Università e bugie

Buonasera,
Sono una ragazza di 22 anni iscritta ad una facoltà magistrale a ciclo unico.
Attualmente sono iscritta al quarto anno, dunque, non sono ancora fuoricorso, ma ho 10 esami arretrati.
Ho letto innumerevoli racconti analoghi al mio su questa piattaforma e un po’ me ne sono rallegrata, devo ammetterlo: dopotutto mal comune mezzo gaudio.

Arrivo dritta al sodo: ho mentito ai miei genitori sull’esito di 6 esami, che in realtà non ho mai conseguito.

Con un occhio obiettivo, mi rendo conto che si tratti davvero di una minuzia, poiché sono esami semplici, ma la cosa che mi logora è la menzogna! Guardare negli occhi mia madre e provare un nodo allo stomaco mi sta lentamente consumando.
E ancora peggio, mio padre, che è la persona che meno merita una cosa del genere.

Sono i miei a mantenermi gli studi e il fatto che abbiamo cieca fiducia nei miei riguardi mi dilania.

Non vorrei strumentalizzare una vecchia situazione familiare che si è posta in essere qualche anno fa, ma, effettivamente, per evitare che i miei familiari soffrissero ulteriormente ho accampato bugie su bugie.

Comunque sia, vorrei davvero dir loro la verità perché il peso della menzogna mi sta piegando, ho gli attacchi di panico notturno, non riesco a dormire bene, tremori incontrollabili, insomma, il mio senso di colpa è impietoso.
Mi dispiace sobbarcare le loro schiene di questo dispiacere ma non ho davvero più alcuna voglia di mentire.
Non se lo meritano e sebbene non sia pronta, mi assumerò le mie responsabilità.

Temo si arrivi all’irreparabile.
Ho davvero paura che non mi parlino o che non mi comprendano... solo questo mi trattiene.

Sarà un duro colpo per loro e ciò mi rattrista... ma non ho alcuna voglia di proseguire a questo modo: voglio laurearmi e vorrei il loro supporto.

In passato ho arrecato altri dispiaceri ai miei, sarà perché sono la figlia femmina, ma loro si sono sempre aspettati molto da me.
Spero di riuscire a ricominciare con loro al mio fianco, sarebbe la cosa più bella.
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Dr.ssa Valeria Mazzilli Psicologo 286 13
Gentile Utente,
benché come lei dice si tratta di esami semplici, sei esami non sono pochi.

"per evitare che i miei familiari soffrissero ulteriormente ho accampato bugie su bugie". Pensa che sia davvero questo il motivo per cui ha mentito ai suoi genitori? Premetto che la risposta la può trovare solamente dentro di lei.

Come lei stessa afferma, sono molto frequenti casi di studenti universitari che mentono ai propri genitori e non solo su questa piattaforma glielo assicuro.
Spesso la bugia, in casi come questo, è usata per sfuggire al peso delle aspettative genitoriali. E' troppo difficile portare ai familiari la verità perché si deve fare i conti con il non sentirsi abbastanza adeguati agli occhi dei genitori.
Si inizia con il mentire su un esame, poi due, poi tre e così via, perdendo il controllo di quanto accade. E quando la bugia diventa troppo grande da gestire si viene schiacciati dal peso della colpa. Non si sa più come rimediare e ridimenzionare il danno.

"Non se lo meritano e sebbene non sia pronta, mi assumerò le mie responsabilità. Temo si arrivi all’irreparabile. Ho davvero paura che non mi parlino o che non mi comprendano... solo questo mi trattiene"
Io anche le suggerisco di creare un canale comunicativo in cui in qualche modo rende al corrente i suoi genitori di quanto sta accadendo nella sua vita, non solo in termini di bugie dette, ma anche del portato di ansia e paura che ne scaturisce.
Se pensa sia troppo difficile parlare, potrebbe scrivere loro una lettera, oppure far leggere loro quanto ha scritto qui a noi.
Le consiglio di parlare con i suoi genitori non tanto per non rischiare una chiusura totale da parte loro ("paura che non mi parlino"), ma perché è importante che, da adulta e non da bambina, si prenda la responsabilità delle sue azioni e della sua vita. Avrà avuto i suoi buoni motivi per non dare quegli esami ed è importante che impari a rispondere a sé stessa e non sentire di doversi giustificare davanti ai suoi genitori.
Questo ha a che fare con processi di svincolo dall'autorità genitoriali, con l'autonomia e l'indipendenza. Ha 23 anni e non è più una ragazzina. Questo anche vuol dire crescere

Mi piace leggere quello che si augura "voglio laurearmi e vorrei il loro supporto. Spero di riuscire a ricominciare con loro al mio fianco, sarebbe la cosa più bella"

Io invece le auguro di scrollarsi da dosso il peso delle aspettative, che anche lei stessa si riconosce. Non è cosa semplice, né da poco, ma è ciò che le auguro

Ci tenga al corrente su gli sviluppi e ci scriva per farci sapere se le fa piacere
Un caro saluto
Cordialmente

Dr.ssa Valeria Mazzilli
Psicologa Clinica
Via San Giacomo, 15 Napoli
cel. 3895404108

[#2]
dopo
Utente
Utente
Spettabile Dottoressa,
Grazie per la risposta tempestiva e per i suggerimenti.
Devo ammettere che non avevo mai pensato ad una possibile necessità di emancipazione. Purtroppo, non credo di poter ancora sentire di non avere obblighi nei confronti dei miei genitori. Molte volte ho pensato: è il MIO percorso universitario , ma non credo di essere pronta a lasciare la loro mano.
So che ciò mi rende immatura
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Dr.ssa Valeria Mazzilli Psicologo 286 13
Gentile Utente,
In questo spazio, attraverso le risposte di noi professionisti, si cerca di dare spunti su cui riflettere e di aiutare a esplorare il problema che viene posto, cercando di portare alla luce anche altri aspetti dello stesso, che spesso non vengono visti. Questo è il lavoro dello psicologo.

La mia risposta voleva servire a questo, farle guardare che forse la bugia nel suo caso non serve solo a evitare sofferenze ai suoi genitori, ma ha uno scopo per lei in primis.
Lei parla di obblighi nei confronti dei propri genitori, occorrerebbe invece parlare della propria responsabilità verso il percorso universitario che ha scelto e verso la professione a cui aspira.

La maturità non si acquisisce da un giorno a un altro, ma è un processo che avviene con il tempo. Sapere e vedere certe cose è già un primo passo.

Spero di averle dato qualche utile spunto di riflessione
Ci faccia sapere gli sviluppi, se le va
Cordialmente
[#4]
dopo
Utente
Utente
Spettabile Dottoressa,
Sì, se guardo con obiettività, nel profondo, per quanto odi ammetterlo e per quanto ciò si allontani dai nobili principi, Le dirò, tristemente , che il tornaconto della bugia fosse anche egoistico. Forse, è proprio questo che rende il senso di colpa ancora più acuto? È riuscita ad infondermi un senso di sicurezza e determinazione per ciò che va fatto, anche per cercare una serenità nel proseguimento dei miei studi.
L’aggiornerò volentieri,
Grazie per il suo tempo.
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Dr.ssa Valeria Mazzilli Psicologo 286 13
Non a caso, le bugie le dicono i bambini quando non vogliono essere rimprovarati per le loro marachelle, non certo, o non solo, per non far dispiacere gli adulti.

Potrei sbagliarmi, ma forse la colpa ha anche a che fare con quanto lei sente di aver deluso le aspettative dei suoi genitori, portando avanti l'immagine di studiosa modello, quando in realtà non si sente così.
Poi chissà, magari scopre che i suoi genitori possono essere più comprensivi di quanto immagina e sono pronti a sostenerla ugualmente o forse anche di più dopo la confessione.
Fatto sta che l'autonomia espressa in termini di presa di responsabilità delle proprie azioni e della propria persona, è un concetto con cui deve imparare a familiarizzare. O almeno, è quello che le auguro

Lieta di esserle stata un pochino utile e grazie per averci scritto
A risentirla presto

Un caro saluto