Problema con i genitori

Buongiorno, ho bisogno di un parere.
Sono una ragazza di 34 anni.
A giugno ho partorito una bambina.
La gravidanza è andata bene nn ci sono state complicazioni a parte che ho sofferto di iperemesi per cinque mesi tra cui un mese di ricovero sempre per iperemesi.
Ho avuto un cesareo perché la bimba era podalica che è andato perfettamente bene.
Il mio problema sono i miei genitori.
Io e il mio compagno stiamo valutando di avere un secondo figlio.
Non nell'immediato ma tra un po.
I miei genitori non sono d'accordo perché dicono che ho avuto una gravidanza difficile un parto a rischio.
Ok nn sono stata bene per qualche mese e ho fatto un cesareo ma non credo si possa parlare di gravidanza o parto a rischio.
Faccio una premessa.
Siccome i miei sono in pensione entrambi ho praticamente vissuto tutto con loro.
Anche quando stavo male i miei venivano ad aiutarmi.
Io abito a 10 km da loro... Mi sono trasferita a casa del mio compagno ma lavoro dove abitavo prima con i miei.
La bimba me la tengono loro durante il giorno perché sono tornata al lavoro.
Da quando è nata la bambina ho sempre detto che l'avrei mandata al nido per nn gravare su di loro ma poi loro si sono tanto affezionati la bimba è molto buona e hanno deciso di tenerla fino alla materna.
Ne abbiamo parlato tanto e ripeto non li ho obbligati io. Loro ci sono molto affezionati.
Quando hanno capito che vorrei un secondo figlio mio padre ha reagito molto male dicendo che pero loro non ne vogliono sapere niente.... Che ci dobbiamo arrangiare noi e che lui nn vuole stare male come lo è stato con la mia prima gravidanza. Dice è stato preocupato nove mesi.
Io gli ho risposto che a parte il vomito che Ok è stato impegnativo, però nn ho avuto problemi particolari cioè normali disagi che so possono avere in gravidanza.
Loro mi hanno detto che nn vogliono più dover venire per un mese tutti i giorni in ospedale ecc ecc.
Io in quel momento mi sono sentita in colpa perché nn è colpa mia se sono stata male d io credo che un genitore deve fare le cose perché se la sente per il figlio e però poi nn farlo sentire in colpa.
Inoltre io nn ho detto che dovranno tenere l'eventuale secondo figlio loro ma farò come tutte le donne che lavorano con un compagno che lavora e un figlio.
La cosa che non mi è piaciuta è questo loro arrabbiarsi all'idea nonostante adorano la mia piccola e adorano essere nonni.
Non mi piace pensare che nn avrò il loro appoggio e questo mi blocca molto.
Non posso sapere se nell'eventualità starò o meno di nuovo male. Potrà essere che vada tutto perfettamente come potrà essere che stia nuovamente male ma il fatto che loro si siano opposti così mi pesa molto.
Voi cosa ne pensate?
[#1]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Buongiorno,
l’autonomia rispetto al volere e parere dei genitori, si raggiunge negli anni, passo dopo passo.

Se lei ha vissuto con loro, ha lasciato la bambina da loro, ecc.. è quasi consequenziale che loro dicano- ed anche con violenza - la loro., ancor di più se lei è stata male, e se un eventuale altro figlio graverà sempre su di loro.

Si renda autonoma: la nuova sua famiglia è composta dal suo partner, la bambina e lei.

I suoi genitori ci sono, ed immagino ci saranno sempre. Ma alla giusta distanza!

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Si ma infatti nn gravera su di loro perché nn ho mai detto che lo lascerò a loro.
La bimba la tengono loro anche perche si sono molto affezionati non li ho mai obbligati.
Pero il loro rifiuto mi pesa molto perché abbiamo sempre avuto un bel rapporto che abbiamo tutt'ora.
Come dovrei comportarmi?
[#3]
dopo
Utente
Utente
Voglio però precisare che nn vivo con loro ma con il mio compagno.
Intendevo ho vissuto con loro nel senso che ci siamo visti praticamente sempre durante la gravidanza
[#4]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Mi riferivo alla giusta distanza emotiva, non fisica e di casa.
[#5]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66

Gentile utente,

diventando adulti il rapporto con i genitori deve necessariamente evolversi.

Una frequentazione costante e quotidiana non manda segnali di un corretto distanziamento affettivo,
ma al contario segnala (magari errando) che si continua ad essere principalmente figli;
ed allora essi "si preoccupano per nove mesi". Anche senza motivo, ma rinfacciandolo.

E così - altrettanto - i genitori si prendono la libertà di entrare nei territori della coppia, che dovrebbero essere esclusivi.
L'intenzione di avere un secondo bambino come mai è stata comunicata loro preventivamente?
(Importante: ha interpellato il ginecologo sul tempo minimo da far trascorrere?)

Riguardo alla "nonnità" (e ai nonni baby-sitter),
essa rappresenta un elemento importante per nonni e nipoti, ma può diventare troppo povera dopo i due anni del figlio,
quando la necessità di nuovi stimoli ambientali ed il bisogno di scambi con i coetanei si fa vivo, e opportuno alla maturazione psichica.
Al riguardo Le allego questa lettura:
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/5382-nonni-nipoti-la-legge-li-tutela-e-la-psicologia.html

Carlamaria Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#6]
dopo
Utente
Utente
Il nostro è sempre stato un rapporto molto stretto e siamo comunque legati per il fatto che lavoro dietro casa loro quindi a pranzo vado li. Quando sono rimasta incinta i miei erano già entrambi in pensione ed essendo stata male mi hanno aiutata quando potevano. Questo però adesso nn deve vincolare se io volessi in secondo figlio. È questo che nn capisco dal loro ragionamento.
Per il discorso bambina. Me la tengono per una questione di praticità in quanto lavoro li ma la mando alla materna appena ha l'età giusta. Però nn capisco questo loro atteggiamento in quanto io non li ho mai obbligati a fare niente che non volessero.....
[#7]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66

Mi accorgo che on line è difficile capirsi.

Un'ultima precisazione.
"..Questo però adesso nn deve vincolare se io volessi in secondo figlio..":
se lei traccia - oppure permette - confini ravvicinati,
questi valgono sia nei vantaggi (aiuto che ne riceve),
sia negli svantaggi: invasione dello spazio della coppia.
D'altra parte nel momento in cui avete comunicato l'intenzione,
avete Voi stessi aperto la strada ai commenti, anche se non lo avete fatto intenzionalmente; per evitare bastava cosiderarlo territorio della coppia.

Occorre riflettere su ciò,
forse il Suo compagno la può aiutare in questo.

Le dinamiche tra le generazioni sono complesse, e il consulto on line non sempre permette di comprendere quanto lo/a Psicoterapeuta vuol dire nella risposta,
e che abbisognerebbe di una interazione di persona.

Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti


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