi piace avere con lui un contatto corporeo. Sono consapevole, tuttavia, che non sia per niente facile concretizzare il mio desiderio. Ho pensato di mettere una pietra sopra a questa storia, dato che non può trovare un compimento e ciò mi fa soffrire. Però, non vorrei rinunciare all'amicizia con lui, che per me è importante. Come cavarmi da questo vicolo cieco?
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
<<provenivo da una condizione di sostanziale solitudine, avendo gradualmente perso le amicizie frequentate fino a quel momento>>

Gentile Utente,
come mai era accaduto questo?
La sua condizione di "sostanziale solitudine" perdura ancora o adesso è riuscito ad intessere altri legami con altre persone al di fuori di questo amico?
Cosa fa nella vita? Come occupa le sue giornate? E i momenti liberi? Quali sono i suoi interessi?


<<Non ho mai avuto una relazione stabile con una donna, solo qualche infatuazione platonica in passato>>

Questo per quali motivi?

Come giudica attualmente lo stato del suo umore?


Cordialmente,

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve, la sensazione di trovarsi in un 'vicolo cieco' rende bene l'idea del suo stato d'animo di impotenza. Immagino quanto possa essere frustrante essergli vicino senza poter condividere con lui il suo sentimento.
D'altronde non ha torto, se il suo amico non prova la stessa attrazione per lei senz'altro non c'è granchè da fare purtroppo. Può scegliere se parlargliene, questo dipenderà da quanto lei voglia esporsi, tenendo presente che la sua autenticità potrebbe destabilizzare il vostro equilibrio, se lui non prova lo stesso sentimento.

La cosa che credo fondamentale è riflettere sulla sua omosessualità, in modo che possa integrarla in sè è vivere il suo presente potendo essere se stesso.
Questo non risolverà la sofferenza degli amori non ricambiati, che piano piano passerà a volte in modo più indolore a volte lasciando qualche cicatrice.
Ma accettarsi sarà indispensabile per essere libero. Sarà il modo per farsi nuovi amici e non sentirsi più solo. Sarà il modo per cercare la persona che potrà finalmente ricambiarla, con la quale vivere la sua passionalità carnale e non più solo platonica.

Un saluto,
Enrico de Sanctis
Info@enricodesanctis.it

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signore,
La "vicinanza" emozionale fra due persone, unita alla solitudine, puo' portare a formulare dei desideri che il rapporto possa diventare quel qualcosa di "totalizzante" che si desidera.
Ma non e' detto che ampliare una amicizia verso qualcosa di fisico sia una buona strada, ne' per Lei e ne' per l'amicizia.
Si consulti con qualche esperto e soprattutto ci rifletta.
Potrebbe essere un "salto nel vuoto" o una "banalizzazione" di qualcosa che sembra nato su altre basi.
I migliori saluti.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Non avendo mai avuto esperienze significative, si potrebbe ipotizzare in lei un mancato processo di maturazione affettiva. Forse per una percepita mancanza di alternative. Pertanto non è detto che lei sia omosessuale, non potendo avere materiale esperienziale con cui fare i conti.

D'altra parte potrebbe essere che lei sia sempre stato omosessuale, ma che, per problemi nella socializzazione, nel venire allo scoperto o di altro tipo lei si sia sempre negato questo lato di sé.

Perciò nello specifico io cercherei di non dare più di tanta importanza all'infatuazione che sta attraversando. Il problema non è quello, perché di solito le cotte (adolescenziali) servono per crescere e imparare a conoscersi, non per trovare l'amore della propria vita.

Piuttosto, mi guarderei d'attorno e mi darei da fare per allargare la cerchia di frequentazioni.

Come mai ha accettato di avere una vita affettiva per niente soddisfacente, finora?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
Utente
Grazie mille delle tante risposte al mio quesito!
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dopo
Utente
Utente
Dott.ssa Scalco,
la solitudine è un tratto distintivo che mi accompagna sin dall'infanzia. Anche da piccolo, non sono mai riuscito ad avere più di uno o due amichetti e tendevo ad avere con loro un rapporto totalizzante. Ricordo, pure da bambino, di esser stato geloso se uno dei miei amichetti si concentrava su altre amicizie e, com'è accaduto spesso, finiva per snobbarmi. L'adoloscenza è stata molto brutta dal punto di vista delle amicizie, lì ho veramente sperimentato la solitudine totale e sentimenti di diffidenza, per esempio, verso i miei compagni di scuola. Purtroppo, tale diffidenza era giustificata da atteggiamenti di cattiveria nei miei confronti da parte loro, di umiliazione, in particolare da parte di un compagno, che mi sono portato dietro dalle elementari sino a metà delle scuole superiori. Questi, che era geloso di me perché ero bravo a scuola, mentre lui, nonostante le forti aspettative dei genitori, era un pessimo studente, non perdeva occasione per mettermi in cattiva luce con gli altri e sovente ci riusciva... Negli anni dell'università, ho avuto una vita sociale un po' più intensa, con maggiori frequentazioni, ma non sono riuscito a costruire nessun rapporto solido. L'unica amicizia di quel periodo, con cui condividevo tutto, l'ho sostanzialmente persa quando si è trasferito molto lontano per lavoro; non abbiamo mai smesso di sentirci, ma non ci siamo potuti più frequentare come prima... e lì sono rimasto di nuovo solo, con tanti conoscenti, ma nessun vero amico vicino. Fin quando non ho conosciuto questo ragazzo, per cui sento di provare sentimenti ben superiori all'amicizia.
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dopo
Utente
Utente
Dott. Santonocito,
anch'io sono convinto di non aver raggiunto un'adeguata maturazione affettiva e sessuale. In effetti, non ho mai vissuto le esperienze significative di tanti adolescenti e poi su su. Non mi sono mai confrontato con i coetanei sulle misure del pene, non mi sono mai masturbato con un compagno o più, poi non ho avuto l'esperienza del primo bacio, dei primi petting con una donna, del primo rapporto sessuale completo... Ho scoperto la masturbazione a 18 anni, tutt'ora la pratico. Ho avuto recentemente rapporti fisici con ragazzi, ma evitando il coito fatto o ricevuto.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Potrebbe essere una buona idea chiedere direttamente ad uno psicologo psicoterapeuta della sua zona di aiutarla a capire meglio e a lavorare su autostima, sicurezza, immagine corporea (se i dati inseriti sono corretti risulta anche fortemente sovrappeso ) e cura di sé e dei rapporti sociali.
Ci aveva mai pensato?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
La situazione che vi descrivevo nel primo messaggio ha avuto un'evoluzione. Poiché tengo molto all'amicizia con questa persona e non mi andava di rimanere nascosto, ci ho parlato e le ho detto che sono omosessuale. Non ho fatto cenno alla mia infatuazione per lui. Per quanto riguarda l'omosessualità, il mio amico è stato molto dolce, comprensivo, mi ha detto più volte che per lui non cambia niente, che continuerà a volermi bene come me ne ha voluto finora. Anzi, si è detto molto felice perché ho deciso di aprirmi totalmente a lui, dandogli il privilegio di conoscere questo lato segreto della mia personalità. Per me è stato un grande sollievo, mi sono sentito accolto e coccolato. Certo è che rimane la mia infatuazione... A questo punto, dovrei parlargli anche di questa?
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Lei cosa vorrebbe fare?
Se lo facesse, con quale finalità accadrebbe ciò?
Con quali aspettative concrete, ad oggi, da parte sua?

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dopo
Utente
Utente
Alla fine, poiché tengo molto a questo amico, ho deciso di confidargli tutto. Gli ho parlato della mia omosessualità e del fatto che mi sia innamorato di lui. Su entrambe le questioni, mi sono sentito accolto come mai avrei atteso. Ovviamente, mi ha fatto capire di non poter ricambiare il mio amore, dato che lui ha una relazione stabile con una donna. Però, mi ha detto che queste rivelazioni non cambieranno niente nella nostra amicizia, che l'affetto che prova nei miei confronti è immutato. Anzi, è rammaricato perché teme di avermi fatto soffrire... Sono consapevole che il mio innamoramento non è andato a buon fine, ma veramente felice perché ho avuto la riprova delle riprove che lui è un Amico con la A maiuscola, una persona su cui posso veramente contare e che mi vuole bene come pochi.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
La ringrazio per aver voluto condividere con noi la (nonostante tutto) bella esperienza vissuta.
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