Ansia e tachicardia

Salve a tutti! Ho 18 anni e soffro fin da piccola di ansia (non è un modo di dire, dai 5/6 anni ho avuto manifestazioni ansiose che solo dopo ho riconosciuto essere tali, come sensazione di difficoltà a respirare o mal di pancia psicosomatico). Dopo 4 anni tranquilli in cui avevo imparato a controllare l'ansia e a vivere serenamente, seppur sempre con la sensibilità che mi contraddistingue, tutto è tornato più forte di prima con l'inizio dell'università e il trasferimento in un'altra città. Vengo al punto: la mia vita sta andando aventi con alti e bassi, cerco di combattere l'ansia e quasi mai mi faccio sopraffare, non è invalidante per la mia vita sociale (vado sempre a lezione, esco, vedo le persone, pranzo e ceno fuori, prendo i mezzi pubblici, ecc..), a dire il vero solo una volta ho saltato l'uni e sono dovuta rincasare prima perché non riuscivo a stare in un posto affollato, l'unica cosa che non riesco a fare è sostenere uno sforzo fisico e questo sta diventando un problema. Ogni cosa a dire il vero che mi aumenta il battito cardiaco mi manda nel pallone, mi offusca e mi sento sull'orlo di un attacco di panico, forse perché con l'ansia arriva sempre un'ipocondria latente e ho paura che lo sforzo fisico mi possa portare a stare male? Parlo di un semplice svenimento ma anche di un infarto (i miei pensieri si concentrano di solito sulle cose più gravi). Forse dovrei rivolgermi ad uno psicologo ma ho paura che mi indirizzi verso uno psichiatra e non ho intenzione di diventare dipendente da ansiolitici già a 18 anni, mi sentieri un fallimento, dovrei spaccare il mondo e non è possibile che non riesca a controllare una cosa che parte dal mio cervello, non me ne capacito.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

quello che le sta succedendo è semplice: ha trascinato per molti anni uno stato d'ansia per il quale non è stata curata e ora, in occasione di un cambiamento importante come il trasferimento e l'inizio dell'università, la situazione si è riacutizzata.

Lei dice infatti questo:

"Dopo 4 anni tranquilli in cui avevo imparato a controllare l'ansia e a vivere serenamente, seppur sempre con la sensibilità che mi contraddistingue, tutto è tornato più forte di prima con l'inizio dell'università e il trasferimento in un'altra città."

e non posso risponderle altro che "controllare" l'ansia non è un obiettivo che porti a liberarsene, ma solo a "nascondere la polvere sotto il tappeto".
L'ansia non va controllata, ma capita, decodificata, collegata alle sue cause, per potersene liberare.

Le suggerisco di conseguenza di non insistere nell'idea che ciò che conta sia il controllo, imparando invece a considerare la questione in altri termini e comprendendo che prima di tutto è importante capire perché sta male e da dove nasce il suo disagio.
Si faccia aiutare da un mio collega in questo lavoro di analisi e nella risoluzione del problema.

In bocca al lupo per i suoi studi,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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