Sono inutile ?

Buongiorno, ho deciso di chiedere un Vostro consulto a fronte di una situazione che non riesco piu' a gestire emotivamente e non riesco piu' a darmi risposte razionali . Da circa 8 anni sento che qualcosa è radicalmente cambiato dentro di me ma credo per avere preso ormai consapevolezza di qualcosa che mi ha sempre fatto soffrire e che prima affrontavo con spirito diverso ma forse anche per necessità diverse da quelle che ho adesso per le qual non potevo permettermi di non avere forza . Ho sempre avuto la percezione che le persone mi ignorassero e non dessero nessun valore alla mia persona ma non mi sono mai fissata su questa cosa e ho tirato avanti perché ho avuto un figlio a 18 anni e volevo che crescesse in ambiente piu' sicuro emotivamente di quanto avessi io . Adesso ho 43 anni e mio figlio 25 e abbiamo tutto sommato un buon rapporto . Vive solo ma adesso avverto anche con lui questa sensazione se ci sei va bene , se non ci sei pazienza .In sostanza è quello che avverto con tutte le persone con cui ho contatti e spesso questa cosa si manifesta in maniera palese . Sono arrivata a prenderne coscienza in maniera definitiva al compimento del mio ultimo compleanno , momento in cui le manifestazioni di attenzioni si palesano anche quando non sono propriamente genuine . Mia madre che abita sotto di me mi ha fatto svogliatamente gli auguri , mio figlio se ne è dimenticato , i miei fratelli silenzio assoluto , le mie colleghe di lavoro completamente ignorata . Sul lavoro è un rituale consolidato organizzarsi per un regalo per chiunque anche la collega antipatica o quella che non sta troppo simpatica alla maggioranza . Io ignorata .Qualche amico , se pur di lunga data si è limitato a farmi gli auguri su fb , amici che frequento sistematicamente da anni . So che puo' sembrare paranoico ma ho notato che anche li , nel giro stretto di amici per altri invece scatta l organizzazione della cena , la sorpresa . Io ignorata . Le persone non mi escludono da cene o serate , anzi ma quando si tratta di me è come se non importasse . Se organizzo una cena a casa mia nessuno ha interesse a venire . Se ho un problema so che nessuno è veramente interessato ad ascoltarlo ma vengo chiamata spesso da amici per confidarsi e trovare conforto in momenti difficili . Ho avuto una relazione per 4 anni con un uomo che mi ha completamente ignorata , chiedendomi appoggio costante e presenza e funzionalità per i sui bisogni ma ogni volta che sentiva che avevo le stesse necessità si allontanava e mi chiedeva semplicemente di non essergli di peso e piu' serena , ma con gli altri sempre disponibile . E' stato a casa mia 3 volte in 4 anni e mai si è incuriosito delle mie cose , di come vivevo , i miei interessi , i miei libri , i miei studi o passioni. Sento che in questo momento della mia vita non riesco piu' ad amarmi e tutto quello che per me prima era d interesse non lo è più . Mi sento inutile perché sento di essere cosi per gli altri . Vi ringrazio per l eventuale risposta
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149 11
Gentile utente, che cammina nella vita in punta di piedi, garbata senza chiedere, forse potrebbe riflettere se il suo modo di porsi che mi pare discreto, sobrio e silenzioso non sia , diciamo.. rivedibile.. mi domando se Lei parla con gli altri , se condivide , senza sbracarsi certo, un'emozione, una gioia, un progetto.... Se lei avesse proposto una spaghettata, una pizza, in un posto carino e si fosse presentata, sorridente , anche carina, il compleanno sarebbe andato allo stesso modo? E a suo figlio Lei cosa ha detto, glielo ha fatto notare , spero, anche scherzosamente.. insomma , mi permetto di dirle, che bisogna cercar di crearsi un minimo di luce intorno, altrimenti , la gente che è superficiale, non sa da che parte prenderti , e tace .. quattro anni con un uomo che l'ha completamente ignorata.. ' perchè tanta, troppa pazienza..? Le consiglio di farsi un giro dal medico di base , perchè sembra sottopeso, escludendo così problemi fisici e poi cerchi un contatto con un Collega de visu.. per chiarirsi, sentirsi aiutata e compresa, credo anche incoraggiata ad essere più narcisista e assertiva.
Anche in una struttura pubblica , se crede..
Le faccio molti auguri di coraggio e sguardi positivi e veloci, Lei è giovane, può cambiare il colore della sua vita se si dà aiuto..
Cosa ne pensa?

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Nel condividere le riflessioni della Collega, anche io le dico "testa alta"

È così remissiva, gentile, dimessa....certo che non si accorgono di lei.

Ma lei stessa si accorge di quello che desidera?
Non desidera?
Vuole davvero?

Quali sono i suoi sogni nel cassetto?
Ha delle passioni?
Delle trasgressioni?

Fa, ogni tanto, qualcosa di folle, di contro corrente?


Ad essere se stessi e, soprattutto, presenti a se stessi e di conseguenza al mondo, lo si può anche imparare ....

Coraggio!

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Mirella Caruso Psicologo, Psicoterapeuta 52 1
Gentile signora, ha fatto finta di niente per tutti questi anni, impegnandosi strenuamente nella crescita di suo figlio ma ora si guarda attorno e pare che il mondo le rimandi quella sua antica e pesante percezione: la sua presunta insignificanza e l'idea di contare poco o niente nei rapporti con gli Altri. Vede, purtroppo è così, quando si cammina nel mondo con una determinata immagine di se stessi, si finisce per trovare convalide e conferme a ciò che si vorrebbe cambiare e ardentemente superare. Lo stesso uomo, gli stessi amici. Ci sono donne che incontrano sempre lo steso tipo di uomo. E' il caso? No, ci sono meccanismi della psiche che si propongono sempre uguali a se stessi, per essere modificati. E’ il meccanismo del trauma, in minus. Già il vecchio Sigmund verso la fine dell''800 iniziò a parlare di "coazione a ripetere" ovvero la tendenza della psiche a rivivere situazioni frustranti al fine di potersene liberare. Ora come mai lei ha questa percezione dolorosa di se stessa e deve fare fatica a mostrare il proprio valore? E' sempre stato così? Credo che il lavoro che potrà fare sia cercare uno o più motivi, una ragione per cui le è toccato questo "destino" e cercare di modificare. Non è un'impresa da eroi nella tragedia antica, si tratta di ricercare dentro di sé i propri punti di forza, che di sicuro ci sono. Lo conferma la sua sensibilità. E’ un modo per ricostruire la propria vita e iniziare a vivere pienamente. Auguri.

Dr.ssa Mirella Caruso www.mirellacaruso.it
Milano: via A. Stradivari, 6.
Bologna: via Malvolta, 3.

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signora,
Vorrei integrare la Sua riflessione individuale parlandone di un principio di "Psicologia Sociale".
Gli esseri umani, sebbene evoluti rispetto ai propri lontani progenitori a 4 zampe rispondono, per quanto attiene la socialita', alla "logica del branco".
Un branco deve, per sopravvivere, essere autonomo, sano e sapere scacciare il nemico.
Quindi deve difendere i suoi membri in base alla loro rilevanza nel branco.
Quanto piu' un membro e' rilevante , e apporta valore al branco, tanto piu' sara' da questo difeso.
Rapportando tale "istinto" agli esseri umani, forse Lei, con il Suo sentire, che esternera' inconsapevolmente, non da' nulla al/ai suo/suoi branco/chi.
Lei chiede, si aspetta, si addolora, ma non apporta valore ai suoi branchi di riferimento (lavoro, famiglia) e quindi viene un po' "abbandonata".
L'affetto e' un enorme valore, quando c'e, che rende la persona amata indispensabile al partner, con il quale forma una coppia. Espressione minima di un "branco".
Altrimenti si sta nella dimensione "sociale" che Le ho illustrato.
Spero di esserle stata di aiuto e di avere promosso una riflessione in Lei.
I migliori saluti e auguri.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Utente
Utente
Grazie tante per le risposte . Ho riflettuto su quanto Voi, gentili Dottori , mi avete esposto . Probabilmente il mio è davvero un problema di testa alta . Ho un passato familiare dove mio padre era molto autoritario , silenzioso e anaffettivo e sicuramente ho imparato da piccola a camminare sulle uova . Sono andata a vivere da sola a 18 anni e lui non mi ha mai piu' parlato . Ripenso agli anni trascorsi insieme a mio figlio come molto belli . Ero sola con lui ma mi sentivo libera e con una grande forza . Sono riuscita a diplomarmi privatamente e lasciare il lavoro in fabbrica , ho per alcuni anni frequentato l università in sociologia con passione, ho migliorato notevolmente la mia posizione lavorativa e a tutt 'oggi lavoro in una galleria d' arte . So di avere avuto una grande forza e negli anni forse mi sono abituata ad accontentarmi di tutto e non avere mai bisogno di qualcosa che fosse in piu' e che mi potesse creare frustrazione non ottenerla . Pensavo che avrei avuto un tempo futuro dove essere " egoista " sarebbe stato giusto anche per me ma prima dovevo portare a compimento la crescita serena di mio figlio perchè non avesse troppe mancanze rispetto a quella di ragazzi un famiglie piu' tradizionali . Ma di fatto non so come si fa e cosa è davvero giusto chiedere per me , non riesco nemmeno a capire qual 'è il limite tra l esigenza e la pretesa e non riesco a decifrare forse nemmeno quali sono . le mie esigenze adesso non corrispondono e non sono condivisibili con i miei coetanei , cosi' come non lo erano quando avevo 20 anni . Mi trovo sola ad affronatere me stessa , mi sento e sono effettivamente sola . Sono contenta di poter provare adesso a terminare i miei studi in sociologia perchè ho il tempo di farlo ma la sensazione di non avere nessuno con cui condividere chi sono e cosa sento per me è molto difficile e mi toglie l entusiasmo di farlo , a volte in maniera drammatica . grazie ancora
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara Signora,
Non meravigliano quindi certe Sue risposte ai problemi!
Vorrei spronarLa, quando riprendera' a studiare, a porre questo interesse per la Sociologia, al centro di tutto.
Incontrera' altre persone adulte con cui si potra' confrontare, e potra' rapportare la Sua maniera di elaborare gli eventi matura ed esperta, con l'entusiasmo forse meno consapevole dei ragazzi.
Sara' una bellissima esperienza!
Ci faccia sapere! In bocca al lupo!
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Utente
Utente
Se posso aggiungere gli ultimi 4 anni passati con quest uomo sono stati i più terribili . l ho incontrato in un momento dove davvero avevo consapevolezza che potevo desiderare qualcosa solo per me e avevo le entusiasmo adatto perché mi sentivo soddisfatta di come avevo gestito il mio passato . Posso ritenere di essere stata un genitore piu' che responsabile e mai ho lasciato che le mie esigenze o pretese influissero sulla crescita di mio figlio . Non l ho mai nemmeno coinvolto nelle mie storie sentimentali , se pur poche e brevi . Probabilmente ho scelto lui perché aveva tutto quello che io mi sono sempre negata : entusiasmo, la giusta dose di superficialità, colto , molto sicuro di se , come se rispecchiasse la mia parte sopita . Era esattamente quello che cercavo in un uomo ma lui ha visto in me ben altro , perché se pur entusiasta di vivere la mia vita avevo addosso meccanismi mentali metabolizzati negli anni e il confronto con lui mi ha fatta sentire sempre in difetto . penso che abbia annusato questo di me e si è sentito legittimato a sfruttare tutte le mie debolezze che con il tempo si sono ingigantite . Ho sviluppato una tremenda dipendenza affettiva ma con il piacere da parte di lui che io ne fossi vittima . la mia autostima è crollata perché sono arrivata a pensare che cio' che sento di volere essere è solo una mia percezione e che invece nella realtà sono una donna che si accontenta e disposta alle piu' improbabili delle indulgenze . Penso di essere stata cosi' per riuscire ad ottenere da lui quello che credevo mi fosse dovuto , l amore credo c entri poco ma piuttosto il bisogno di rivalutare il mio amor proprio tramite il consenso di questa persona che si è sempre ben guardato dal darmi . Non conosce nel dettaglio il mio passato e mai lo avrei usato per ottenere attenzione ma ha avuto molti elementi per intuirlo e spesso mi chiedo che se è stato capace di non prestarmi nessuna premura per questo , il motivo è forse perché davvero non valgo niente . Questa è la sensazione che mi porto dentro . Non mi sento una donna ferita o usata ormai non mi importa piu' ma ho intresse solo per il danno che tutto questo mi ha causato emotivamente e l unica paura che ho è che non se da dove ripartire e se davvero merita farlo . Proprio perché i miei sforzi mi portano ad ottenere esattamente il contrario e mi fossilizzo sull idea che sono strutturata mentalmente in un modo che ormai ha una metodologia irreversibile . Spesso sento come se fossi infettata e di non avere piu' controllo sulla mia mente , diversamente dal passato dove niente di emotivo poteva fermarmi da quello che ritenevo giusto . Grazie
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara Signora,
Da quanto dice la Sua condizione esistenziale sembra davvero pesante.
Non credo Le sia possibile, alla Sua giovane eta', accettare la vita con questa rassegnazione!
La vorrei spronare davvero a reagire.
Quando riprendera' a studiare forse le saranno proposti degli stimoli utili, ma una analisi della Sua vita e della strutturazione di certi meccanismi di difesa disfunzionali Le darebbe quella sicurezza di se' che forse ora non percepisce!
Per Lei penso occorra una psicoterapia dinamica, anche di gruppo.
Ci pensi un po!
E si faccia coraggio.
Spero davvero che lo riesca a pescare dentro di se'!
Ci faccia sapere!
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 86 75
"spesso mi chiedo che se è stato capace di non prestarmi nessuna premura per questo , il motivo è forse perché davvero non valgo niente . "

Gent.le Sig.ra,
la scarsa considerazione di sé purtroppo l'ha sperimentata da bambina nel rapporto con suo padre, da allora ha iniziato a pensare che fosse normale così.
Oggi ha sviluppato almeno in parte la consapevolezza della sofferenza derivante da questo profondo senso di inadeguatezza ma, anziché continuare a cercare "fuori" di dissetare la sua "sete affettiva", ha bisogno di trovare dentro di sé la "sorgente" alla quale dissetarsi quotidianamente, questo però è il punto di arrivo di un processo di crescita che necessita di uno spazio terapeutico all'interno del quale possa sentirsi accetta, compresa e non giudicata. In questo modo potrà interiorizzare quella considerazione positiva di sé che le consentirà di attingere alle proprie risorse.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Utente
Utente
Grazie ancora del supporto . Quello di cui ho piena consapevolezza è che le cause non sono mai esterne e cerco di non cadere in atteggiamenti vittimistici per mettermi al "caldo ". Quando mi trovo mentalmente a pensare -la gente è insensibile- la gente è superficiale - è senza rispetto- per me sono segnali che sto sbagliando strada . Sono di fatto io che lascio che le persone intorno ame mi considerino senza esigenze . Ne ho avuto un esempio proprio adesso : ho chiesto conferma ad un amica per la giornata che avevamo deciso di passare insieme domani e ho avuto risposta negativa in quanto aveva preso un altro impegno . La scarsa considerazione che avverto da parte degli altri nei miei confronti non è tanto , come in questo caso, disdire legittimamente , ma il non ritenere nemmeno indispensabile avvertirmi , anche a fronte del fatto che in caso di disdetta io posso organizzarmi in altro modo . Avverto appunto di essere considerata solo in funzione dei bisogni altrui ma senza che questi valutino la mia esistenza paritaria alla loro. In questo caso mi sono permessa di farlo presente e ho abbandonato il timore che una mia rimostranza possa causare il rimanere sola . Credo che molta della mia indulgenza derivi appunto da tale paura . Ho pensato anche che spesso sono tollerante non in maniera autentica ma per non dare adito a nessuno di un potenziale abbandono , in quanto li tengo legati con l indulgenza da parte mia e non causo problemi . Sono molto confusa e in questo momento della mia vita credo solo di volere cercare di volere bene a me stessa , ma appunto non so bene da che parte cominciare perché mi rendo conto di portarmi dietro atteggiamenti quasi "meccanici". Da piccola raramente chiedevo qualcosa e ricordo bene che fingevo un benessere fittizio ,come se questo fosse l unico che potevo avere per garantirmi un po' d attenzione . Fortunatamente sono riuscita a non considerare mio figlio come il salvatore delle mie pene e l ho lasciato libero, senza che sia lui a doversi far carico di colmare i miei vuoti affettivi , anche se da sola so che al momento non sono in grado di farcela . Ma ho già affrontato una dipendenza emotiva a causa di tutto questo e so che devo cambiare mentalmente .La vera paura che ho è che ho perso quasi tutto e mi trovo in uno stato di prostrazione che mi spaventa . Non ho piu' memoria , non so ritenere fermo il pensiero su quello che mi interessa, non so piu' rendermi conto se sbaglio a scrivere , non so piu'cosa è giusto o sbagliato , come se avessi dissolto totalmente la mia identità e le certezze che la tenevano in piedi . Avverto anche uno stato di sociopatia e le persone non mi incuriosiscono piu' ma si muovono in una massa uniforme che mi lascia tra l infastidita e l intimorita. A volte spero di ammalarmi fisicamente cosi da avere una scusa per mollare la spugna e avere un buon pretesto per piangermi addosso e togliermi per sempre la responsabilità su me stessa. Poi questo pensiero mi mette nello sconforto piu' totale perché mi ricorda che forse davvero le forze a mia disposizione per reagire sono quasi finite . Vi ringrazio ancora e so che un percorso terapeutico per me sarebbe la cosa migliore ma qualcosa dentro di me dice che non lo faro' . Ho timore di essere borderline e di dover convivere con una condizione che non cambierà mai e dove la mia volontà non puo' avere nessuna presa . Non so perché sono cambiata cosi tanto e avolte penso di essere sempre stata cosi ma reagivo mettendo da parte le frustrazioni e che ora hanno deciso di palesarsi in maniera furente , come in un vaso ormai colmo dove non puo' contenerne altre . Grazie ancora .
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149 11
Gentile signora, che magnifica lettera piena di sensibilità , intelligenza, vorrei riuscire a passare il muro che sente attorno a Lei, per dirle , farle sentire che sta cambiando, anche se non ci crede.. aver fatto presente a questa sua maleducata ..amica il suo disappunto è un primo passo, così bisogna fare, non svendersi , anche nel prendere gli appuntamenti , dire qualche volta Lei .. NO, ho un impegno.. .. il fatto è che la gente , non tutta magari, è superficiale, centrata sul sè e si abitua.. gli va benissimo avere un'amica come Lei , una gentile, di buon carattere.. Non pensi e non dica più.. spero di ammalarmi fisicamente... invece vada dal suo medico per farsi dare una registrata dal punto di vista fisico.. ha poca memoria ? la questione è che forse rimugina i suoi pensieri tristi, ci ricordiamo quello che ci interessa ..
Anche un percorso con un Collega de visu, in una struttura anche pubblica , per essere compresa ,supportata sarebbe un grande aiuto.. come vede anche le altre Colleghe l'incoraggiano in questo senso..
Spero che mi ascolti e si dia aiuto, per la donna coraggiosa che è stata, e per quella piccola bambina docile e gentile, silenziosa, che è dentro di Lei..Il prossimo compleanno annunci a tutti che va a Parigi , che pensino quello che vogliono, e ci vada da sola che si sta benissimo.. ci vada come una sfida..
Noi ci siamo..
[#12]
Dr.ssa Mirella Caruso Psicologo, Psicoterapeuta 52 1
Gentile signora, ancora una precisazione. La condizione di un soggetto “borderline” nella maggior parte dei casi, esclude una percezione interiore della sofferenza e delle emozioni. La persona diagnosticata "borderline" piuttosto agisce, inizia mille progetti che non porta mai a termine al fine di non riflettere e prendere consapevolezza dei propri moti interiori. Anche con le persone "border" si lavora, anche se a tratti può diventare molto faticoso. Lei mostra una certa sensibilità e un certo acume che le consente un’osservazione di se stessa e delle relazioni che al momento le appaiono immodificabili. Ha osservato il ripetersi nel corso degli anni di schemi immutati, che si propongono sempre uguali. Ora non è certo con uno sforzo di volontà che si riesce a modificare il proprio modo di relazionarsi agli Altri, o cambiare le emozioni interiori e i sentimenti..Uno psicoterapeuta ha gli strumenti adatti (una metapsicologia o piu’ metapsicologie e una tecnica) che gli permettono di affrontare insieme alla persona situazioni anche molto dolorose e frustranti. Nel suo caso, credo che lei possa fare un primo passo verso uno psicoterapeuta nella misura in cui deciderà di mettere la parola "fine" e prendere le distanze da quella calamita che la porta sempre nella medesima direzione, con la constatazione di essere sempre messa da parte, non considerata e dover subire anche nelle piccole disavventure quotidiane. Suo padre non l'ha perdonata, ma ora lei deve fare i conti non certo con il padre "reale", ma con le sue fantasie, le sue emozioni rispetto a ciò che lei si aspettava e non ha avuto, a ciò che si è spezzato, ma dentro di lei. Credo che lei abbia bisogno di un punto di riferimento, per iniziare a ricostruirsi.
[#13]
Utente
Utente
Grazie della risposta . Sono certa che un percorso terapeutico mi sarebbe di aiuto ma devo abbattere l idea che prestarmi a tale cosa genera in me l ennesimo senso di fallimento . So anche pero' che un tale pensiero si rifà ai miei soliti schemi e genero il solito cane che si morde la coda . Il rapporto con mio padre, è vero , è stato pessimo . Dopo la nascita di mio figlio ci sono state grosse incomprensioni e alla minaccia di farmelo togliere , se non avessi sottostato alle regole che lui riteneva le piu' idonee pe me , sono andata ad abitare da sola con mio figlio . Questo ha fatto si che io e lui non ci parlassimo piu' , nonostante io abbia sofferto molto e abbia in ogni modo cercato di ricucire il rapporto . Ma non c era spazio per mediare . Mio padre era un imprenditore stimato in un piccolo paese di provincia e con la famiglia apparentemente perfetta , non poteva accettare che io mi fossi comportata in modo da rovinare tale immagine, soprattutto perché andava fiero di non avere condizioni che lo facessero giudicare socialmente, diversamente da altri e come faceva lui . Ad un certo punto ho messo di soffrire e ho fatto la mia vita , senza l aiuto di nessuno .Mio padre è morto senza che potessimo parlarci di nuovo . Per ricominciare ho sicuramente bisogno di un punto di riferimento e questo mi spaventa molto perché non so proprio quale potrebbe essere . E' proprio il bisogno di questo che mi ha fatto cadere in una dipendenza emotiva che ha solo peggiorato la situazione . Io so di avere molta forza ma sfido chiunque a essere capace di ricaricarsi sempre da solo . Spesso penso che per ripartire devo anestetizzare una grossa parte del mio essere e lasciare andare quella sensibilità che mi ha generato solo sofferenze . Come se si dovesse scegliere se essere buoni o cattivi . Io non mi sento buona ma solo attenta a quello che ritengo appartenere ad un senso di "bellezza". Mi dispiace spiegarmi male . Ricostruirmi so che implica lasciare andare la vecchia me ma temo che la nuova potrebbe essere si piu' serena ma non per questo migliore . Il mio ex veniva da un passato pessimo e fatto di molta sofferenza , per questo credo sia riuscito ad essere tanto insensibile e molto spesso crudele con me , proprio per la scelta di non soffrire piu' . Dove sta la giusta misura ?
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Provi a leggere queste letture sulla fame d'amore e sulla dipendenza affettiva, sono certa che si ritroverà e capirà cosa fare.

http://www.valeriarandone.it/articoli/154-gli-amore-dipendenti-dipenden
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4078-l-amore-affamato-la-dipendenza-d-amore.html
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Dr.ssa Mirella Caruso Psicologo, Psicoterapeuta 52 1
Gentile signora, l'assunzione dell'insensibilità e della cattiveria come scelta di vita al fine di proteggere se stessi, non porta da nessuna parte. Porta solo a un progressivo erigere di barriere e di muri invalicabili per difendersi, cioè all'infelicità. Oppure si possono erigere muri da una parte, ma lasciare altre zone del proprio territorio mentale senza difensiva, completamente in balìa di ogni evento, di qualsiasi attacco distruttivo. Certo, non è facile, in un mondo che ti aggredisce quotidianamente, conformare il proprio comportamento a principi di lealtà, comprensione e rispetto. Lei ha, mi pare di capire, un urgente bisogno di parlare con qualcuno, di aprirsi e ripensare al suo passato e al suo presente. Progettare un futuro migliore. Non possiamo farlo da qui'. Non c'è bisogno che anestetizzi parti della sua personalità, non ci riuscirebbe. Il suo senso della bellezza non lo permetterebbe, anzi, credo che questa sua capacità potrebbe essere un'ottima guida per la sua vita, per le scelte che farà. Prima però, è necessario che faccia i conti con la percezione dell'esclusione, con le incomprensioni, la rabbia, le frustrazioni per non essere stata accettata per quello che era e voleva diventare. Si può comprendere, e forse anche perdonare. Dopo però.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 86 75
"devo abbattere l idea che prestarmi a tale cosa genera in me l ennesimo senso di fallimento"

Oppure può riflettere sul coraggio che dimostra chi decide di chiedere aiuto, il ruolo dello psicologo non è quello di sostituirsi a lei offrendole soluzioni preconfezionate ma, al contrario creare le condizioni favorevoli perché possa attingere alle proprie risorse e riconquistare il potere personale, attraverso una relazione terapeutica in cui si senta accettata, compresa e non giudicata. Soltanto facendo esperienza diretta di tutto ciò imparerà a fare altrettanto con sé stessa.
C'è nelle sue parole un gran bisogno di raccontarsi e di dare spazio a una sofferenza che è rimasta "chiusa" dentro di lei per troppo tempo, non si privi di questa opportunità.
[#17]
Utente
Utente
Grazie tante per le risposte . Di fatto mi sono servite per non farmi domande e darmi risposte da sola . Credo , come giustamente mi suggerite, di dovere iniziare a pensare seriamente ad un percorso terapeutico . C'è sicuramente in me un bisogno di raccontarmi ma forse per poter esorcizzare un passato che non voglio certo dimenticare ma solo lasciarlo in pace dove è giusto lasciarlo . Al momento sento di esserne inseguita ma appunto con il desiderio di lasciarmi alle spalle tutti quegli atteggiamenti e pensieri che a tutt oggi mi impediscono di essere serena . Penso sarebbe stupido adesso non vivermi il tempo e le possibilità che ho e il potenziale che credo sia dentro ognuno di noi . Una volta piantosi addosso è il momento dello step successivo , altrimenti , come temo e la mia coscienza mi dice , il mio rimandare non è altro che la scusa che tengo stretta per il timore appunto di non valere niente e la paura che tutto quello che proverò ' ad essere potrebbe essere l ennesimo fallimento . Nei miei studi in sociologia ho avuto modo anche di conoscere il metodo della profezia auto avverante . Sintetizzando ( parecchio ) accade solo quello che effettivamente vogliamo . Cosi anche per le sofferenze , se si crede che si è destinati a soffrire non accadrà altro che quello . Grazie ancora per il sostegno .
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