Il mio fidanzato ha deciso di abbandonare l’università

Gentili dottori,
sono qui a scrivere per avere un consiglio.

Circa un anno fa ho conosciuto il mio attuale fidanzato, lui frequenta il secondo anno di medicina.
Entrambi abbiamo vent’anni.
Premetto che sin dall’inizio mi aveva manifestato l’idea di voler abbandonare la facoltà perché non si sentiva più bravo come lo era al liceo; così si era fermato concludendo solo il primo semestre del primo anno.
Nel frattempo (quando ci siamo conosciuti ed eravamo solo conoscenti) io stavo studiando per poter entrare nella stessa facoltà per la seconda volta, in quanto l’anno prima non ero riuscita a superare il test di ammissione a medicina.
Ero e sono la persona più felice del mondo perché finalmente la seconda volta sono riuscita a realizzare il mio sogno più grande.

Dopo qualche mese dal primo incontro ci fidanziamo, in tutto questo tempo (un anno e mezzo quasi) lui non ha dato più esami.
Ha continuato a studiare ma alla fine all’esame non si presentava mai.
Mi ha detto di non avere più stimoli, di avere bisogno di nuove esperienze.
Io ho cercato in tutti i modi di fargli cambiare idea, di farlo ragionare.
Gli ho detto che avremmo potuto magari studiare insieme, così avrebbe recuperato gli esami non dati del secondo semestre del primo anno.
Inizialmente mi sembrava essersi convinto, mi aveva promesso che ci avrebbe provato, ma tutte queste promesse non sono state mai mantenute, infatti quando la data d’esame stava per avvicinarsi lui all’esame, ancora una volta, non si presentava.

Io capisco che non posso farci niente, ma ci sto tanto male per questa cosa, mi sento delusa e presa in giro per le promesse non mantenute in quanto non si è dato nemmeno l’opportunità di poter dimostrare a se stesso di essere ancora capace.
Ora mi sento persa, anche perché avevo già in mente dei progetti, come magari quello di lavorare insieme in futuro.

Da qualche giorno mi ha espressamente detto di aver deciso di abbandonare l’università e di voler provare ad entrare nell’accademia degli allievi ufficiali della guardia di finanza.
Questa cosa mi ha destabilizzata ancora di più.
Io sono contenta per lui e voglio che sia felice, ma entrare in accademia significherebbe anche andare fuori regione, sentirsi 5 min al giorno e vedersi poco.
Lui vorrebbe il mio supporto, io cerco di darglielo ma alla fine torno sempre a parlare di questa cosa.

Come dovrei comportarmi?
[#1]
Dr. Ferdinando Toscano Psicologo 193 10
Gentile utente,
Ci chiede come dovrebbe comportarsi.

In fin dei conti, volendo il suo (di lui) bene, la sua realizzazione più piena.

Non ci è dato di sapere se l'accademia sia davvero la strada per il suo ragazzo, se medicina non è veramente quello che vuole fare e chissà cos'altro.

Ma di sicuro caricandolo delle sue (di lei) aspettative sul vostro futuro insieme, a fare la stessa professione, non lo aiuta.
Che poi, insomma, conviene pure a lei guardare (e guardarsi) così avanti?!
Dopotutto non è che agli inizi ..

Avete vent'anni e, ancor prima che di coppia, due storie personali tutte da scrivere.
Se vuole veramente il bene del suo ragazzo, lo aiuti a trovare la sua strada, a scoprire cosa gli piace e ad avvicinarsi a un percorso che lo porti a fare quanto desidera mettendo da parte i progetti che ha nella sua testa.
Lo aiuti a ritrovare la sua auto-efficacia, a credere in se stesso a prescindere da quello che sceglierà di fare.
L'amore è esserci senza condizionare la strada dell'altro, un esserci a prescindere da ogni scelta.
L'amore è libertà, non è vincolo, è ritrovarsi dopo essere stati in giro, vaganti... Sotto casa... O dall'altra parte del mondo.
Tutto il resto rischia di essere egoismo.

Un caro saluto

Dott. Ferdinando Toscano
Psicologo

[#2]
Dr.ssa Sabrina Germi Psicoterapeuta, Psicologo 23 1 1
Gentile utente,
mi dispiace molto per il suo disagio e senso di disorientamento.

Una delle sfide più complesse all’interno di una coppia è quella di trovare un buon equilibrio tra l’io e il noi: cioè tra lo spazio individuale e lo spazio comune.

Non di rado le crisi di coppia dipendono dalla difficoltà a trovare un equilibrio fra autonomia e unione. Ciascuno di noi ha bisogno dei propri spazi e nello stesso tempo ricerca sicurezza e amore nell’altro. A volte questi due bisogni possono entrare in conflitto. Coltivare interessi e passioni, percepirsi come individuo e non solo come membro di una coppia o di una famiglia, avere una dimensione personale che non sia necessariamente condivisa col partner, sono aspetti indispensabili al benessere di ognuno; uno stare insieme che non li preveda, rischia di porre le basi per una inevitabile crisi. Se viene dato poco valore alla libertà individuale è altamente probabile sentirsi intrappolati o soffocati nel rapporto.

Saluti,
dr. Germi Sabrina

Dr.ssa Sabrina Germi
Psicologo Clinico e Forense
Psicoterapeuta Breve Strategico
Pedagogista dello sviluppo e Mediatore Familiare