Ossessione attività fisica

Buongiorno
Ho 48 anni e pur essendo normopeso da circa 20, la mia mente è rimasta grassa come lo ero durante l adolescenza..
Ho avuto un tumore al seno 4 anni fa e da allora ho cambiato alimentazione e sviluppato una specie di ossessione per l attività fisica. Ho il terrore sia di riammalarmi che di ringrassare se dovessi smettere di allenarmi..eppure già frequentavo la palestra quando mi è capitato. Non sono mai soddisfatta di me stessa, pretendo sempre di.più e costantemente mi vedo grassa e penso a come fare a perdere peso..il colmo è che continuo ad avere gli stessi atteggiamenti pur non ottenendo i risultati sperati. Perché non riesco a compiacermi di ciò che ho ottenuto? Provo rabbia e frustrazione verso me stessa, mantenere questi standard così alti mi relega dentro una prigione.. per non parlare dei problemi con il cibo. Mi sforzo di mangiare esclusivamente cose sane quando sono in compagnia, ma cedo miseramente appena rimango sola e mi ingozzo di schifezze, azzerando di fatto la mia autostima.
Grazie per il vostro aiuto
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile utente,

partiamo dal presupposto che siamo online e quindi non possiamo fare altro che ipotizzare.

“ la mia mente è rimasta grassa come lo ero durante l adolescenza..”.È probabile che, nel corso degli anni, lei abbia sviluppato e utilizzato la strategia di una intensa attività fisica per far fronte e gestire, a modo proprio, l’insoddisfazione per le sue forme corporee. Aimè, adesso ci stiamo rendendo consapevoli che verosimilmente non è stata e non è la strada più idonea: “il colmo è che continuo ad avere gli stessi atteggiamenti pur non ottenendo i risultati sperati”
Non è un “colmo” ma è probabilmente la messa in discussione di credenze che le sono state funzionali fino ad un certo punto della sua vita e che ora non lo sono più.

Discorso simile vale anche per questo: “
Non sono mai soddisfatta di me stessa, pretendo sempre di.più e costantemente mi vedo grassa e penso a come fare a perdere peso“.
In questo caso verosimilmente siamo al cospetto di:
1) una diseguaglianza tra il sè attuale è il sè ideale. Distanza che andrebbe colmata.
2) tendenze perfezionistiche (quindi ansia).

“Provo rabbia e frustrazione verso me stessa, mantenere questi standard così alti mi relega dentro una prigione.. per non parlare dei problemi con il cibo”.
E come darle torto? Ci credo bene che la sua autostima è sotto terra con quello ha passato e con il falchetto ansioso e perfettino che le sta costantemente sulle spalle...

“Mi sforzo di mangiare esclusivamente cose sane quando sono in compagnia, ma cedo miseramente appena rimango sola e mi ingozzo di schifezze, azzerando di fatto la mia autostima”. Queste dinamiche che determinano circoli viziosi sofferenti, hanno probabilmente una radice in pensieri ed emozioni legati a possibili credenze disfunzionali su peso e alimentazione.

Detto ciò: le suggerisco vivamente di cercare, nel link sotto, il Centro AIDAP (associazione italiana disturbi dell alimentazione e del peso) più vicino a casa sua, contattarlo e avere informazioni su possibilità terapeutiche risolutive.
https://www.aidap.org/centri-aidap/

Ps: ciò che ho ipotizzato, rimangono esclusivamente proprio ipotesi, ed è proprio per questo che i malesseri che ha esposto nel consulto vengano posti di persona ad un collega in carne ed ossa che, conoscendola dal vivo, potrà inquadrare il suo funzionamento cognitivo comportamentale e individuare, insieme a lei, strategie e metodi curativi scientificamente validi e attendibili.

Le auguro il meglio
Molti auguri

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.