Difficoltà a trovare ragazze che mi accettino

Gentili dottori.. non ho un rapporto da 5 anni, da quando è finita la mia prima ed ultima relazione. Situazione chiaramente problematica per me, dato che non faccio altro che pensare al sesso. Credo che il problema stia nel mio modo d’interpretare la cosa: Io non sono in cerca di una relazione stabile, ma di solo sesso. Il punto è che io sono poligamo, ritengo il concetto di fedeltà un costrutto artificiale. Se potessi avere più storie contemporaneamente senza che ognuna eserciti di conseguenza gelosia, possesso e voglia di primeggiare esclusivamente sarei felice, invece questo non è possibile. Con questo voglio dire che io non solo riluttante a legarmi e costruire un rapporto anche affettivo, ma a patto che farlo non voglia dire automaticamente rinnegare la mia natura promiscua. Io sono maschio e sento così, ma il mio sentire è condannato da questa cultura. Seppure io volessi trovare un compromesso, questo sarebbe inevitabilmente sposare il pensiero predominante monogamo; oppure non fare sesso. Oltre al fatto che non esco tantissimo, essendo un lupo solitario, ciò che mi succede nel concreto è che le ragazze con cui ci provo sono molto attratte da me.. ma hanno anche paura perché percepiscono il mio spirito libero. Quando interagisco con le ragazze ( Ovviamente posso anche non piacere, ma nei casi in cui sento che piaccio.. ), loro ridono, si divertono, provano emozioni, talvolta mi toccano e manifestano interesse.. ma percepiscono anche che difficilmente potrebbero avere un controllo su di me e si spaventano. Questa cosa mi fa stare male perché, oltre a non fare sesso, sento che l’unico modo che ho per poter fare l’amore è recitare con cinismo.. cosa che non faccio perché ho un’indole schietta. Ma forse dovrei imparare ad essere meno onesto.. a mostrare solo ciò che mi conviene finchè è possibile. Sembra una spirale negativa senza uscita
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

il problema non è quello dell'eccessiva onestà, ma proviamo per un attimo a vedere la situazione a parti invertite.
Se Lei fosse nei panni di una "preda" che serve solo per soddisfare un immediato bisogno di qualcuno che glielo dice molto onestamente, Lei ci starebbe? Oppure vorrebbe che anche i SUOI di bisogni venissero soddisfatti o almeno presi in considerazione?

Ciò che Lei vorrebbe rischia di essere fuori da qualunque logica che potrebbe stare in una relazione di coppia, quindi non sorprende sapere che nessuna persona voglia accettare le Sue condizioni.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Attivo dal 2019 al 2019
Ex utente
Gentile Dr.ssa Pileci, la ringrazio per la risposta, perchè credo di aver bisogno di punti di vista differenti per mettermi in discussione, e mi farebbe piacere se lei potesse aiutarmi in questo. E' come dice lei, io non sono propenso a stare in coppia nell'accezione comune del termine, ritengo che la fedeltà sia un costrutto artificiale. Se sono in coppia con una donna, il mio auspicio più genuino è che lei mi lasci, se dovesse trovare un partner che le piace di più, e che se lo vada a prendere. Nel rispetto del suo modo di sentire. Non la trattengo a me, non la posseggo: Sbaglio, dunque, a pretendere anche l'opposto? A pretendere che lei mi doni la stessa libertà di scelta, a non essere disposto a firmare un tacito accordo di eterna e fittizia fedeltà fin dai primi incontri? E' il bisogno di sicurezza di una donna improntato in questo.. alla necessità di sapere che lui ci sarà sempre a prescindere? Io lo chiedo con sincera ignoranza, con la speranza di correggere qualche mio punto di vista forse estremizzato. Come faccio ad imparare a conferire fiducia ad una donna, senza tradire il mio istinto poligamo e senza dover mentire?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Mi pare che neppure al di fuori di una coppia Lei sia riuscito a realizzare il Suo sogno. Come lo spiega?
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dopo
Attivo dal 2019 al 2019
Ex utente
Gentile Dr.ssa. A mio avviso il motivo principale è che sono troppo orientato ad essere l'amante, e troppo poco ad essere il marito. Troppa attrazione, e troppo poco "confort". E' un'autocritica, ma sono atteggiamenti spontanei, è il mio modo di essere.. che vorrei riuscire però a bilanciare. Forse sono troppo mascolino. Di solito suscito una forte attrazione nelle ragazze impegnate o addirittura sposate, e più timore in quelle single. Per me è frustrante percepire che "lei" mi guarda con desiderio, ma che al tempo stesso sente paura di rischiare nei miei confronti. Io non credo di essere "sbagliato", perchè nel momento presente riesco a farle stare bene, a farle divertire ed emozionare, ma è come se il mio modo di fare ostentasse un'esagerata impossibilità di essere controllato, e quindi per loro risulta un investimento pericoloso concedersi, si sentono minacciate nell'ego. Non credo che la mia sia vanesia, faccio tanta auto ironia e non sono affatto permaloso, ma comunico con molta ( In alcuni casi posso anche esagerare, ma occasionali, non penso sia questo ) fierezza i tratti di me che mi piacciono. Forse dovrei sviluppare di più il mio lato femminile ed empatico? E se lei pensa che la mia auto analisi critica possa corrispondere al vero.. come fare concretamente? Che passi iniziare a fare.. ?