Parlare da soli è considerabile un disturbo?

Salve a chi eventualmente risponderà al consulto.
Sono una ragazza di 21 anni che lo scorso anno ha intrapreso un breve percorso di terapia per provare a superare traumi affettivi ed emotivi, a cui era stato diagnosticato un disturbo ansioso depressivo alle prime sedute un po’ approssimativamente.
Non so se esista un termine di guarigione effettivo ma non ho più ritenuto necessario proseguire.

Durante le sedute la mia psicologa mi fece notare, a mia sorpresa, che quello che pensavo fosse un vizio comune a tutti non lo era.
Parlo da sola da quand’ero piccola, anche a voce piuttosto alta, capita in più circostanze ma principalmente davanti allo specchio.
Inizialmente lo facevo esclusivamente quando nessuno potesse sentirmi, poi rimanendo chiusa in casa con i miei genitori durante il covid ho iniziato a non rendermi conto di farlo anche in loro presenza.

A volte sono flussi di coscienza, sfoghi per situazioni che vivo, costruisco le mie argomentazioni per discussioni che sto per avere o che ho già avuto in passato, ma ancora più spesso invento degli scenari immaginari ma realistici e verosimili, facendo voli pindarici continui, parlando con interlocutori diversi come se fossi protagonista di circostanza che variano di continuo nel mio monologo.

Non perdo mai il contatto con la realtà, so che sono scenari, mi sembra quasi una vena teatrale che però mi manca completamente nella vita reale e non mi attira in nessuna misura.
Mi rendo conto di poter andare avanti per ore in maniera incontrollata prima che qualcuno bussi e mi chieda magari di uscire dal bagno.
Mi spaventa quasi la varietà degli scenari che la mia mente elabora appena sono sola, un banale esempio è che può capitare che io inizi a rispondere (guardandomi allo specchio) immaginando che mi stiano intervistando, o che io abbia a che fare con una persona improbabile della mia vita.
Mantenendo sempre il contatto con la realtà, è considerabile un disturbo?
La psicologa mi suggerì di smettere ma non lo motivò.
Nei periodi di stress mi sento molto a mio agio nel farlo, ma ultimamente temo un po’ questa mia estraniazione e vorrei capire se possa avere dei risvolti negativi se non controllata o se possa rientrare in un quadro patologico, anche se ne dubito.
Al contempo non credo sia solo frutto di una mente fantasiosa e mi piacerebbe che un professionista mi delucidasse su quest’abitudine.
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Dr.ssa Valeria Mazzilli Psicologo 286 13
Gentile Utente,
non entro nell'operato della collega psicologa, non conosco il contesto nel quale sono state espresse queste affermazioni e non sarebbe utile né corretto esprimere pareri su situazioni terze riportate.

Ci dice: "Nei periodi di stress mi sento molto a mio agio nel farlo"
Piuttosto che chiedersi se questa sua particolarità possa essere un disturbo, le domando: che funzione ha per lei? Quando, in che momenti ricorre a questo atto creativo di comunicazione con sé stessa e altri interlocutori? Cosa prova nel mettere in scena davanti allo specchio questi monologhi?

Si chieda a cosa le serve farlo, quando, a che età, ha imparato e iniziato a farlo. Che giovamenti trova

Infine, la sua vita reale, quella fuori dallo specchio con cui dialoga, è per lei soddisfacente? Ha un'idea di quali possano essere gli obiettivi che vuole raggiungere nella sua vita? (studio, lavoro, relazioni sentimentali, passioni ecc.)

Spero di averle dato utili spunti di riflessione
Cordialmente

Dr.ssa Valeria Mazzilli
Psicologa Clinica
Via San Giacomo, 15 Napoli
cel. 3895404108

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per gli spunti interessanti che mi ha offerto. Personalmente non ricordo quando sia cominciato, posso dire che da che ho memoria l’ho sempre fatto. I momenti di stress possono incrementarlo, ma tendo a farlo sempre nella quotidianità.
L’ho interpretata come una mia sorta di catarsi’, come una forma di evasione da una vita che un po’ mi annoia e un po’ delude le mie aspettative, ma non è strettamente legata a delle negatività’. Anzi, anche nei momenti di contentezza o di serenità mi viene parimenti spontaneo.

Aggiungo che anche i miei sogni sono in qualche misura controllati, prima di addormentarmi (sempre sin da quando ero piccola) è come se indirizzassi’ il sogno con lucidità verso questi stessi scenari.

Ho una vita particolarmente piena, tra università e rapporti sociali, nonché una relazione stabile, ma affronto tutto oramai con ansia e insofferenza per situazioni private familiari che hanno intaccato il mio equilibrio emotivo in maniera piuttosto radicata.

La ringrazio ancora per la disponibilità.
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Dr.ssa Valeria Mazzilli Psicologo 286 13
Gentile Utente,
la creatività in ogni sua forma genera risorse preziose. Si fa quel che si può con i mezzi che si hanno a disposizione e ognuno mette in campo i propri.
Potrebbe provare a conoscersi più profondamente, così da lasciarsi spaventare meno da quelle che sono le sue personali caratteristiche.

"affronto tutto oramai con ansia e insofferenza"
Provi a valutare la possibilità di intraprendere un nuovo percorso psicologico che possa aiutarla a trovare modalità diverse e più funzionali per comprendere e gestire l'ansia e l'insofferenza.
Anche ciò che sembra radicato e destinato ad essere così nel tempo può essere cambiato, occorre volerlo, mettersi in gioco e lavorare sodo con l'aiuto di un/a esperto/a per poter ottenere i cambiamenti desiderati.
La psicoterapia è un viaggio verso la conoscenza di sé, dei modelli familiari e relazionali e verso la costruzione di nuovi significati

Le faccio un grande in bocca al lupo!
Cordialmente

Dr.ssa Valeria Mazzilli
Psicologa Clinica
Via San Giacomo, 15 Napoli
cel. 3895404108

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio di cuore per la sua premura e professionalità.
Accolgo l’in bocca al lupo e le auguro una splendida carriera.