Black out mentale pre esame

Buonasera, sono una studentessa al 4 anno di medicina.
Sono da sempre una persona molto meticolosa che mette sempre tutta se stessa in ogni cosa che fa, anche la più stupida, e per questo somatizzo molto ed arrivo sempre in condizioni di grande stress e ansia.
Vi scrivo per un aiuto. Ormai non ce la faccio davvero più.
Mi capita spesso di avere un ansia terribile che non mi permette di studiare bene e che diventa sempre piu grande con l'avvicinarsi dell'esame in questione.
È un problema che ho soprattutto con gli orali, agli scritti sono tranquillissima, ma il solo pensiero di dovermi trovare di fronte a un professore che debba giudicare la mia preperazione mi fa chiudere completamente la testa e non ricordo assolutamente nulla, o al massimo ho una performance davvero pessima con un pessico lessico e pessima capacità di esprimermi, col risultato di dover dire ogni volta di essere entrata nel pallone piu totale, scusandomi e sperando che il professore di turno capisca il mio stato d'animo.
Sono davvero esausta, studio tanto e sono anche preparata ma magari se so meno bene un argomento o non mi sono rivista una paginetta, mi sento come se non sapessi nulla e una parte di me si autoconvince di mollare.
Non mi succede sempre, a volte riesco a controllare bene l'ansia e sono tranquilla, altre volte il mio colloquio inizia male per poi riprendermi, come se dovessi risollevare la situazione e non ci fosse piu spazio per l'ansia.
Oggi ho abbandonato una seduta d'esame perchè davvero nel pallone totale, non riuscendo a rispondere nemmeno ad una domanda a piacere.
Non accetto che mi succeda questo, non è giusto per quanto studio e per i sacrifici che faccio.
Spero in un vostro aiuto.
[#1]
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile ragazza,

Solo una domanda prima di proseguire nel consulto:
Lei prova ansia legata al timore del giudizio, da parte della commissione d'esame, quando si trova seduta di fronte al professore.

Le capita di temere il giudizio degli altri anche in circostanze/occasioni che prescindono dall'esame?
Es: con amici, in famiglia, con persone che non conosce etc?

Altra cosa: ha avuto un'educazione genitoriale/scolastica, tendente al perfezionismo (fare assolutamente tutto per bene) e all'importanza del giudizio degli altri su quello che lei faceva e/o fa?

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

[#2]
dopo
Utente
Utente
Dottore, grazie mille per la risposta.
Assolutamente no, nella vita di tutti i giorni e nei rapporti interpersonali non ho alcun tipo di ansia, anzi le dirò di più, sia in amicizia che in famiglia, in ogni situazione stressante o poco piacevole o che potrebbe provocare ansia e disperazione, io sono il punto fermo che sostiene gli altri, quella che non perde le staffe e sostiene tutti.
Per quanto riguarda l'educazione, i miei genitori mi hanno sempre dato carta bianca, sempre contenti di qualsiasi voto, addirittura mi spingono a scendere un po e distrarmi dicendomi che se non faccio un esame non muore nessuno! Quando scelsi medicina e prima ancora il liceo classico, ricordo che mi dissero "ma sei sicura? Fai una cosa piu semplice /piu breve". E mi hanno sempre supportato ed elogiato nei miei successi.
Forse il problema sono le mie aspettative. Nel senso che quando studio molto per un esame punto al massimo, questo mi riempie di ansia e sento di non sapere bene nulla, come se una vocina dentro di me mi dicesse "è inutile tanto non riesci".
Quando invece ho poco tempo per preparare un esame che magari non avevo messo in programma di fare, e ho solo da guadagnare, vado molto tranquilla come se non ci fosse spazio per l ansia, come se dovessi concentrarmi e dare il tutto per tutto, e ottengo risultati migliori perchè non ho ansia.
[#3]
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Verosimilmente, più che sulle alte aspettative (che comunque hanno un ruolo non indifferente); il concetto su cui , probabilmente, bisognerebbe riflettere è il giudizio/valutazione, che lei da a sé stessa e sul senso, che forse avverte, di scarsa autoefficacia personale: "quando studio molto per un esame punto al massimo, questo mi riempie di ansia e sento di non sapere bene nulla, come se una vocina dentro di me mi dicesse "è inutile tanto non riesci". = Autovalutazione di sé stessa!

Perfezionismo e senso di autoefficacia, sono componenti dell'ansia che, non di rado, vanno a braccetto.
Lei studia moltissimo per raggiungere lo scopo di fare un esame eccellente e prendere un buon voto. Ma il perfezionismo è una componente, che bisognerebbe far scemare con il tempo.
Lei stessa appare perfezionista nel primo consulto quando scrive: "ma magari se so meno bene un argomento o non mi sono rivista una paginetta, mi sento come se non sapessi nulla e una parte di me si autoconvince di mollare."

Lo riesce a vedere ora il legame tra perfezionismo ( "non mi sono rivista una paginetta") e senso di scarsa autoefficacia a riuscire ("una parte di me si convince di mollare") ?

Tutte queste credenze e fattori ansiosi, scompaiono quando, come si usa dire: " ci si butta a fare l'esame". Magia? No.

- se preparo bene un esame non posso compromettere la valutazione che ho di me stessa, prendendo un brutto voto. Ed è già nel momento in cui lei si mette meticolosamente a studiare 3 mesi prima, che inizia a subentrare l'ansia anticipatoria che, con il passare del tempo, la condurrà veramente a provare una tremenda ansia il giorno dell'esame. E l'ansia molto spesso blocca. Ergo: Black out

- se invece mi butto, non devo mica fare i conti con la mia autostima. Alla fine non ho avuto tempo per essere perfetta. Vada come vada. Triste non ci rimarrò mica. E l'esame, guarda caso, va bene.

Che ne pensa?
Le torna qualcosa?
[#4]
dopo
Utente
Utente
Credo che lei abbia perfettamente ragione..
Ci sono persone però che con questi presupposti rendono molto quando si impegnano. In me subentra questo stato di ansia e blocco.
Come potrei superarlo?
[#5]
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
"Ci sono persone però che con questi presupposti rendono molto quando si impegnano". Vero!
ma la ricerca e la pratica clinica, ci dicono che sono persone che, assumendo tendenze estremamente perfezionistiche, hanno un'alta probabilità di sviluppare nel tempo: disturbi del comportamento alimentare (soprattutto le donne) e ansia patologica come, ad esempio, disturbi dello spettro ossessivo.
Ergo: chi gliela fa fare?

Per questo, il mio suggerimento è quello di avvalersi della lettura di due libri. Fondamentalmente sono testi teorico/pratici (ci sono piccoli e anche divertenti esercizi da fare) di auto-aiuto, che insegnano a gestire ansia e perfezionismo e che sono facilmente reperibili online o in libreria.

- "Sette mosse per liberarsi dall'ansia" di Robert L. Leahy. Editore Raffaello cortina

- "Nessuno è perfetto. Strategie per superare il perfezionismo" di Martin M. Antony & Richard P. Swinson. Edizioni eclipsi.

Li prenda. Li legga anche quest'estate sotto l'ombrellone. E poi, se vuole ci faccia sapere come va con i prossimi esami...



Ps: dato che studia medicina e oggi abbiamo parlato di perfezionismo, le propongo questa lettura ;) http://www.stateofmind.it/2013/01/lance-armstrong-doping-perfezionismo/

In bocca al lupo
Cari Saluti
Ansia

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