Continua sensazione di ansia e inadeguatezza

Salve, non so bene cosa mi stia succedendo sono sempre stata una persona un po triste e in continua ricerca di attenzioni da parte degli altri, ultimamente però mi sono resa conto di pensare e fare cose che non sono considerate normali. Sono in continua ricerca su internet per poter autodiagnosticarmi un disturbo o qualcosa che spieghi il mio comportamento. Negli ultimi anni ho praticamente smesso di uscire di casa se non è necessario, anche solo uscire per buttare l'immondizia sotto casa mi reca disagio, con gli amici mi invento sempre scuse dicendo che ho altri impegni o sto male ma in realtà passo la giornata a letto, ho provato ad andare a lavoro ma sono durata solo 4 giorni e poi ho deciso di licenziarmi perché non ce la facevo, il punto non è che io abbia paura o altro è più una sorta di vergogna, non voglio farmi vedere dalle altre persone, inizialmente pensavo fosse per l'acne di cui soffrivo ma ultimamente la situazione della mia pelle è migliorata e invece la voglia di uscire diminuita quindi non riesco a spiegarmelo.
Le attenzioni che ho sempre voluto invece le sto indirizzando sul mio peso più dimagrisco più vengo notata, sono sempre stata magra e dicevo a tutti che non lo sopportavo ma in realtà non era vero anzi quando noto di aver perso peso sono contenta non tanto per una questione estetica più per il fatto di avere il controllo, non mi piace il mio corpo ho una malformazione allo sterno chiamata pectus excavatum è anche questa mi provoca disagio solo al pensiero che qualcuno se ne accorga mi viene l'ansia e ovviamente evito ogni tipo di situazione che possa mettermi nella situazione di dover spiegare a qualcuno perché. In un certo senso credo di sentirmi inferiore agli altri per i difetti che ho è questa cosa mi irrita perché so che è stupida, sono arrabbiata e frustrata con me stessa per non poter essere ciò che voglio, esteticamente, mentalmente ma anche professionalmente, uno dei miei problemi infatti è anche quello di non sapere che strada intraprendere nella vita ed è una cosa che ultimamente mi sta tormentando però piuttosto che fare qualcosa sto a letto a deprimermi, mi sento di non avere più voglia che l'unica soluzione sia dormire e non pensarci. Oltre a ciò non sono neanche in grado di avere una relazione, ogni persona che mi si avvicina (in senso romantico) la respingo e non capisco il perché, cercando su internet ho trovato la definizione "lithromantic" il che indica una persona che prova un attrazione e dei sentimenti ma una volta ricambiati questi cessano, ed è esattamente quello che ho sempre provato io ogni volta che qualcuno ricambiava il mio interesse iniziale quello scompariva e veniva sostituito da una sensazione di aver sbagliato che non è la cosa giusta da fare, quasi una sorta di repulsione nei confronti della stessa persona non considerata più adeguata. Ora questo è un po uno sfogo e vorrei solo sapere che c'è che non va in me perché non riesco a essere felice e comportarmi normalmente.
Grazie
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

senza conoscerla non siamo in grado di dirle "che c'è che non va in lei" e "perché non riesce a essere felice e comportarsi normalmente".
Per poterle rispondere occorre valutare attentamente molti elementi e la storia della sua vita per arrivare anche solo ad una diagnosi precisa, nel caso in cui lei soffra di un disturbo psichico.
Non ha mai pensato di rivolgersi di persona ad uno psicologo?

Le consiglio sentitamente di evitare di cercare diagnosi e spiegazioni su internet perchè non è in grado di dare il giusto peso a ciò che legge, non avendo una formazione specifica in Psicologia, nè di comprendere se quello che trova scritto corrisponde davvero al suo stato mentale.

La bassa autostima, il conflitto fra desiderio di attenzione e la repulsione nel momento in cui la ottiene e il desiderio di controllo sul suo corpo potrebbero corrispondere a quadri clinici di diverso tipo, ed è importante arrivare a stabilire quale sia il suo problema attraverso una valutazione attenta di tutti gli elementi.

Al di là di quale sia la diagnosi più rispondente alla sua realtà è possibile che il suo malessere dipenda dalla sua storia familiare e cioè dalla relazione con i suoi genitori: come si sono comportati con lei durante la sua crescita?
Che atteggiamento hanno avuto nei suoi confronti e come la trattano tuttora mamma e papà?
Sono stati di supporto alla sua autostima?
L'hanno incoraggiata o criticata?
Cosa si aspettavano da lei?
Si rendono conto del suo disagio? Se sì, cosa ne dicono?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta, a dir la verità ho già visto degli psicologi quando avevo 15/16 anni e mi era stato diagnosticato un disturbo ADD, non so se questo possa essere correlato a come mi sento ora.
Per quanto riguarda la mia storia famigliare credo che la cosa che mi abbia colpito di più fosse il fatto che spesso mio padre alzava le mani su di me (considerato da lui il metodo migliore per educare dei figli) per questo motivo quando i miei genitori si sono separati a dir la verità ero felice di non doverlo più vedere, nonostante ciò ci sono sempre stata male comunque, ho provato una volta ad affrontare l'argomento con lui ma mi ha interrotta facendo solo una battuta, ora lo vedo ogni tanto e solitamente si conversa solo di cose futili.
Per quanto riguarda mia madre non gliene ho mai parlato chiaramente ma sospetta che c'è qualcosa di "strano" in me. Credo che anche mia madre sia una persona triste, dopo che mio padre l'ha lasciata è quasi sempre stata sola, sicuramente non è contenta della persona che sono, non riconosce quasi mai i traguardi che riesco a raggiungere piuttosto mi critica sulle cose che non riesco a fare continuando a rinfacciarmi quanto i sia stata stupida ad aver preso decisioni differenti da ciò che lei voleva, come per esempio l'università, non avevo le idee chiare ed è stata lei ad iscrivermi e io diciamo che ho accettato la cosa non sapendo comunque quello che volevo fare, 5 mesi dopo ho lasciato e lei a distanza di un anno continua ancora a rinfacciarmelo.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Se nel suo passato ci sono maltrattamenti subiti in famiglia e poi la perdita del rapporto con suo padre (per quanto non fosse positivo) è comprensibile sia che da ragazzina fosse "agitata" (la rabbia repressa spesso si trasforma in iperattività e incapacità e rimanere concentrati), sia che oggi fatichi sul piano relazionale a legarsi ad un ragazzo.

Se ha paura che un potenziale partner si avvicini perchè in fondo teme che si riveli essere come suo padre è ovvio che respinga chi in primo momento la attrae e prova ad avvicinarsi a lei.

Certi problemi familiari segnano profondamente la vita dei figli e anche l'atteggiamento troppo critico e svalutante di sua madre non l'aiuta di certo.

Come le dicevo, è importante che si faccia aiutare di persona perchè gli spunti che possono arrivare da qui non sono sufficienti a risolvere il problema.

Ci rifletta!
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