Entrambi abbiamo iniziato anche un percorso di terapia, individuale

Negli ultimi 10 anni abbiamo vissuto e costruito tutto assieme, tanto da non poter tracciare una linea di separazione tra le nostre esistenze. È stato sempre un rapporto felice e appagante, tuttavia solcato da una certa inquietudine legata al fatto di non aver avuto altre esperienze affettive.

Quel desiderio astratto, talvolta sentito come una mancanza, si è materializzato per la prima volta in un'altra persona. È stata una complicità forte e corrisposta, ma non consumata. Ci siamo lasciati con un abbraccio difficile da sciogliere dopo una notte di parole, un abbraccio che voleva essere la promessa di ritrovarci e capire cosa potesse aver scatenato una sintonia tanto potente.

Da allora sono passati 3 mesi difficili. Lacerato dal senso di colpa e da una mole di dubbi, ho cercato di affossare il desiderio in un rinnovato impegno, confessando alla mia compagna il mio dissidio interiore e chiedendo un periodo di distacco.

Abbiamo deciso quindi di re-impostare il rapporto su basi diverse. Il legame simbiotico e totalizzante costruito nell’adolescenza aveva portato entrambi a maturare delle insoddisfazioni. Anche lei aveva avuto una sbandata importante. Entranti nei trenta e in una fase nuova della vita, era giunto insomma il momento di cambiare qualcosa.

Provvisoriamente siamo tornati a casa dei rispettivi genitori, una situazione disfunzionale ma necessaria per viverci con tempi diversi e ricostruire a poco a poco una prospettiva comune. Entrambi abbiamo iniziato anche un percorso di terapia, individuale.

Ho fatto tutto ciò che mi sembrava giusto per salvaguardare lei e darci una possibilità. Ma almeno per me non sta funzionando.

Sebbene l’intesa sia immediata, una scintilla che non è mai venuta meno, qualcosa è cambiato. Lei per me è amica, confidente, rifugio. Non potrebbe essere diversamente. Ma non riesco a ridarle centralità come amante. È lei a cercarmi nell'intimità.

Al contrario, non è passato un giorno che non abbia desiderato l’altra persona. Pur avendole chiesto più volte di non raggiungermi (viviamo lontani), il pensiero di rivederla è stato il contraltare alla tristezza e allo smarrimento di questi mesi. È un desiderio irrisolto che non mi abbandona.

È una situazione straziante cui non so dare soluzione. Dal tormento ho iniziato a perdere peso e capelli. Mi sembra che questo vuoto di conoscenza comprometta tutto. Ho deciso di restare, forse per senso di responsabilità, forse per irresolutezza e incapacità di chiudere a fronte di un cambiamento. Ma è una decisione vissuta senza pienezza e tranquillità.

Mi è stato detto che uno stato d'animo può cambiare solo a partire dal nostro modo di agire e di porsi, ma credo che l'unica azione possibile per capire veramente cosa voglio sarebbe quella di lasciare la mia compagna e prendere un aereo. È però un passo drastico che non ho avuto la forza di fare.

Scrivo qui nella speranza di poter trovare un diverso angolo da cui guardare questa situazione.

Vi ringrazio
[#1]
Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile utente, succede spesso che rapporti nati nella prima giovinezza vadano incontro a momenti di crisi.. ad un certo punto a volte manca la novita' , la trasgressione, la curiosità .. lasciarsi per un periodo è' un rischio che forse vale la pena di correre..datevi un tempo e poi sarà' tutto più chiaro..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio Dottoressa

È una decisione dolorosa ma l'inazione forse rischierebbe di offuscare tutto il bello che c'è stato e renderci ancor più infelici.

Credevo che in questi mesi sarei infine giunto a maggiore chiarezza, eppure è ancora difficile fare un esame dei miei sentimenti, come se fossi combattuto non solo tra desideri inconciliabili perché diretti verso persone diverse ma tra immagini alternative di me stesso.