Difficoltà nello studio

Salve,
Ho 20 anni e frequento il primo anno di università.
Quando sono in Università vivo con degli amici con il quale esco abitualmente anche nella mia città. Quando non lo sono, vivo a casa dei miei genitori. Non sono solito parlare dei miei problemi con i miei genitori. Più che altro mi confido con i miei amici, con due in particolare ma nell’ultimo periodo sento come se non riuscissero a capirmi a pieno. (uno di loro vive, per studio, a più di mille km da dove vivo io).
Ho iniziato l’università nel 2016. Ero solo e non riuscivo a stringere amicizia con i miei colleghi di università. Tra questo e il fatto che il rendimento scolastico era più che scarso, decisi di abbandonare l’università e nel frattempo ho partecipato a due concorsi ma non sono riuscito a passarli (ma me ne faccio una ragione dato il rapporto difficoltà/impegno messo).
A settembre, dato che i miei amici avrebbero iniziato l’università, decisi di iscrivermi anche io, cambiando però facoltà per via del carico di studi e del fatto che non mi potessi mantenere gli studi per 5 anni o più, passando così da una magistrale ad una triennale.
All’inizio andava tutto bene. Mi sono più o meno integrato con alcuni colleghi. A dicembre passai la prova in itinere, seppur con un 18, ma ne ero felice. Era pur sempre un inizio. Durante le vacanze natalizie trascurai lo studio, per poi riprendere a studiare a metà Gennaio. Provai la seconda parte dell’esame ma non la superai. Così è successo per altre due volte, nonostante pensassi che per aprile sarei riuscito a darmi la materia.
Questo mi ha portato a pensare che non sia adatto alla vita universitaria. Vedo i miei amici e colleghi passare esami su esami e io rimango indietro.
Non voglio fare un lavoro che non sia “intellettuale”, per intenderci non voglio fare un lavoro mal retribuito e per cui devi letteralmente romperti la schiena. Per tale motivo ho sempre studiato. Non che alle superiori avessi tutta questa voglia di studiare, ma almeno lo facevo. Certo università e superiori non sono paragonabili per carico di studio. Semplicemente non riesco a prefiggermi come obiettivo quello della laurea e il fatto che abbia fatto i primi sforzi senza ottenere risultati e che abbia ora davanti a me una montagna di lavoro da fare, mi strugge.
Non so se mi manca un metodo di studio adatto o se non sono portato per la vita universitaria. A tal proposito vorrei un consiglio. Forse, evidentemente, non riesco a capire ciò che voglio e quali sono le mie potenzialità. Naturalmente non voglio deludere i miei genitori ma soprattutto non voglio diventare un inetto.
Spero di non essermi dilungato troppo.
Distinti saluti
[#1]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Gentile utente, ho letto anche la sua precedente lettera, con la sua replica, quando era iscritto a Giurisprudenza. A proposito: quale nuova facoltà ha scelto? Mi pare di poter riassumere così la sua situazione: lei in un certo senso non conosce sé stesso, le sue attitudini e le sue reali potenzialità. Sceglie la destinazione della sua vita in base ai desideri dei suoi genitori (anche per la scuola superiore ha fatto così?), oppure in forma negativa, per scansare ciò che non le piace e non per perseguire ciò che le piace. Rinuncia a tentare la carriera nelle Forze Armate per la bassa statura (ma si è almeno informato sulle reali possibilità?); tenta due concorsi e li fallisce perché non si è preparato. In questa situazione, lei oscilla tra l'acquiescenza apparente a desideri non suoi, e l'auto-sabotaggio. Vede bene infatti che i suoi amici superano gli esami, desiderano l'esito positivo, la laurea, e lei no. In questa profonda passività autolesionistica si imbeve pericolosamente di sogni, e dice di aver sempre avuto grandi ambizioni. Quali? E come persegue tali ambizioni, alzandosi dal letto solo per andare a mangiare, a vent'anni? Un colloquio sincero con uno psicologo l'aiuterebbe a capire se sta ingannando sé stesso. Le auguro di cercarlo al più presto. Ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Salve e grazie per la risposta...
Innanzitutto mi sono iscritto alla facoltà di economia. No, non l'ho fatto per accontentare i desideri dei miei genitori, la mia è stata una scelta personale, come tutte le altre scelte che ho fatto nella vita.
Non è del tutto vero che ho auto-sabotato la possibilità di superare i concorsi provati che a proposito riguardavano proprio le forze armate, piuttosto direi che come primi approcci a tali esperienze non sono andati male, ma avrei potuto fare sicuramente di più.
Le grandi ambizioni riguardavano proprio gli studi, ho sempre desiderato diventare "qualcuno" in senso lato. Cioè ho sempre voluto uscire dalla condizione economica precaria in cui mi trovo, facendolo attraverso la consapevolezza che lo studio era l'unico modo per poter uscire da tale situazione.Da quando ho iniziato l'università mi sembra di non essere in grado di affrontare la situazione in cui mi trovo, come se studiare fosse divenuta una cosa impossibile per me.
Sono consapevole del fatto che mi stia auto-distrugendo, ma quando mi metto davanti ai libri è come se dentro la mia testa scattasse un qualcosa che mi fa pensare "che noia" e a quel punto il rischio di distrarmi è alto.
Alle superiori riuscivo bene nello studio, adesso no.
[#3]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Dopo i suoi chiarimenti, e notando che lei è molto affezionato al suo paese d'origine e ai suoi amici, mi permetto di darle un consiglio pratico. Al termine di quest'anno accademico, nel quale, anche studiando assieme ad altri, dovrebbe esercitarsi a superare gli esami, perché non tenta un'università telematica? Questo le permetterebbe di studiare da casa, frequentando il solito ambiente, e meglio ancora le permetterebbe di lavorare mentre studia. Ma la prima cosa è non disperdere le sue energie e preparare gli esami, finché quest'anno accademico non sarà concluso. Con molti auguri.
[#4]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio nuovamente...
Sicuramente proverò altri concorsi e nel frattempo cercherò di preparare gli esami fino alla conclusione dell'anno accademico, ma non c'è un qualcosa che possa fare per migliorare il mio rendimento scolastico? Lei pensa sia dovuto a un qualcosa nello specifico oppure no?
L'attaccamento al mio paese di origine e ai miei amici sicuramente c'è, ma è possibile farlo passare in secondo piano rispetto a impegni più grandi quali l'università?
[#5]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Ci sono numerose tecniche per migliorare la memoria, ma nel suo caso quello che mi sembra far difetto è la MOTIVAZIONE e il METODO DI STUDIO. Ovviamente bisognerebbe anche valutare l'approccio all'esame: in che modo lei si prefigura il colloquio, cosa si aspetta da un eventuale successo o da un insuccesso, eccetera. Valuti lei se affidarsi ad un manualetto, all'aiuto di un collega o a un aiuto specialistico. Ancora auguri.
[#6]
Dr.ssa Grazia Lomunno Psicologo, Psicoterapeuta 6
Gentile Utente,
afferma di aver scelto da solo la facoltà ma non dice in base a quali considerazioni, in parole povere: le piace la materia che studia? Se non le piace, ciò spiega la scarsa motivazione e allora si interroghi sul perchè della scelta. Se invece le piace e nonostante ciò non riesce ad applicarsi le consiglierei di consultare uno psicoterapeuta perchè valuti se le sue difficoltà siano connesse ad uno stato depressivo.

Dr.ssa Grazia Lomunno
Psicologa
Specialista in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale