Sto impazzendo?

Buongiorno a tutti,dopo dei sintomi di depersonalizzazione/derealizzazione circa 2 settimane fa,ho vissuto in uno stato di apatia continua e ho passato le giornate per lal maggior parte del tempo cercando risposte su internet,ho dedicato tempo anche agli svaghi,ma essendo tutto contornato da un'ansia abbastanza rilevante,non mi sono mai divertito più di tanto.
Ora mi sento troppo confuso,è come se non sentissi i pensieri,la realtà non sembra la stessa di prima e per dire che è come se non sentissi più niente,cioè è come se tutto fosse inutile,è come se fossi morto.
È come se la vita fosse privata della sua importanza,il problema è che è come se tutto avesse perso familiarità.
Come se vivessi dentro me stesso.
Qualcuno potrebbe chiarirmi questa situazione?
[#1]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve, le sembra di poter rintracciare qualcosa che nella sua vita può generare in lei questo suo stato d'animo?

Un saluto,
Enrico de Sanctis
info@enricodesanctis.it

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazzo

In prima battuta è indispensabile una diagnosi corretta: sei stato dal medico di base? Se i sintomi di depersonalizzazione e de realizzazione sono conseguenti ad una crisi d ' ansia, allora bisogna rivolgersi allo psicologo psicoterapeuta.
La confusione che provi ora è normale perché si tratta di sintomi inquietanti e perché probabilmente fai fatica a collegarli al problema.

Quindi, ricapitolando: visita dal medico di base e poi colloquio psicologico

Saluti

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
Dr.ssa Maddalena Chiorazzo Psicologo, Psicoterapeuta 6
Buongiorno,

concordo anche io con quanto riportato sopra dai colleghi.
Si rivolga al suo medico di base che saprà indicarle certamente il giusto percorso.
Nel frattempo cerchi di mantenere la calma e di rimuginare il meno possibile sull'accaduto.

Cordialmente

Dr.ssa Maddalena Chiorazzo
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Psicodiagnostica Clinica e Forense
Senise (PZ)

[#4]
dopo
Utente
Utente
La depersonalizzazione è venuta prima dell'ansia,premetto che questa sensazione già l'ho provata due anni fa ma col tempo svanì e non fu tanto invalidante,quest anno invece mi è capitato di provarla diverse volte anche se in modo fugace,invece questa volta mi ha portato un'ansia profonda,talmente profonda che per una settimana ho vissuto esclusivamente nella mia mente.
Ho provato a svagarmi,ma niente,quanto tentavo la concentrazione,le rimaneva li dov'era ovvero sul senso di irrealtà e sull'ansia :che tutto non torni come prima,che io non mi sentivo più io;
Come se lentamente stessi perdendo l'identità.
Comunque no,Dottor De Sanctis non intravedo nessun evento rilevante che mi abbia potuto portar a questa situazione.Il punto peró è che non sono io il dottore e perció non so definire cosa abbia influito e cosa non.
[#5]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro ragazzo,
le esperienze di depersonalizzazione o derealizzazione sono molto particolari e non vorrei che lei abbia dato questi nomi ("scovati" su Internet? ) a qualcosa di molto diverso e molto caratteristico della sua eta' dello sviluppo.
Ecco io penso si tratti di questi "problemi" evolutivi.
Niente di grave percio'.
E' davvero troppo giovane ora, figuriamoci anni fa, per sperimentare la depersonalizzazione!
Ma potrebbe essere invece una forma depressiva piu' consona all'eta' dello sviluppo.
Ne parli con un medico, uno psichiatra, se davvero e' cosi' preoccupato.
E non cerchi su Internet... le confonde ulteriormente le idee.
I migliori saluti.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#6]
dopo
Utente
Utente
Dottoressa Esposito intanto la ringrazio per la risposta.
Magari i dubbi esistenziali fossero il problema...ho sempre amato i dubbi,sono la forza motrice della nostra specie,anche se mettono in crisi un po' tutto.

Le racconto tutto:
Tutto è iniziato da quando per un attimo mi sono sentito come distaccato da me stesso,come se tutto fosse irreale, premetto che questa sensazione la prima volta che l'ho provata fu due anni fa, ma con il tempo sparí da sola,ora peró è da una settimana che la sento e vedo i conoscenti ma anche i parenti come estranei e anche la realtà è come se non fosse come prima.
Tutto questo per 4 giorni mi ha creato una paura profondissima e tutte le giornate le ho passaate a cercare delle risposte su internet,ovviamente ho cercato di svagarmi,ma anche durante le mie attività è come se vivessi nei pensieri ossessivi che "la realtà tornerà mai come prima,la visione del mondo tornerá mai come prima?"tutte queste domande mi hanno portato ad avere un'ansia continua ma non costante.
Anche quando sembra placarsi,i pensieri che mi vengono in mente sono "la realtà non sembra reale,questa è veramente la mia voce",anche la mattina mi sveglio con la paura di vedere la realtá in questo modo e non più come la concepivo prima.
Premetto anche che non ho avuto nessun trauma o alcuna situazione familiare spicevole,la mia vita è sempre stata discretamente serena e da poco,prima di tutto questo,stava andando anche tutto a gonfie vele.
Dico anche che per tutta la giornata anche mentre gioco a un videogioco oppure mentre sto nuotando,oppure mentre sto facendo qualsiasi cosa è come se il mio pensiero fosse concentrato solo sul senso di irrealtà.
Ho paura che mai tutto tornerà ad essere come prima.
Le emozioni stanno diventando anche più piatte,mi stanco facilmente,ho una sensazione di testa gonfia,l'appetito è diminuito e spesso ho come un nodo alla gola.
Sono sempre stato un ragazzo che studia,ma anche uno che sa divertitrsi,non sono mai stato obbligato da nessuno a fare ció che non mi piace.
L'unico momento della giornata in cui sento più sereno è la sera,è stato anche da sempre il mio momento della giornata preferito.
Ah un'ultima cosa, quando mi guardo allo specchio non mi sento più io,peró i ricordi che ho mi appartengono, in essi io mi ricordo partecipe,mi sento me stesso in essi,ma ora no.
[#7]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve, ho letto con attenzione le sue parole cercando di cogliere il suo stato d'animo.

Immagino che per lei dev'essere molto faticoso vivere il senso d'ansia, la stanchezza, l'inappetenza e un intenso senso di estraneità. Il suo racconto va approfondito ed è importante che lei possa valutare di farlo con uno psicoterapeuta. In effetti le sue parole suscitano in me numerosi interrogativi.

Mi sento di dirle questo ora.
In base alle sue parole, non sembrano esserci elementi particolari che generano il suo malessere. Le cose sembrano andare bene nella sua vita, sembra soddisfatto. Eppure il disagio che sta vivendo ci indica che qualcosa non va. Forse quindi non è proprio così semplice come sembra.

È importante quando dice che non è lei il dottore, perché si apre un interrogativo dentro di lei. Non le sembra che ci sia qualcosa che stia provocando questo suo malessere, ma è proprio così?
Potrebbe esserci invece qualcosa, anche se lei in questo momento non coglie cosa sia. Non lo coglie, ma ha qualche dubbio...

A proposito di dubbio, devo dire che mi ha colpito la sua risposta alla dottoressa Esposito, quando ha detto che i "dubbi sono la forza motrice della nostra specie, anche se mettono in crisi un po' tutto". Condivido il suo pensiero, e le chiedo: per caso, i vissuti che sta provando in questo momento potrebbero essere l'espressione di una sua crisi, con tutta la profonda paura che una crisi normalmente comporta?

Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
info@enricodesanctis.it
[#8]
dopo
Utente
Utente
Beh non so,credo di si in questo anno/periodo mi sono posto talmente tante domande sulla mia identità e sul mio futuro che forse ci si potrebbe riempire un libro di storia per intenderci,ma tutto questo prima che avvennisse questa specie di diluvio universale nella mia testa,soprattutto non credo che dei semplici dubbi possano portarmi alla pazzia.
Quindi non credo che sia una crisi come risultato dei dubbi.Anche perché avevo le idee chiare,prima di tutto ciò(almeno in parte,perchè sul futuro è un po' difficile avere le idee chiare),invece ora mi sento quasi come un bambino indifeso è come se tutta la mia maturità e autostima non esistessero più.è come se non esistessi più un Io.(oppure è una paranoia?)
Poi non so se è normale vedere tutto diverso da prima,non semplicemente avere una concezione diversa,ma bensi vedere la realtà come diversa.
È spaventoso e crea ansie assurde,per non parlare del fatto che distrugge totalmente l'umore.
Sto pensando di essere uno schizofrenico in fase prodromica,so che magari è solo ipocondria,ma il solo dubbio dell'ignoto mi distrugge.
Ora ho una confusione nella testa assurda,quasi non sento i pensieri,non li sento come prima.
Vorrei solo che tutto finisse e che la vita torni come prima e non una tediosa e inifinta agonia.
Comunque la ringrazio per la risposta Dottor de Sanctis.
[#9]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Non parli di pazzia, il suo corpo sta reagendo in un certo modo e le crea un inevitabile malessere, si faccia aiutare.
È un momento critico, che può essere l'occasione per prendere in mano alcuni aspetti della sua vita.
Quel bambino indifeso acquisterà sicurezza e forza e non si sentirà più così spaventato e solo.
Non si scoraggi.

Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
info@enricodesanctis.it
[#10]
dopo
Utente
Utente
Dr. de Sanctis allora mi indicherebbe un percorso psicoterapeutico con lei?
Ah e potrei sapere se la schizofrenia è una variante possibile?
La prego mi risponda perchè ho un paura maledetta della possibilità che potrei sentire voci oppure avere allucinazioni in futuro e non so più cosa pensare.
Ringrazio ancora tutti per la pazienza.
[#11]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le Utente,
le regole del portale non ci consentono di fare invii diretti a noi specialisti.
Se lo ritieni opportuno puoi prendere contatti privatamente con lo specialista.
Tuttavia è evidente da parte tua una propensione all'autodiagnosi e alla patologizzazione del tuo vissuto alimentata dalle informazioni reperite via internet.
Le diagnosi non possono essere fate attraverso una consulenza on line ma che tu stia sperimentando una condizione di ansia è fin troppo chiaro.
Se non hai la possibilità di rivolgerti ad uno specialista privato puoi telefonare direttamente al Consultorio Familiare della tua ASL di appartenenza e prenotare un colloquio con lo psicologo.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#12]
dopo
Utente
Utente
Dr.ssa Camplone la ringrazio per l'informazione e la risposta.
Beh in effetti l'ansia è abbastanza rilevante.
Allora provvederó a contattare uno psicoterapeuta in privato.
[#13]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
La schizofrenia è una condizione molto grave, stia tranquillo. La sua paura di diventarlo non equivale al fatto che lo è. Il punto cruciale è questa emozione di paura molto intensa che prova.

Se lo desidera, può senz’altro contattarmi, vediamoci e vedrà che andrà tutto bene.
La dottoressa Camplone intendeva dire che può recuperare tutti i miei recapiti nella mia scheda personale, dove troverà la mia email e il numero di telefono del mio studio. Mi contatti senza problemi.

La mia scheda personale è qui: https://www.medicitalia.it/enricodesanctis/

Anche nella mia firma trova i miei riferimenti.

Un caro saluto,
[#14]
dopo
Utente
Utente
Dr. De Sanctis la ringrazio per la risposta.
So che la schizofrenia è una condizione grave,ma io le sto parlando dei prodromi,ho paura che in futuro potró diventare schizofrenico e la mia situazione attuale non migliora le cose:gli amici e i parenti li vedo come estranei(anche se a ogni viso saprei darle il nome),la realtà la sento diversa,come un sogno,come se nulla fosse più reale e per non parlare del fatto che mi sento come estraneo a me stesso,non intendo dire che non so le mie origini o la mia identità ma solo che è come se il mio cervello non riesce ad associare il "me" con me.
È una sensazione molto inquietante e la paura di diventare schizofrenico non fa altro che peggiorare le cose,l'unica speranza che ogni tanto mi da sollievo è che due anni fa ne sono uscito.
Non lo so,ho solo paura che non ne usciró questa volta e questa angoscia non credo sia risolvibile perchè sul futuro non c'è certezza.
Aspetteró almeno un mese per vedere se la situazione migliora,poi se non fosse così provvederó a conttattarla,anche se difficilmente credo che sia una cosa risolvibile,mi sento come in una posizione irreversibile,ma almeno la speranza è l'ultima a morire e speriamo che vada come due anni fa.

P.S. Neanche la mia età migliora le cose:ho letto che è proprio ora che si cominciano a vedere i prodromi della schizofrenia.

Ringrazio ancora tutti per la disponibilità e vorrei solo sapere se la schizofrenia è veramente così improbabile.
[#15]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Due anni fa ne è uscito, condivido con lei il fatto che è una speranza importante e un giusto sollievo da ascoltare. Sta vivendo una sensazione "molto inquietante" e chiunque proverebbe il suo stato d'animo di paura, ma allo stesso tempo lei può dire che il suo malessere può passare, non è irreversibile. Nella sua esperienza è stato così, allora perché non dovremmo essere fiduciosi?

Su internet avrà letto di tutto, avrà avuto modo di vedere che il suo malessere, a livello generale, viene diagnosticato più nell'area dell'ansia o anche dell'umore che in quella della schizofrenia.
Io però non credo che sia questo il punto, quando chiede se la schizofrenia è veramente improbabile, sta chiedendo: ma cosa mi sta succedendo, tutto questo è terribile, mi passerà?
Allora ad esempio io posso avere una tosse fortissima, che mi fa respirare male. Mi dà molto disagio e mi spaventa. Così penso: mica avrò un tumore al polmone? Il dubbio è legittimo, e non per questo sono ipocondriaco necessariamente, come si chiedeva. Tenga comunque presente che l'esempio della tosse non è del tutto lineare perché il suo disagio rientra a livello teorico nell'area dell'ansia in particolar modo.

Aspettando qualche giorno vediamo se passerà, può essere un modo buono di procedere. Se sente, infatti, di volersi prendere un po' di tempo, potremmo dire che vuole misurarsi e scoprire quello che succede al suo corpo. Al di là delle diagnosi.
Un consiglio che voglio lasciarle, nel frattempo, è di provare a capire cosa può originare il suo malessere, in modo tale che un giorno non si ripresenti più. Io personalmente partirei da una domanda. Questo "me" che ora non è associato con lei, quando si associa e si integra nuovamente, tornerà nell'evidenza della sua realtà: che cosa implica questo nella sua esperienza di vita? È una domanda esistenziale che riguarda il modo in cui lei vive se stesso e si relaziona con il mondo. Potrebbe riguardare anche quei dubbi di sé di cui parlava, della difficile sensazione di un'incertezza del futuro, di una crisi. Non so come la sente, le lascio questa idea soltanto come una possibile traccia da percorrere.
Piano piano avrà le sue risposte e ce la farà.

Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
[#16]
dopo
Utente
Utente
Dr. De Sanctis la ringrazio ancora per la risposta e soprattutto la pazienza.
(Purtroppo ricaricando la pagina tutto ció che ho scritto si è cancellato,dannazione,vabbe parentesi futile)
Comunque volevo rispondere alla sua domanda per iscritto almeno da definire meglio ció che penso,cosi almeno allevieró anche l'ansia che ho di perdere le mie funzioni mentali e la mia ragione.
Allora riassociare il "me" con me mi porterebbe a riprovare i desideri con più potenza(realisticità),le emozioni con più potenza e soprattutto implicherebbe a sentirsi se stessi quando si fanno le cose.
Soprattutto con l'associazione ritroverei la concentrazione,risentirei i pensieri come prima(meno affollati e confusi,come se non ci fossero),ed è questo quello che più mi serve ora perchè quest'anno mi servono più che mai,perché devo conseguire la maturità e anche la patente,i quali prima di sfociare in questa situazioni sembravano solo delle difficoltà affrontabili con il semplice impegno,il quale ora mi è quasi impossibile da investire(è come se non fossi al 100% dell'efficenza).
Ecco l'associazione implicherebbe nella mia esistenza di vita anche rivedere i miei obiettivi di vita come miei e non come di nessuno.
Ho sempre avuto come desideri:l'Amore,la laurea in filosofia e anche il godermi la vita nei suoi piaceri e nelle sue illusioni fino alla fine.
Ora invece è come se questi stessi obiettivi non fossero i miei e come se fossi distaccato da essi e da tutto,le sto parlando di percezione diversa e non concezione diversa.
Li sento lontani e non dentro di "me" come prima,ecco vorrei solo ritornare quel depresso,lunatico,"bipolare" adolescente che tanto amavo nei suoi difetti e non sentirmi vuoto e come se avessi letteralmente la morte dentro,non voglio più sentirmi come se fossi giá morto:senza desideri ed emozioni.
Voglio solo godermi i tramonti con l'amore di prima,vivere la vita con il fascino e la paura accettabile di prima,vorrei solo risentirmi dentro di me.
Vorrei rivedere i conoscenti come conoscenti e non come estranei.
Da settimane ormai vivo in un auto-osservazione costante,osservando fra l'altro le stesse cose ovvero il vuoto e la sensazione di piattezza continua come se fossi bidimensionale e non più tridimensionale.Mi sento continuamente come se stessi per perdere me stesso e perdere tutto e ogni volta che mi guardo dentro la sensazione raggiunge l'apice e l'estraniazione da me stesso, provando così un'inquietudine che poche persone potrebbero riuscire a sopportare.
Mi viene in mente una citazione di Nietzsche molto pertinente.
"Quando guardi a lungo nell'abisso,l'abisso ti guarda dentro".
Forse è per questo che mi sto demolendo così tanto.
La ringrazio ancora anticipatamente se avrà la pazienza di rispondere.
[#17]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Molto pertinente e molto espressiva l'affermazione di Nietzsche. E certamente ha colto il mio suggerimento di riflettere su di sé.

Le sue parole sono molto preziose e suscitano ulteriori domande su quell'adolescente "depresso, lunatico e bipolare", sull'Amore con la A maiuscola, sugli studi, sulle illusioni. Sui suoi abissi.

Penso fondamentale potere approfondire tutto questo, conoscere il suo abisso e capire che cosa può avere originato il suo attuale e intenso vissuto di estraneità, se è proprio questo abisso magari.
Non possiamo ora farlo qui, immagino che possa comprenderlo lei stesso. Entreremmo in un dialogo che non può essere condotto online, perché ha un valore che merita un'attenzione speciale che non può esserci online. Ed è importante e necessario che ci sia un dialogo che possa svolgersi di persona in uno spazio e con un tempo idonei.

Quando dice: "Volevo rispondere alla sua domanda per iscritto almeno da definire meglio ció che penso, così almeno allevieró anche l'ansia che ho di perdere le mie funzioni mentali e la mia ragione", mi domando se sente il legittimo desiderio di avere un interlocutore, mi domando se si sente solo.

Le sono vicino,
Enrico de Sanctis
[#18]
dopo
Utente
Utente
Salve Dottore e la ringrazio ancora per la risposta, e si ,mi rendo conto che continuare un dialogo qui non sarebbe rispettoso verso la sua professione e quella dei suoi colleghi.
Comunque volevo risponderle sul fatto di sentirmi solo.
È vero che mi sento solo,ma la solitudine io non l'ho mai vista come una cosa sofferente,anzi l'ho sempre adorata perchè comporta una certa introspezione non poco piacevole,ci porta a conoscere meglio noi stessi,insomma a volte serve,solo che ora non è più così perchè ho paura di me stesso e soprattutto ho bisogno di qualcuno che ascolti la mia sofferenza e la mia "malattia" e soprattutto qualcuno che me la spieghi e me la curi,perchè io non ce la faccio più e non so più perchè scrivo su questo sito,forse sono solo guidato dalla speranza di stare meglio,ma così non è perchè ogni giorno sto peggio e se mai avró la notizia che sto per diventare schizofrenico,oppure la notizia che sto per perdere la ragione oppure che non vivró mai serenamente come prima,allora la soluziona sarà solo una.
E non la trovo neanche una cosa immorale perchè come disse Cioran è una libertà che ci concede la vita nelle situazioni da cui non si puó uscire.
Io ora mi sento schiacciato da tutto questo e vivo quasi tutto il giorno con l'imminente sensazione che la realtà mi sta per sfumare davanti,cose c'è di peggio?
Cosa c'è di peggio che vedere tutti i sogni,tutti gli schemi,tutta la propria vita che sta per andare in frantumi senza nessun motivo apparente?
Nessuno!
Niente di tutto questo ha un senso e niente di tutto questo me lo merito,non ho neanche parenti schizofrenici,tutti nella mia famiglia sono stati sani come pesci e io invece sono un morto nel corpo di un vivo.
Amavo la vita e ora non so nemmeno se sto vivendo,mi sento schiacciato,devastato,ho gli occhi pesanti,la testa mi fa male e l'appetito non c'è.
Vorrei piangere ma non ho la forza per farlo.
Come si fa ad intravedere una speranza in tutto ció?
Dua anni fa ne sono uscito si,ma non era così,non sentivo l'estraniazione da tutto,ma solo dalla realtà,e ció non mi ha comportato tanti problemi perchè la superai semplicemente negando che la sensazione sia vera,invece ora procedere in questo modo mi sembra quasi impossibile,non ho quasi più forze mentali e questo comporterà anche il mio fallimento alla maturitá,bene,così anche il futuro non ha più senso.
Grazie ancora Dottore.

P.S. Il suo approccio è psicodinamico nella psicoterapia Dottore?
[#19]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Ci terrei a comunicarle che non possiamo continuare un dialogo qui non per una questione di mero rispetto verso la nostra professione, ma per una questione di rispetto verso di lei.

Se si potesse fare da un punto di vista clinico, certo che la aiuteremmo molto volentieri qui. Anche a me dispiace non poterla aiutare qui, ci dispiace sapere che sta male e sapere di poterle dare una mano solo nei limiti di quel che è possibile fare online.

Lei ha detto cose così importanti di sé e quando le dico che servono uno spazio e un tempo necessari, lo dico perché non è possibile altrimenti. Si immagini il significato di una seduta che dura 50 minuti, di darsi il tempo per incamerare ciò che succede in quello spazio, di riflettere sul suo stato d'animo nel vivo della relazione, di sapere che può tornare ancora se lei lo sente un valore, di sapere che non è più solo e che attraverso un possibile lavoro terapeutico lei potrà superare questo malessere che la tormenta, risentendo finalmente la vita nelle sue mani. Le crisi possono essere preziose occasioni per reinventarsi, anche se è difficile.

Il mio approccio è psicodinamico, ma forse al di là di queste definizioni ha avuto modo di conoscerne un frammento in questo scambio più di tante parole in grado di spiegarlo in teoria.

Facciamo il tifo per lei, per la forza che sta mettendo in questa sua faticosa ricerca che, come tutte le ricerche vere, non può non essere accidentata.
Enrico de Sanctis
[#20]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio ancora per la pazienza e la risposta Dottor De Sanctis.
Volevo dirle che sono stato da uno psicologo psicodinamico e ho condotto un colloquio gratuito.
Durante questo colloquio lo stesso specialista è giunto alla conclusione che lei mi ha comunicato insieme ai suoi colleghi ovvero che è solamente una " fase dell'adolescenza".
Beh vorrei credere a questa diagnosi.
Ma tutti i punti portano da un'altra parte,la schizofrenia,non è un ossessione,magari lo fosse leggendo un articolo su internet e scoprendo da mia madre che mia zia è schizofrenica ormai ho le mie certezze:sono nella fase pre-psicosi.

Questo è l'articolo: http://www.nessuno-perfetto.it/cosa_sono_i_prodomi.html

E combacia assolutamente con la mia situazione.
Ora ho veramente paura.
[#21]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Suvvia, leggendo quell'articolo e senza contestualizzarne il contenuto come dovuto, tutti possiamo essere nella fase pre-psicosi. Non si ha neanche modo di capire chi sia l'autore, almeno non sono riuscito a trovare il suo nome.

Sta vivendo una situazione di malessere, per quanto mi riguarda non è una fase dell'adolescenza, ma può capitare anche in altre età. Nessuno di noi è immune dalle crisi.

Il collega la rincuora. Ha fatto un passo importante andando da lui.
Ha potuto vederla dal vivo e, da come dice, sostiene che lei non si trova nella fase pre-psicosi.
Poiché lei sente che non è così, questo è importante, continui a parlargliene, gli dica quanta paura sente e gli mostri l'articolo che ha letto.

È stato davvero in gamba. So che sta male, ma non dimentichi che ci vuole un po' di tempo.
Online, nostro malgrado, non possiamo proseguire.

Un augurio sincero,
Enrico de Sanctis
[#22]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio ancora per la disponibilità e provvederó a continuare un percorso psicoterapeutico.
Grazie veramente ancora con la pazienza e la grandissima disponibilità con cui ha risposto alle mie domande.