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Buonasera Dottori,
Avrei bisogno di un vostro consulto.

Fortunatamente sono una persona sana e lo sono sempre stata, tranne 10 anni fa che sono stata operata di tumore alla tiroide, ma superato egregiamente.

Sono sempre stata una persona allegra, iperattiva ed a cui non piace la noia.

Ho superato dei lutti, più o meno tragici, come in tutte le famiglie del resto.

Ho dei genitori splendidi, un marito amorevole e degli amici ke sono una famiglia.

Insomma, una vita normale.

Il problema è lo stress lavorativo.

Ho lavorato x circa 10 anni in un'azienda cui non mi trovavo bene, sia con i colleghi sia proprio per il lavoro in sé, in quanto stressante.
Quando arrivavo a casa avevo quasi sempre una frenesia di fare le cose anche quando non c era nulla da fare e spesso avevo affanno e nodo in gola.
Sono una persona riservata.

Stupidamente non ho mai dato peso ai sintomi, ci ho sempre convissuto e convivo tutt'ora.

Ho fortunatamente cambiato lavoro e mi trovo benissimo.
Il lavoro è stagionale, quindi ci sono degli alti e dei bassi, aprile è il mese con più lavoro.
È la prima volta che ho avuto un forte stress.
Sono una persona che ama lavorare, ma allo stesso tempo mi rendo conto di non essere in grado di dire no ai troppi impegni lavorativi.
3 settimane fa circa, in pausa a pranzo a casa, ho avuto tachicardia, sudorazione e senso di agitazione/paura di perdere il controllo.
Una volta calmata, sono rientrata al lavoro tranquillamente.
Da allora ho paura di perdere il controllo, ho paura di avere di nuovo questa forte sensazione di agitazione ed ammetto ke sabato avevo il morale a terra, cosa ke fortunatamente non mi capita mai!
Ho sentito la mia Dottoressa e mi ha dato dei rilassanti omeopatici e mi ha riferito che se non fossero bastati mi avrebbe dato altro.

Vi ringrazio in anticipo.
Saluti.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 184
Gentile utente,
dal momento che sta scrivendo a noi credo lei abbia correttamente avvertito che è il momento di fare una revisione della sua vita, degli stress cui è esposta, dei desideri accantonati e di quello che ci ha danneggiati tutti a causa della pandemia.
Mi rendo conto che noi psicologi non facciamo sapere fino in fondo in cosa realmente consiste la nostra attività: non è solo una cura per quello che va male, meno ancora per quello che si è definitivamente usurato, ma l'ausilio per gestire meglio la vita sviluppando le proprie potenzialità, per realizzarsi con leggerezza e allegria.
Per avere un'idea di quello che le dico, valuti online la Psicologia Positiva, la Compassion Focused Therapy, la Scrittura Espressiva.
Dalla mancata informazione deriva l'assurda conseguenza di andare dallo psicologo solo quando si sta troppo male. Dice un diffuso pregiudizio popolare, di cui perfino alcuni medici partecipano, che la persona "forte" ce la fa da sola. Quante volte il denaro risparmiato per le cure psicologiche viene buttato via in malattie, divorzi o altri eventi indesiderabili!
Faccio appello al buon senso che mi sembra lei possieda: prenda in considerazione un colloquio con uno psicologo.
Tanti auguri. Ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com