Ansia da prestazione che non accenna ad andar via
Gentili Dottori, sono un ragazzo di 24 anni che al momento sta vivendo una situazione sconfortante sessualmente che non accenna ad andar via.
Come scritto nel titolo soffro di ansia da prestazione da un tempo ormai relativamente lungo.
So per certo di non avere alcun problema organico, perché durante le masturbazioni e al mattino riesco ad ottenerle anche facilmente.
Aggiungo inoltre che sono un tipo sportivo (pratico bodybuilding da anni) e sono uno studente universitario (studio medicina), Fatta questa premessa arriviamo al dunque.
Vi spiego meglio la situazione:sto con una ragazza da circa 10 mesi, con lei va tutto alla grande, siamo molto compatibili caratterialmente e ci piacciono le stesse cose; dunque, sono stato sempre del parere che perché una relazione possa essere considerata "sana" il sesso sia una parte fondamentale che deve mirare al godimento di entrambi, così fin dall'inizio con lei ho sempre cercato di dare il massimo (anche prima che iniziassimo l'atto sessuale vero e proprio).
Dopo due mesi inizio a pensare che sia "giunto il momento" di procedere oltre, quindi iniziamo ma è proprio in quell'istante che qualcosa non va... l'ansia da prestazione penso abbia preso il sopravvento, un'ansia così forte che oltre a causarmi una mancata erezione mi ha dato altri sintomi come giramenti di testa e forti palpitazioni.
Aggiungo che prima di conoscere questa ragazza ho avuto un'esperienza direi piuttosto negativa con un'altra ragazza abbastanza carina e che a detta sua e di molti altri ha molta esperienza, essendo stata con parecchi ragazzi.
Vista la volontà di non fare brutta figura, pensai costantemente a come farla godere al massimo riempiendomi tantissimo d'ansia.
Quella sera non ottenni l'erezione e la cosa mi sconvolse parecchio ma essendo una cosa di poco conto decisi di non farci caso più di tanto.
Arriviamo quindi a ora, la prima volta che provo con lei ad avere un rapporto completo quindi non ottengo l'erezione in nessun modo.
Entro nel panico più totale perché la cosa mi succede le altre volte e così entro in un circolo vizioso perché nonostante avessi l'erezione in un determinato momento la perdevo.
Sono stato dal mio medico di base e mi sono fatto prescrivere del sildenafil 25 mg per "sbloccarmi".
Risultato?
Tutti i rapporti sono andati bene (probabilmente a causa della rassicurazione indotta dal farmaco) ma ora a 6 mesi dall'emissione della ricetta penso che il problema non se ne sia andato.
Ho ridotto la dose a 12, 5 mg (che è sempre efficace, il ché è strano visto che la dose minima terapeutica che si registra abbai l'effetto è di 25).
Ho provato senza aiuto nell'ultimo periodo ma mi riviene un'ansia assurda e non riesco... cosa dovrei fare?
So che assumere farmaci di questo tipo non cura lansia ma allevia i sintomi ma ero stufo di stare così male e non poter fare l'amore con la mia ragazza.
So anche che dovrei andare da uno psicosessuologo ma economicamente proprio non posso.
Vi ringrazio per avermi ascoltato
Come scritto nel titolo soffro di ansia da prestazione da un tempo ormai relativamente lungo.
So per certo di non avere alcun problema organico, perché durante le masturbazioni e al mattino riesco ad ottenerle anche facilmente.
Aggiungo inoltre che sono un tipo sportivo (pratico bodybuilding da anni) e sono uno studente universitario (studio medicina), Fatta questa premessa arriviamo al dunque.
Vi spiego meglio la situazione:sto con una ragazza da circa 10 mesi, con lei va tutto alla grande, siamo molto compatibili caratterialmente e ci piacciono le stesse cose; dunque, sono stato sempre del parere che perché una relazione possa essere considerata "sana" il sesso sia una parte fondamentale che deve mirare al godimento di entrambi, così fin dall'inizio con lei ho sempre cercato di dare il massimo (anche prima che iniziassimo l'atto sessuale vero e proprio).
Dopo due mesi inizio a pensare che sia "giunto il momento" di procedere oltre, quindi iniziamo ma è proprio in quell'istante che qualcosa non va... l'ansia da prestazione penso abbia preso il sopravvento, un'ansia così forte che oltre a causarmi una mancata erezione mi ha dato altri sintomi come giramenti di testa e forti palpitazioni.
Aggiungo che prima di conoscere questa ragazza ho avuto un'esperienza direi piuttosto negativa con un'altra ragazza abbastanza carina e che a detta sua e di molti altri ha molta esperienza, essendo stata con parecchi ragazzi.
Vista la volontà di non fare brutta figura, pensai costantemente a come farla godere al massimo riempiendomi tantissimo d'ansia.
Quella sera non ottenni l'erezione e la cosa mi sconvolse parecchio ma essendo una cosa di poco conto decisi di non farci caso più di tanto.
Arriviamo quindi a ora, la prima volta che provo con lei ad avere un rapporto completo quindi non ottengo l'erezione in nessun modo.
Entro nel panico più totale perché la cosa mi succede le altre volte e così entro in un circolo vizioso perché nonostante avessi l'erezione in un determinato momento la perdevo.
Sono stato dal mio medico di base e mi sono fatto prescrivere del sildenafil 25 mg per "sbloccarmi".
Risultato?
Tutti i rapporti sono andati bene (probabilmente a causa della rassicurazione indotta dal farmaco) ma ora a 6 mesi dall'emissione della ricetta penso che il problema non se ne sia andato.
Ho ridotto la dose a 12, 5 mg (che è sempre efficace, il ché è strano visto che la dose minima terapeutica che si registra abbai l'effetto è di 25).
Ho provato senza aiuto nell'ultimo periodo ma mi riviene un'ansia assurda e non riesco... cosa dovrei fare?
So che assumere farmaci di questo tipo non cura lansia ma allevia i sintomi ma ero stufo di stare così male e non poter fare l'amore con la mia ragazza.
So anche che dovrei andare da uno psicosessuologo ma economicamente proprio non posso.
Vi ringrazio per avermi ascoltato
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Gentile Ragazzo, benché Lei scriva "sono stato sempre del parere che perché una relazione possa essere considerata "sana" il sesso sia una parte fondamentale che deve mirare al godimento di entrambi", la descrizione che ha fatto di quanto accade mostra una sorta di asimmetria, in cui l'accento è soprattutto posto sulla sua performance più che sulla costruzione di un piacere condiviso.
Se c'è ansia, sa bene che le cose non possono andare come desidera. In generale, non solo in ambito sessuale, che posto occupa l'ansia nella sua vita?
Inoltre, che ruolo ha la sua compagna?
Fino a che punto conosce il suo stato d'animo?
Come vive la situazione e cosa fa perché insieme la possiate superare?
Le allego una lettura sull'argomento: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1852-ansia-da-prestazione-e-spectatoring.html
Ci si ritrova?
Cordialità.
Se c'è ansia, sa bene che le cose non possono andare come desidera. In generale, non solo in ambito sessuale, che posto occupa l'ansia nella sua vita?
Inoltre, che ruolo ha la sua compagna?
Fino a che punto conosce il suo stato d'animo?
Come vive la situazione e cosa fa perché insieme la possiate superare?
Le allego una lettura sull'argomento: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1852-ansia-da-prestazione-e-spectatoring.html
Ci si ritrova?
Cordialità.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
Utente
Gentilissima dr.ssa Paola Scalco, la ringrazio infinitamente per la risposta immediata.
Penso che lei abbia colto decisamente il punto precisando che badi incosciamente più alla performance che al piacere di entrambi in ambito sessuale. Diciamo che nella mia vita ho cercato sempre, in qualsiasi campo, di eccellere e non fare brutta figura, come se trovassi gratificazione nel riconoscimento degli altri quindi il sentirmi apprezzato (anche in ambito sessuale) pensavo involontariamente potesse farmi stare bene. Purtroppo so benissimo che questo tipo di comportamento è autologorante, specialmente nell'intimità con una compagna dove la parte importante è il coinvolgimento emotivo/sentimentale che si ha con questa. Sto cercando con tutto me stesso di migliorare anche questa parte del mio essere dato che è presente in molti campi (studio/cercare di piacere a tutti)e spesso il non riuscire in un determinato contesto mi mette ansia perché è come se la situazione mi sfuggisse di mano. Ritornando al discorso ansia, direi che i periodi sono stati parecchio altalenanti; ho avuto dei momenti in cui probabilmente ho sofferto di ansia generalizzata (per intenderci anche il chiedere indicazioni per strada ad un passante mi metteva ansia, ciò dovuto probabilmente alla paura di sbagliare ed impappinarmi); dopo vari lavori su me stesso adesso la situazione è molto migliorata e mi sento più sicuro di me. La mia vita sta andando parecchio bene in molti ambiti: studio, sport, interazioni sociali e anche la storia con l'attuale ragazza va benissimo; io la amo molto e mi sento amato da lei. Passiamo molto tempo insieme e sessualmente parlando le cose sembrano andare bene per lei ma non per me, per il problema che specifico di sotto.
<Inoltre, che ruolo ha la sua compagna?
Fino a che punto conosce il suo stato d'animo?
Come vive la situazione e cosa fa perché insieme la possiate superare?>
Beh, la mia lei non sa di questa mia ansia da prestazione anche perché da quando sto con lei mi sono sempre aiutato con questi trucchetti ( a dosi molto piccole ed è questo che mi fa capire che in realtà si tratta più di un effetto placebo piuttosto che del farmaco) e i rapporti sono andati bene, qualche volta sono riuscito anche senza . Il punto è che non mi va più di continuare così e anche se prendo piccole dose di farmaco voglio toglierlo totalmente e vivere al meglio la sessualità con lei.. ho provato ieri ma la situazione inizialmente buona è precipitata appena ho pensato all'erezione (ma fino a quel momento l'avevo..)
Adesso non so come comportarmi. Vorrei tanto risolvere questa situazione senza dirle nulla e continuare così però sentendomi libero nella sessualità e non dovendo ricorrere a questi mezzi per sentirmi "sicuro" (anche perché ripeto, la piccola dose farmacologica penso che normalmente non basterebbe ad uno che ha problemi di erezione veri).
Volevo sapere se vi fossero mezzi e/o tecniche psicoterapeutiche per superare il tutto. Io stesso andrei da un sessuologo ma visti purtroppo i prezzi abbastanza alti e la mia vita da studente il tutto mi sembra difficile... Dall'altra parte voglio risolvere questa situazione e spero che un rimedio esista realmente anche perché sto distogliendo l'attenzione da tutto e penso ultimamente solo a questo.
Ultima domanda, si può riuscire ad uscire da questo problema anche quando è presente da un po'?
Aggiungo infine che prima di queste esperienze sono stato 5 anni con una ragazza con cui questi problemi non sono mai insorti e i rapporti avvenivano quotidianamente; poi sono stato un anno single e ho conosciuto in seguito questa ragazza.
Per quanto riguarda il suo articolo, Dr.ssa, è molto interessante emi ci ritrovo in buona parte e penso anche di immaginare durante l'atto me stesso dall'esterno.. quindi in "spectatoring". Le terapie in questi casi cosa prevedono? (Ovviamente nei limiti di un consulto online, so benissimo che un approccio de visu è da preferire...)
Ringrazio lei ed altri che leggeranno per essere stati così pazienti, grazie davvero e scusate la mia prolissità.
Penso che lei abbia colto decisamente il punto precisando che badi incosciamente più alla performance che al piacere di entrambi in ambito sessuale. Diciamo che nella mia vita ho cercato sempre, in qualsiasi campo, di eccellere e non fare brutta figura, come se trovassi gratificazione nel riconoscimento degli altri quindi il sentirmi apprezzato (anche in ambito sessuale) pensavo involontariamente potesse farmi stare bene. Purtroppo so benissimo che questo tipo di comportamento è autologorante, specialmente nell'intimità con una compagna dove la parte importante è il coinvolgimento emotivo/sentimentale che si ha con questa. Sto cercando con tutto me stesso di migliorare anche questa parte del mio essere dato che è presente in molti campi (studio/cercare di piacere a tutti)e spesso il non riuscire in un determinato contesto mi mette ansia perché è come se la situazione mi sfuggisse di mano. Ritornando al discorso ansia, direi che i periodi sono stati parecchio altalenanti; ho avuto dei momenti in cui probabilmente ho sofferto di ansia generalizzata (per intenderci anche il chiedere indicazioni per strada ad un passante mi metteva ansia, ciò dovuto probabilmente alla paura di sbagliare ed impappinarmi); dopo vari lavori su me stesso adesso la situazione è molto migliorata e mi sento più sicuro di me. La mia vita sta andando parecchio bene in molti ambiti: studio, sport, interazioni sociali e anche la storia con l'attuale ragazza va benissimo; io la amo molto e mi sento amato da lei. Passiamo molto tempo insieme e sessualmente parlando le cose sembrano andare bene per lei ma non per me, per il problema che specifico di sotto.
<Inoltre, che ruolo ha la sua compagna?
Fino a che punto conosce il suo stato d'animo?
Come vive la situazione e cosa fa perché insieme la possiate superare?>
Beh, la mia lei non sa di questa mia ansia da prestazione anche perché da quando sto con lei mi sono sempre aiutato con questi trucchetti ( a dosi molto piccole ed è questo che mi fa capire che in realtà si tratta più di un effetto placebo piuttosto che del farmaco) e i rapporti sono andati bene, qualche volta sono riuscito anche senza . Il punto è che non mi va più di continuare così e anche se prendo piccole dose di farmaco voglio toglierlo totalmente e vivere al meglio la sessualità con lei.. ho provato ieri ma la situazione inizialmente buona è precipitata appena ho pensato all'erezione (ma fino a quel momento l'avevo..)
Adesso non so come comportarmi. Vorrei tanto risolvere questa situazione senza dirle nulla e continuare così però sentendomi libero nella sessualità e non dovendo ricorrere a questi mezzi per sentirmi "sicuro" (anche perché ripeto, la piccola dose farmacologica penso che normalmente non basterebbe ad uno che ha problemi di erezione veri).
Volevo sapere se vi fossero mezzi e/o tecniche psicoterapeutiche per superare il tutto. Io stesso andrei da un sessuologo ma visti purtroppo i prezzi abbastanza alti e la mia vita da studente il tutto mi sembra difficile... Dall'altra parte voglio risolvere questa situazione e spero che un rimedio esista realmente anche perché sto distogliendo l'attenzione da tutto e penso ultimamente solo a questo.
Ultima domanda, si può riuscire ad uscire da questo problema anche quando è presente da un po'?
Aggiungo infine che prima di queste esperienze sono stato 5 anni con una ragazza con cui questi problemi non sono mai insorti e i rapporti avvenivano quotidianamente; poi sono stato un anno single e ho conosciuto in seguito questa ragazza.
Per quanto riguarda il suo articolo, Dr.ssa, è molto interessante emi ci ritrovo in buona parte e penso anche di immaginare durante l'atto me stesso dall'esterno.. quindi in "spectatoring". Le terapie in questi casi cosa prevedono? (Ovviamente nei limiti di un consulto online, so benissimo che un approccio de visu è da preferire...)
Ringrazio lei ed altri che leggeranno per essere stati così pazienti, grazie davvero e scusate la mia prolissità.
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Certamente se ne può uscire (se rilegge l'articolo e i relativi commenti, alcuni suggerimenti già li trova lì), ma dipende da quanto si è disponibili a modificare le dinamiche che causano, alimentano e mantengono il problema.
A partire dal fatto che la sua ragazza non sa nulla e che, specularmente, Lei si senta in dovere di sostenere la parte di quello "performante".
Le faccio una citazione d'Autore ;-) su cui riflettere (si tratta di una canzone, apparentemente leggera, di un paio d'anni fa de Lo Stato Sociale):
"[Con te] sono così libero, da poter essere debole" .
Perché le cose funzionino, sia a livello relazionale sia a livello sessuale, è importante che tra i membri della coppia sia attivo un assetto cooperativo, in cui si mira al medesimo risultato (ad es., stare bene insieme), mettendo in campo ciascuno le proprie differenti risorse.
Se, invece, è presente il timore del giudizio dell'altro (oltre che di se stesso...), inevitabilmente emozioni come ansia, imbarazzo e vergogna contrastano la ricerca del piacere.
Comprendo le sue attuali difficoltà a rivolgersi ad un professionista privato, perciò, data la sua giovane età, le suggerisco di provare a rivolgersi gratuitamente allo Spazio Giovani del Consultorio della sua ASP di riferimento: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_913_listaFile_itemName_15_file.pdf
Non si perda d'animo, ma si conceda di essere solo "quasi" perfetto.
Saluti!
A partire dal fatto che la sua ragazza non sa nulla e che, specularmente, Lei si senta in dovere di sostenere la parte di quello "performante".
Le faccio una citazione d'Autore ;-) su cui riflettere (si tratta di una canzone, apparentemente leggera, di un paio d'anni fa de Lo Stato Sociale):
"[Con te] sono così libero, da poter essere debole" .
Perché le cose funzionino, sia a livello relazionale sia a livello sessuale, è importante che tra i membri della coppia sia attivo un assetto cooperativo, in cui si mira al medesimo risultato (ad es., stare bene insieme), mettendo in campo ciascuno le proprie differenti risorse.
Se, invece, è presente il timore del giudizio dell'altro (oltre che di se stesso...), inevitabilmente emozioni come ansia, imbarazzo e vergogna contrastano la ricerca del piacere.
Comprendo le sue attuali difficoltà a rivolgersi ad un professionista privato, perciò, data la sua giovane età, le suggerisco di provare a rivolgersi gratuitamente allo Spazio Giovani del Consultorio della sua ASP di riferimento: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_913_listaFile_itemName_15_file.pdf
Non si perda d'animo, ma si conceda di essere solo "quasi" perfetto.
Saluti!
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Utente
La ringrazio ancora una volta per il supporto da lei datomi, davvero. Forse una buona cosa per iniziare sarebbe parlarne con la mia ragazza e farle capire che in quel determinato momento mi sento agitato e ansioso e questo in buona parte mi aiuterebbe psicologicamente a fare "metà" del lavoro, è esatto?
Cercherò di seguire i suoi consigli e magari di recarmi in uno dei centri da lei consigliatomi nella speranza che riesca ad avere il supporto necessario.
Ciò che non mi spiego è che ho avuto una relazione durata molti anni in cui questo problema non si è mai presentato, pur avendo rapporti praticamente ogni giorno; poi sono stato single più di un anno e con le nuove "esperienze" il problema si è fatto presente... In particolare ciò che mi deve aver buttato giù è stato il rapporto occasionale con la ragazza di cui ho parlato nel primo messaggio; essendo stata con molti prima di me probabilmente sono entrato (ancora prima di iniziare) in competizione con quelli e in ansia perché temevo di non reggere il confronto. Dopo quel flop ho pensato e ripensato alla cosa, visto che sono uno che purtroppo rimugina all'infinito sulle vicende negative(altra cosa che dovrei assolutamente risolvere) e la paura di risbagliare probabilmente mi ha messo ansia durante i primi rapporti con la ragazza con cui attualmente sto ed è per quello che sono ricorso a quei farmaci pro-erettivi (pur sapendo che possono anche dare assuefazione psicologica).. ora ciò che dovrei fare è eliminarli una volta per tutte, anche le piccole quantità che prendo per sentirmi"sicuro", e tentare ad essere me stesso magari con un supporto psicoterapeutico.
Cordiali saluti
Cercherò di seguire i suoi consigli e magari di recarmi in uno dei centri da lei consigliatomi nella speranza che riesca ad avere il supporto necessario.
Ciò che non mi spiego è che ho avuto una relazione durata molti anni in cui questo problema non si è mai presentato, pur avendo rapporti praticamente ogni giorno; poi sono stato single più di un anno e con le nuove "esperienze" il problema si è fatto presente... In particolare ciò che mi deve aver buttato giù è stato il rapporto occasionale con la ragazza di cui ho parlato nel primo messaggio; essendo stata con molti prima di me probabilmente sono entrato (ancora prima di iniziare) in competizione con quelli e in ansia perché temevo di non reggere il confronto. Dopo quel flop ho pensato e ripensato alla cosa, visto che sono uno che purtroppo rimugina all'infinito sulle vicende negative(altra cosa che dovrei assolutamente risolvere) e la paura di risbagliare probabilmente mi ha messo ansia durante i primi rapporti con la ragazza con cui attualmente sto ed è per quello che sono ricorso a quei farmaci pro-erettivi (pur sapendo che possono anche dare assuefazione psicologica).. ora ciò che dovrei fare è eliminarli una volta per tutte, anche le piccole quantità che prendo per sentirmi"sicuro", e tentare ad essere me stesso magari con un supporto psicoterapeutico.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 15.7k visite dal 02/06/2020.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.