Madre/moglie, con rancore, crisi di rabbia e comportamento abusivo

Buongiorno.
Scrivo per mia madre, di anni 72 (affetta anche da altre patologie fisiche).

Mia madre negli ultimi anni (e in particolare nell'ultimo) ha sviluppato la tendenza ad adirarsi in maniera incontrollata con crisi di rabbia, in cui bestemmia, maledice i familiari paterni e mortifica il marito.

Queste crisi/litigi partono molto spesso da un semplice battibecco, da una differenza di opinione, da un disaccordo e talvolta anche dal nulla (penso sia assolta nei suoi pensieri di rabbia e vendetta).

In questi momenti rinfaccia a mio padre un errore commesso molto tempo addietro (40 anni fa) per non averle dato ascolto su l'acquisto della casa.
In maniera incontrollata rinfaccia eventi impressi nella sua memoria in cui si è vista "presa in giro" dai familiari paterni (hanno prima prestato e poi richiesto i soldi in maniera non affatto elegante) e per questo ne fa una colpa a mio padre che diede loro ascolto ignorando lei che, all'epoca incinta, non poteva fare nulla.
A detta di mia madre, lei ha covato rancore per tutto questo tempo.

Inizialmente i rinfacci e in seguito queste crisi, si sono presentati dopo alcuni problemi legali avuti nella ristrutturazione del fabbricato, che però ormai si possono considerare risolti per il meglio.
Tale ristrutturazione è stata voluta molto più da lei che da chiunque altro (causa impossibilità di vendita).
Tuttora continua a fare dei lavori sulla casa anche abbastanza costosi che non portano nessun beneficio tangibile (un po' come le signore che ricorrono continuamente al bisturi senza mai essere "contente").

Mia madre ha sempre avuto una personalità dura, più forte di gran lunga del marito, ed estremamente orgogliosa e testarda (cioè, lei non ha mai sbagliato).
Sembra lei voglia fare "dispetti" a chiunque come forma di vendetta.
E' sempre bellicosa e irascibile.
Non ha hobby (esiste sempre e solo il lavoro), nemmeno amici/colleghi (forse allontanati dal suo carattere o per via di altri litigi).
E' sola se non per noi (la famiglia che però odia/tollera) e la parte della sua famiglia (sorella e cognato, che idolatra).

Durante questi litigi, al di là della rabbia e del rancore, si vede enormemente la sofferenza.
Ultimamente è arrivata a tirarsi e strapparsi i capelli da sola (come faceva la madre nei suoi litigi con lei) e a battere con le mani (soffre di artrite e artrosi) sul tavolo e sul suo viso.

Ma la sofferenza sul volto è proprio dovuta a questo rancore che la divora da dentro.

Nell'ultimo litigio abbiamo chiesto cosa potevamo fare per lei, ma ha risposto "nulla".
Le ho proposto di mandare via mio padre, ma ha detto "faccia quello che vuole, non mi interessa".
Le ho proposto di andare dove sarebbe felice, e dice "non sarà mai più felice (a causa di mio padre) ".
Non vuole farsi curare da uno psi* perchè "non sono ad essere pazza".

Ora però non sappiamo più cosa fare.
E siamo esausti.

Noi familiari, un marito e due figli molto preoccupati, cosa e come dovremmo fare?
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente ,

Ci scrive che
"..A detta di mia madre, lei ha covato rancore per tutto questo tempo...",
e francamente leggendo la Sua narrazione ciò sembra possibile.

Tuttavia le domande che dobbiamo porci sono queste:
. L'apertura del *sacco del rancore* dipende dal fatto che era ormai troppo pieno?
. Oppure ad una patologia senile che indebolisce i freni inibitori?
. Oppure ancora ad una crisi esistenziale over 70, fase in cui si fanno i bilanci della propria vita, senza peraltro avere possibilità di rimediare eventuali errori? Erikson, nella interessante teoria degli otto stadi della vita, definisce la Vecchiaia - dai 65 anni in poi all'epoca - come quella in cui o si va verso *l'integrità dell’io* o si cade nella *disperazione*.

L'aiuto che è possibile fornire a Sua madre dipende dalla diagnosi.

Una visita presso il medico di famiglia sarebbe necessaria.
Solo in un secondo tempo una Psy, anche se pare che non ce ne sia intenzione purtroppo.
La Vostra presenza tranquilla e pacificante è fondamentale.

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Attivo dal 2015 al 2021
Ex utente
Gent.ma Dott.ssa Brunialti,
grazie per la celere risposta. Le rispondo di seguito:
. L'apertura del *sacco del rancore* presumo nasca o dal problema legale avuto (risolto. Ma credo che nel contesto sociale dove sono cresciuti i nostri genitori, questo sia come essere dei "poco di buono"),
oppure dallo stress portato da queste opere che mia madre stessa richiede di continuo (ogni lavoratore non svolge mai il lavoro a regola d'arte, oppure mia madre in qualche modo -CREDO IO- si pente, oppure è molto costoso).
Inizialmente lei si fida ma finisce poi con l'arrabbiarsi, dando la colpa a mio padre perchè "se non avesse fatto come diceva lui 40 anni fa o se fosse scappata via, adesso la situazione sarebbe sicuramente migliore e la sua vita non rovinata". Lei non è scappata via perchè già incinta e all'epoca non aveva molte scelte. Queste crisi talvolta sorgono poco dopo (1-2gg) la visita da parte dei prestatori d'opera.
. Non è stata per ora individuata alcuna patologia di questo tipo. Presumo che se ci sia non sia evidente. Sicuramente ha altri problemi fisici documentati (problemi al fegato, secchezza e bruciore a occhi e bocca) costanti, che non migliorano l'umore. Ho notato che spesso fraintende l'ironia o le notizie dei TG. Talvolta questi problemi spariscono in condizioni ancora più sfavorevoli (a volte dopo una giornata al sole non lamenta il bruciore o lo lamenta al termine, perchè impegnata in altro). Come dire, rimane spesso incostante.
. Sulla crisi esistenziale è possibile, ma non so se e come farla valutare. Lei afferma di essere stata sempre infelice e che tutto è venuto fuori adesso perchè noi figli siamo grandi.
Qui, personalmente, vedo dell'incoerenza: perchè noi figli siamo maggiorenni da molti anni. E se questo problema era già avvertito 40 anni fa, penso (da non genitore) che un solo figlio sarebbe "bastato". Proprio per questa e altre incoerenze, credo che il problema non sia mio padre o "la scelta" del passato, ma ci sia dell'altro. Presenta un carattere molto simile alla madre, con cui litigava parecchio.
Avevo già parlato col medico di famiglia, che però ha fatto presente che può solo prescriverle delle medicine o indirizzarla verso qualcuno. Ma la scelta spetta comunque a mia madre. Ho chiesto per TSO, ma mi ha spiegato che è molto difficile in questi casi (cioè la crisi dovrebbe continuare fino dopo l'arrivo dell'ambulanza).
Vogliamo aiutarla, ma non sappiamo come. Non possiamo nemmeno però continuare a vivere così e a farla stare così.
[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Nei disagi psichici, rilevare le "incoerenze" non serve a nulla; la persona magari sta solo cercando delle motivazioni *per se stessa*, per giustificare a sè il proprio malessere, che possono variare di volta in volta o essere fantasiose..

Più di questo attraverso un consulto online non è possibile dire.

Ma se Lei individuasse una Psicologa/o della Sua area geografica che conosce le problematiche dell'età tardo-adulta,
Lei stesso potrebbe effettuare qualche seduta in presenza: spesso è l'unico modo per far accedere la persona resistente all'idea.
Le sembra assurda questa proposta?

Dott. Brunialti
[#4]
dopo
Attivo dal 2015 al 2021
Ex utente
Gent.ma Dott.ssa Brunialti,

grazie nuovamente per la Sua risposta.

Se può servire per far stare bene mia madre (e mio padre), allora no non mi sembra affatto assurdo iniziare per qualche seduta. Tuttavia, non capisco come questo possa spingere mia madre ad iniziare o almeno provare a frequentare una terapia. Potrebbe essere più esplicita?
Dal mio punto di vista, ritengo necessario che ANCHE mio padre invece inizi un percorso visto che questi maltrattamenti e rinfacci che subisce di continuo lo debilitano parecchio, sotto ogni punto di vista. Lei concorda? In caso, è necessario scegliere terapeuti diversi? Fare sedute separate o di coppia?

Al fine di far capire a mia madre che è opportuna una cura da uno psicologo e per cercare di farla ragionare su questo dolore (e spero anche sentirsi aiutata), pensavo di riunire di persona tutta la famiglia (evenutalmente coinvolgendo anche la sorella) e di essere diretto ed esplicito. Questo potrebbe servire oppure potrebbe creare troppa pressione ottenendo l'effetto opposto?

Inoltre, nella sua prima risposta, accennava a patologie senili. Crede sia necessaria una visita neurologica?

Ho controllato e nella mia area non vedo psicologi dell'età tardo-adulta, ma solo adulta. E' corretto lo stesso?
[#5]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

una visita neurologica può sicuramente essere utie, ma solo se Sua madre è d'accordo e dunque collaborativa.

Eviti di essere Lei a riunire la famiglia:
affinchè non risultino distruttive, è meglio che siano gli esperti ad applicare queste tecniche.

"Chi va in seduta?", ci chiede.
Lei; oppure Lei con suo padre ..
E' importante in ogni caso introdurre una variabile in un "sistema" peraltro cristallizzato.

Tenga conto che qui siamo sull'ipotetico.
Solo dagli approfondimenti organici e relazionali in presenza potranno uscire dati più concreti.

Cerchi una/o Psicoterapeuta specializzata/o in Terapia familiare, in grado cioè di governare il "sistema famiglia"
senza farsene travolgere,
conoscendone a fondo tutte le sue dinamiche.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
[#6]
dopo
Attivo dal 2015 al 2021
Ex utente
Gent.ma Dott.ssa Brunialti,

Grazie per il consulto.
Ho preso contatto con uno psicoterapeuta.
[#7]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Prego.
Se ritiene ci faccia sapere, tra qualche mese.

Dott. Brunialti