Sono disperata

Buongiorno, vi scrivo perché sono disperata, arrabbiata, delusa.

Da circa un mese sto vivendo una situazione familiare particolare, in un nucleo familiare dove già c'erano problemi. La situazione è delicata, coinvolge mio fratello, il quale ha been pensato di tornare a casa, nonostante avesse una vita propria, lavoro e casa di proprietà.

Non scendo nei dettagli perché la questione è in mano a degli avvocati.

Quello che però mi turba è la mia situazione. Sono una fuori corso in una facoltà di per se già lunga, negli anni ho avuto molti problemi, questioni familiari che mi hanno enormemente distratta causando forti rallentamenti nel percorso di studio. Sono una fuori sede, ma agli inizi rinunciai a trasferirmi nel pressi dell'università perché i miei genitori avevano comprato una casa per mio fratello e non potevo gravare ulteriormente. Tuttavia, questa situazione mi lasciava perennemente arrabbiata e questo mi creava forti problemi di concentrazione. Col tempo mi rassegnai.

Alcuni anni dopo riuscii a trasferirmi, seppur per un breve periodo, in una struttura, ma qui iniziavano i sensi di colpa, e tornai a casa. Negli ultimi mesi la convivenza non ha fatto che peggiorare, al punto che mi è stato proposto, da mia madre, l'acquisto di una casa (che io ovviamente condividerei con dei coinquilini). Fin qui mi sembrava quasi incredibile, ma le misi subito in chiaro che avere un mutuo e un'ipoteca sulla casa mi sembrava troppo. Nonostante questo, lei si è sempre mostrata tranquilla, ma qui arriviamo a circa un mese fà, quando mio fratello si presenta a casa e, ovviamente, quelli che dovevano essere i miei progetti sono nuovamente svaniti nel nulla, di nuovo nel dimenticatoio perché di nuovo bisogna pensare a risolvere i suoi problemi.

Qui comincio di nuovo ad avere una rabbia incontrollata, non faccio che pensare a quanto siano ingiusti e a quanto lo siano stati i miei genitori, a come ci siano disparità. A come si preoccupino che lui stia bene e lo desiderano, fanno qualunque cosa per renderlo felice. Io soffro di ansia e depressione e mai una volta in tutti questi anni, nemmeno quando ne ho parlato apertamente con mia madre, nemmeno in quel caso ha mostrato un po' di comprensione. Lo so che arrabbiandomi non risolvo nulla, ma davvero, ogni giorno è così, non riesco a leggere una frase intera senza farmi prendere di nuovo dalla rabbia.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Gentile signora,

in effetti il problema economico c'è e Lei potrebbe prendere le distanze da un nucleo familiare problematico allontanandosi anche fisicamente e rimettendosi al lavoro per conseguire finalmente la laurea.

Ciò che mi colpisce, tuttavia, è il Suo senso di colpa: come mai una volta trasferita prova questo senso di colpa che La riporta a casa? Se Lei per prima non è in grado di allontanarsi con coraggio da una situazione che non è colpa Sua e che non può salvare Lei, allora le cose non cambieranno mai.

Certamente non è facile da attuare questo piano, perché capisco che oltre alla rabbia c'è anche molto amore per la Sua famiglia, ma non spetta a Lei salvare nessuno. semmai potrebbe suggerire un aiuto professionale sia ai Suo igenitori sia a Suo fratello.

Cordiali saluti,
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Buongiorno a lei, immagino che sia faticoso trovarsi in una situazione familiare, con un carico emotivo significativo, che riesce a trasmettere con le sue parole, quando descrive un senso di "disperazione, rabbia, delusione".

Mi sembra che questi vissuti molto intensi condizionino i suoi progetti e la sua vita, e questo è un aspetto fondamentale che merita attenzione.

I suoi sentimenti sono importanti e devono essere compresi, affinché lei possa affrontare in un modo diverso il peso dei suoi conflitti familiari.

È vero che soccombere alla rabbia non la porta lontano, come lei dice: "Arrabbiandomi non risolvo nulla".
Però magari con l'aiuto di uno psicoterapeuta, se potrà dare un senso ai suoi vissuti emotivi, partendo proprio da qui, sono sicuro che riuscirà a riprendere in mano la sua vita. In fondo, attraverso il suo breve ma intenso racconto, ha già cominciato a farlo.

Attraverso questo lavoro, dal mio punto di vista, potrà concentrarsi su di sé, costruire un senso di appartenenza e non sentirsi più sola.

Un saluto,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Buongiorno a lei, immagino che sia faticoso trovarsi in una situazione familiare, con un carico emotivo significativo, che riesce a trasmettere con le sue parole, quando descrive un senso di "disperazione, rabbia, delusione".

Mi sembra che questi vissuti molto intensi condizionino i suoi progetti e la sua vita, e questo è un aspetto fondamentale che merita attenzione.

I suoi sentimenti sono importanti e devono essere compresi, affinché lei possa affrontare in un modo diverso il peso dei suoi conflitti familiari.

È vero che soccombere alla rabbia non la porta lontano, come lei dice: "Arrabbiandomi non risolvo nulla".
Però magari con l'aiuto di uno psicoterapeuta, se potrà dare un senso ai suoi vissuti emotivi, sono sicuro che riuscirà a riprendere in mano la sua vita. In fondo, attraverso il suo breve ma intenso racconto, ha già cominciato a farlo.

Attraverso questo lavoro, dal mio punto di vista, potrà concentrarsi su di sé, costruire un senso di appartenenza e non sentirsi più sola.

Un saluto,
Enrico de Sanctis
[#4]
dopo
Attivo dal 2016 al 2019
Ex utente
Dott.ssa Pileci, mi sentivo i colpa per via del mio ritardo negli studi e perché ogni mese, sentivo mia madre lamentarsi di tasse, affitto, quindi non potevo che sentirmi in colpa. Anche se non esitava ad aiutare economicamente mio fratello, nonostante non ne avesse bisogno. Così come non ho mai sentito nessuno lamentarsi per avergli costruito un casa sotto sua dettatura e senza mutuo.

Ho suggerito loro un supporto psicologico ma, mentre all'inizio sembravano quasi disposti, nessuno ha messo in pratica l'idea.
Io stessa sono in terapia, ma non so nemmeno se sarò costretta a sospendere. E, nonostante, io sia in terapia, anche se da poco, a nessuno è mai venuto il dubbio che potessi avere dei problemi, anzi. Questo non fa che aumentare la mia rabbia, perché basta uno sguardo triste di mio fratello per metterli in allerta, io sono disperata e lo sono stata più volte negli anni ma nulla, mai nemmeno una parola di conforto.
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dopo
Attivo dal 2016 al 2019
Ex utente
Dr De Sanctis, la ringrazio per la risposta, ringrazio anche la Dott.ssa Pileci.

"Mi sembra che questi vissuti molto intensi condizionino i suoi progetti e la sua vita, e questo è un aspetto fondamentale che merita attenzione".

Il problema è che nessuno comprende che questi loro problemi influenzano anche me, la mia vita, il mio umore ed il mio studio. Al contrario, vengo etichettata come quella che non farà mai nulla, che non sto studiando ma non ho motivi validi perché nessuno mi sta disturbando. In questa situazione e con queste parole io non riesco davvero a mantenere la calma, perché sarebbe anche tutta colpa mia! Ogni mattina mi sveglio ascoltando a ripetizione quelli che sono i problemi di mio fratello, a subìre quelle che sono le sue abitudini, perché è normale che dopo dieci anni in cui ha vissuto in un'altra casa, abbia delle sue abitudine, ma a lui non importa nemmeno quanto possa dar fastidio. Ma in questo caso, sono io ad esagerare. Quello che vedo io è una specie di uomo che ha bisogno della madre per le faccende domestiche e che non è in grado, nonostante sia adulto, vaccinato, e abbia un lavoro, di vivere nella casa che ha voluto e che i suoi genitori gli hanno comprato, privando anche me della possibilità, un giorno, di aiutarmi in un eventuale progetto. E mi è stato detto anche molto chiaramente.

Io però adesso devo studiare, perché sono già trascorse troppe settimane, ma ogni piccola parola che mi viene detta non fa che aumentare la rabbia.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
So che non è facile, le sue parole sono evocative in proposito.

Credo che andare in terapia sia la scelta giusta, col tempo le emozioni che sta vivendo cambieranno. Posso chiederle se sente di potersi confidare con il suo terapeuta e raccontarsi come sta facendo con noi?

Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
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dopo
Attivo dal 2016 al 2019
Ex utente
Sì, certo! Ne parlo molto, adesso avevo probabilmente bisogno di sfogarmi per delle discussioni della mattinata, ma in genere prendo nota degli argomenti di cui ho bisogno di parlare in terapia nella seduta della settimana.

Forse avevo bisogno di sentirmi (adesso) dire che non sono completamente in torto se, dopo anni, ho deciso di pretendere i miei spazi senza prese in giro, ma in maniera chiara e pratica.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Gentile Utente,

anche secondo me è un'ottima idea quella della psicoterapia e sono certa che ne avrà dei vantaggi.
La rabbia e la frustrazione di cui ci parla poco predispongono i Suoi parenti a trattarLa come trattano Suo fratello, accudendolo costantemente. Forse Lei, attraverso le vicende dolorose che si è trovata ad affrontare nel corso della vita, si è presto resa autonoma e quindi i Suoi parenti pensano che sia solo Suo fratello ad essere bisognoso di accudimento e premure, trascurando Lei e i Suoi bisogni. In ogni caso, sta a Lei modificare il Suo atteggiamento con i Suoi parenti, perché si sono create delle dinamiche create da tutti i personaggi coinvolti e che vengono rafforzate da tutti voi con i vostri comportamenti e abitudini.

Cordiali saluti,
[#9]
dopo
Attivo dal 2016 al 2019
Ex utente
Eccomi di nuovo con lo stesso problema. Sono trascorsi quasi due mesi da quando ho scritto questo post e le cose non sono cambiate.

Ho ricominciato a studiare, seppur con molte difficoltà, avevo infatti abbandonato la preparazione di un esame, completamente. Continuo a vedere il mio terapeuta, e sto cercando di impegnarmi al meglio, credo di aver ripreso, spero, il senso della terapia che da un po' avevo perso.

La situazione famigliare non è cambiata, a mio parere è peggiorata. Con un fratello che si comporta da adolescente, i genitori che lo assecondano ed i miei momenti di sconforto che passano inosservati.

Forse più di tutto, vorrei che mi si dicesse che ho ragione, che negli anni ho dovuto sopportare tante, troppe cose. Dalle liti dei miei genitori ai capricci di mio fratello, e sempre in silenzio. Ma adesso non sono una bambina, non sono invisibile. Sono delusa e rassegnata perché ho chiesto espressamente aiuto a mia madre, ma nulla. C'è mio fratello che ha sempre bisogno di qualcosa, che siano attenzioni o beni materiali, ed io devo arrangiarmi.

Il problema è che sono fortemente stufa di arrangiarmi, e stufa di dover trovare soluzioni. Da sola. Per una volta avrei voluto che, almeno mia madre, fosse interessata al mio benessere, a farmi crescere e maturare come persona, invece no. Mi trovo a vivere nella frustrazione di una vita in cui mi sono sentita messa da parte, in cui ho sempre pensato di non contare nulla ed eccomi, mi trovo a questa età a non aver vissuto, a non aver concluso un corso di studi, a non aver fatto nulla.

E nessuno lo capisce! So che dovrei rimboccarmi le maniche e smetterla di lamentarmi, ma lo sconforto è immenso.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Non è strano che le cose non cambino dentro di lei in poco tempo, anche se capisco lo sconforto.

Quando dice che vorrebbe sentirsi capita, afferma una cosa importante di cui tutti noi abbiamo bisogno. Nel consulto ci dice che forse sta cercando questo anche da noi, come se appunto fosse qualcosa che sente carente nella sua esperienza.

Purtroppo se da parte degli altri a cui teniamo quello che lei cerca non arriva, questo potrebbe essere un fatto che non cambierà perché non dipende da lei.

Quando questo accade, l'importante è che lei non pensi che allora non merita attenzioni e, poiché non le sente arrivare, alla fine si convince di non avere un valore di sè e non sente una sicurezza in se stessa.

Sarà lei per prima, nel tempo e con l'impegno che mostra nella sua ricerca interiore in terapia, a imparare a dare ragione a se stessa, con fiducia, senza dipendere più dall'approvazione degli altri.

Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
[#11]
dopo
Attivo dal 2016 al 2019
Ex utente
Buongiorno Dr De Sanctis, purtroppo avendo vissuto in quest'ambiente e in queste circostanze, mi sono sempre sentita un po' messa da parte. Come se non fosse necessario o importante occuparsi e preoccuparsi di me e per me. Come se fossi quella sacrificabile, non avessi bisogno o meglio, non fosse necessario. E purtroppo non ho ancora capito che il loro modo di pensare non cambierà perché lo voglio io.

E' triste non sentirsi capiti da chi, al contrario, dovrebbe provarci ad ogni costo.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
È vero, è triste. E questo sentimento doloroso, a mio parere, può parlare di una sua consapevolezza, che le sarà molto utile nel futuro per non sentirsi più solo figlia, ma scoprirsi una persona a tutto tondo.

Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
[#13]
dopo
Attivo dal 2016 al 2019
Ex utente
E' vero, ma sarà durissima distaccarsi