ragazze/donne paura
Cercando, per voi, di essere breve più che posso..
ho paura del sesso e in generale della sfera del sesso.
Per esempio a volte vedo una ragazza bellissima angelica e allora sono felice.
Sento che potrei innamorarmi di lei ma non è necessario posso non provare nemmeno a conoscerla e sarei felice comunque.
A volte invece ne vedo alcune camminare, soprattutto quelle con sederi sporgenti sodi e gambe magre ma con polpacci muscolosi che mi esprimono una sorta di TERRORE.
Non riesco a non eccitarmi magari le trovo brutte magari antipatiche magari le odio ma non importa.
Io di testa non sono per niente eccitato ma sento proprio il glande e il frenulo che cominciano a frizzare e la sensazione dura in ETERNO.
Ci ho già provato a non masturbarmi ed è andata avanti tutto il giorno fino alla notte e ho dovuto farlo.
Dopo essermi masturbato non sono gratificato ma ho tolto la sensazione fastidiosa.
Ma se ci ripenso un minimo mi eccito ancora e arrivo a masurbarmi di nuovo.
Invece con ragazze bellissime ma non così provocanti fisicamente potrei farci sesso e durare molto tempo.
Ma con queste che non mi piacciono non riesco a non eccitarmi.
Ma ripeto è solo una cosa di PENE scusate la volgarità estrema.
Non di testa, mai di testa solo di pene.
Se per caso questa ragazza mi diventasse simpatica e io mi innamorassi di lei (impossibile ma faccio supposizioni) allora i sintomi si attenuerebbero.
Credetemi le ho provate tutte ma l'unica cosa che mi ha dato risultati è stata quella di assumere paroxetina che mi ha DISINNESCATO il pene.
Chiedo sempre scusa per la volgarità.
Ora di testa quando vedo certe ragazze CONTINUO a non provare niente e.....
NON ho più quelle sensazioni infernali, infinite, continue e recidive.
Niente erezioni sbagliate con persone che non mi piacciono.
In questo momento sto assumendo la paroxetina ma non è la prima volta.
L'avevo già fatto due anni fa e avevo smesso.
Dopo oltre un anno e mezzo.
Credevo di essere cambiato di avere trovato l'equilibrio e invece erano tutte bugie.
Sospeso il farmaco rivista una ragazza "di quelle" che camminava con pantaloni neri aderenti e quel c**o fuori mi è tornato un bisogno di masturbarmi che per giunta ha rischiato di diventare ossessivo come effetto rimbalzo dalla sospensione del farmaco.
Non lo è diventato perché mi so controllare.
SE voglio non mi masturbo punto.
Ma vivo l'inferno.
L'inferno vero
Intanto grazie per il suo post dal quale si evince l’inferno che ci descrive. Dubbi, immagini intrusive, paure, sensi di colpa, caratterizzano le sue giornate. Tutto questo é molto invalidante e non le permette di avere una qualità di vita e un funzionamento socio-relazionale soddisfacente. Lei analizza ogni piccolo particolare, ogni piccola reazione e tende a mal interpretare le sensazioni fisiologiche associate all’attivazione ansiosa come se fossero confermative di un’attivazione eccitatoria di natura sessuale. Inoltre é molto magro. La paroxetina chi gliel’ha prescritta?
Non ha mai pensato di recarsi da uno psicoterapeuta?
Lei é giovane e merita di vivere una vita serena. É molto importante per lei avere una figura di riferimento che sappia valutare la sua sintomatologia specifica, effettuare una diagnosi differenziale, valutare la gravità dei sintomi e trattarli in maniera adeguata anche in relazione al suo grado di insight e coordinare eventuali altri interventi con altri colleghi. Esitono molte metodologie che possono associarsi ad una psicoterapia ed eventualmente ai farmaci, fra le quali la psicoeducazione, le tecniche di rilassamento, ma é importante che cerchi un aiuto de visu prima possibile. É venuto il momento di dare attenzione a se stesso e imparare che esiste un modo molto più appagante di osservarsi e ascoltarsi. .
Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)

Grazie
Cordiali saliti
E ha mai ipotizzato di iscriversi ad una palestra e potenziare la muscolatura? O fare una attività sportiva che le piaccia? O correre da solo? O imparare a suonare la chitarra? So quali e quante sono le sue difficoltà relazionali e comprendo bene il disagio che può provocarle anche solo il pensiero di farlo, ma può trovare inizialmente una attività che la fa sentire sicuro così come puó trovare una collega che la fa sdraiare sul lettino e che sta dietro a lei, come usa nella psicoanalisi classica. Non si trascuri, ha tutta la vita davanti.
Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)

Grazie per le cose che scrive. Il suo accorato post dà la misura del suo dolore. Erich Fromm scrisse una frase bellissima che recita così:
Non si può essere profondamente sensibili senza essere profondamente tristi
Lei vive le cose in maniera profonda ma non é affatto debole.
Ció che é certo è che ha sofferto troppo e troppo a lungo e urge davvero trovare soluzioni che le permettano di vivere serenamente.
I pesi non sono certo adatti ma il Nordic Walking penso che le farebbe molto bene. È all’aperto dove respira aria pura e fa una carica di endorfine. Pensi che lo consigliano anche per malattie invalidanti come il Parkinson.
Poi cerchi una musica che le piace e quando è in crisi la ascolti.
Cerchi di fare altre visite per il suo problema agli occhi e avere una certezza su quanto é adatto a lei. Legga questo articolo di cui le mando il link: https://www.cristalfarma.it/it/la-fitoterapia/enciclopedia-naturale/astaxantina.html.
Ne parli con il suo medico, non é un farmaco bensì un integratore ma é bene che il suo medico le indichi una ditta adatta che lo produce e sappia se lei lo prende.
E poi cerchi una psicologa psicoterapeuta e non si scoraggi ma parli a se stesso con amore e con indulgenza e con un pizzico di speranza.
Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)

Le sue domande sono molto profonde e richiedono una attenzione che in questo contesto non é molto possibile, però provo a cercare di rispondere a tutto. Lei peraltro argomenta benissimo e struttura molto bene le sue idee. Ha solo bisogno di incoraggiamento.
Intanto é importante sapere che qualsiasi disturbo produce die cambiamenti in chi lo prova. Si modificano le percezioni, si modificano le emozioni e persino i desideri. Bisognerebbe osservare tutto questo mettendo in pratica quella che viene definita epoché e che io cito in quanto lei stesso entra in concetti filosofici.. Per E. Husserl, fenomenologo tedesco, l’epoché, ovvero l’assenza di giudizio é il mezzo per giungere all'atteggiamento filosofico, ponendo tra parentesi sia ciò che è soggettivo e psicologico, sia il dato oggettivo empirico (come riporta la definizione enciclopedica). Intendo dire che se lei guardasse ciò che le accade e accogliesse le sue sensazioni senza giudicarle riuscirebbe ad avere molte risposte alle domande che ci pone che scaturirebbero dal suo sentire. Riguardo alla domanda sui pellegrinaggi in luoghi di fede, posso dirle che una mia paziente ammalata di tumore, anni fa si recò da un grande luminare e gli pose queste stesse domande alle quali lui molto intelligentemente rispose che nella vita e nella medicina tutto é possibile. A volte si vedono guarigioni che sembrano miracolose, altre volte che sembrano frutto di un innamoramento che ha sconvolto e modificato la vita, altre volte ancora frutto di cure massicce e altre volte ancora, frutto di tutte queste cose messe insieme. Si dice in psicologia che tutto ció che fa bene e funziona senza fare del male a nessuno e tantomeno a se stessi, é appropriato.
Quando una persona é smarrita, confusa, disperata, tende spesso a isolarsi piuttosto che percepire un continuo confronto con gli altri che stanca e avvilisce. É per questo motivo che lei deve imparare a rispettare i suoi pensieri, a proteggersi, ad accettarsi, a cercare meccanismi di difesa che le permettano di vivere più serenamente. Ha un immenso bisogno di ricevere amore ma anche di darne e deve allenare il cuore a farlo.
Ci pensi
Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)

Sono molto interessanti le questioni che si pone e ci pone. Ogni riga offrirebbe lo spunto per una seduta che, vista la sua fertile ricerca di una cura possibile, sono certa che darebbe frutti interessantissimi.
Detto questo le rispondo anche che il piacere vero é una esperienza positiva e che il piacere che può dare un bicchiere d’acqua quando si ha sete non sarà mai eguagliato dal migliore dei cocktail quando non si ha sete. C’è chi beve molti cocktail per moda, per far parte di un ambiente particolare, per sentirsi superiore all’altro, per cercare divertimento, ma non proverà mai piacere vero. Anzi il divertimento viene cercato proprio per mancanza di piacere. Questa dell’acqua, come lei ha ben compreso, é una metafora, con la quale voglio dirle che la persona che amiamo e che desideriamo, non sarà mai eguagliata da nessun altra. Con questa persona il sesso e l’’amore si fondono in un piacere condiviso dove ciascuno mette in gioco una parte di sé. Oltre a questo ci sono storie di solo sesso e qualche storia in certi casi di solo amore.
È anche sbagliato pensare al piacere in termine di prestazione, in quanto lo si prova soltanto quando siamo disposti a provarlo.
Come sostiene Lowen, padre della bioenergetica, la nostra preoccupazione per il mondo esterno ci fa dimenticare che il piacere è la percezione di una vitalità corporea piena.
Essendoci dissociati dal nostro corpo, non pensiamo più in termini corporei ma questa dissociazione non può essere risolta da un approccio meramente mentale : dobbiamo affrontarla sia in senso fisico che psicologico.
Riguardo alla cattiveria e alla bontà, ha ragione, se guardiamo la storia sembra che la cattiveria attiri maggiormente e che le manipolazioni, gli sminuimenti dell’altra/o, le piccinerie attirino di più della bontà (uso questo termine in senso lato) e riescano quantomeno ad averla vinta. Si apparentemente é così e sono stati versati fiumi d’inchiostro per indagare questo aspetto da sociologi, psicologi, antropologi, etc, Ma a sostenere il mondo é la bontá. Senza atti eroici, donne che hanno lottato per nobili ideali, senza l’amore per la giustizia forse il mondo avrebbe già visto la sua fine. E se ci pensa bene non é neppure vero che il bene appare più noioso, quando coincide con il bello, come accade nelle arti, e riesce a smuovere le montagne. Ci sono file lunghissime alle mostre di pittori che hanno rappresentato la bellezza (non quella fittizia di un ritocco estetico o perlomeno non soltanto) ma quella che viene da dentro e che puó anche prevedere un ritocco esterno che diviene però bello solo se coincide con l’interiorità. Ci sono teatri pieni ad ascoltare meravigliosi concerti di indimenticabili compositori. E non é forse vero che si riempiono gli stadi con cantanti che hanno inneggiato all’amore, alla libertà, alla giustizia, al bene e al bello.
E se continuassimo con le arti si renderebbe conto che ci sono capolavori eterni che non stancano mai e attirano turisti da ogni parte del mondo. Roma, Venezia, Siena, Milano, Bologna, Palermo, Napoli, etc. capoluoghi di regione zeppi di arte e bellezza che come meravigliose donne si disvelano sotto i nostri occhi in versioni sempre nuove e non annoiano mai.
Riguardo a ciò che può essere detto durante un atto sessuale, occorre ricordare che é sempre molto di pancia, come si suol dire, e c’é poco spazio per riflessioni mentali che possono essere fatte dopo. Può anche essere che la ragazza neppure ha compreso bene la frase, ma tutto é da valutare in base a tante cose che rendono la relazione più o meno gradevole.
Sono i tanti piccoli dettagli che fanno la differenza, Il tutto vale più della somma delle singole parti.
Spero di averle risposto e la invito ancora a riflettere ed esplorare insieme ad un/una collega il suo mondo interiore, molto ricco e molto bisognoso di dare e ricevere amore. Deve solo trovare la strada giusta.
Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)

Quello che sta dicendo é importantissimo, i deja-vu, il torpore, lo stupore, i disturbi agli occhi che lei prova, sono sintomi di qualcosa che potrebbe spiegare anche tutte le altre sue difficoltà. Non mi azzardo da qui a fare diagnosi per le quali occorrono incontri de visu ma lei é stato accuratissimo e precisissimo nella descrizione dei sintomi e per questo é importantissimo che lei parli con un collega o intanto con il suo medico e rappresenti quanto ha detto qui. Trovare questa causa se fosse come penso vorrebbe dire, avere in mano la soluzione per farla stare meglio.
Tanto per curiosità dia però una lettura a questo forum dove si parla del piccolo male, non del grande male, che a volte insorge per traumi, altre volte per vari motivi.
https://salute.alfemminile.com/forum/dejavu-sono-un-genio-o-si-tratta-di-epilessia-fd4622087
Buona lettura
Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)
Lei é un ragazzo molto intelligente ma per questi approfondimenti, come le ho scritto é opportuno che vada dal suo medico curante o da un nostro collega perché vanno fatte valutazioni molto attente e oculate che io da qui non posso fare. Quello che posso consigliarle é di non cliccare sul link perché probabilmente ho sbagliato qualcosa io, ma di andare direttamente alla pagina linkata per fare una semplice lettura. Null’altro. Dopodiché cercare un collega o il suo medico curante per raccontare a loro quanto ha detto a noi.
Le ripeto, lei ha bisogno di qualcuno che coordini seriamente il suo caso e che valuti molto bene tutti i suoi disturbi per poter fare una diagnosi che possa aiutarla veramente. Io da qui non posso vederla, né valutare i suoi disturbi agli occhi che vanno verificati de visu e con tutte le diagnosi alla mano.
Non aspetti oltre, lei é molto giovane e ha già sofferto troppo e troppo a lungo. Glielo sto dicendo da molti post fa e credo che lei si meriti di prendersi cura di se stesso nella maniera adeguata. Se si vuole ancora un pò di bene lo faccia.
Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)
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