Aiuto psicologico

Buongiorno, sono una donna di 41 anni, single senza figli, affermata professionalmente.
Vivo con i miei genitori anziani che, grazie a Dio, godono di buona salute, Fino a qualche anno fa ero una persona sempre allegra, con la battuta pronta, oserei dire gioiosa.
Una vita sociale abbastanza attiva e diversi hobby.
Da più di anno le cose sono cambiate.
Sarà stato vedere andare via precocemente amici miei coetanei, oppure la pandemia, o entrambe le cose, sta di fatto che la mia visione delle cose è cambiata.
Il mio umore si è incupito, penso spesso alla morte, ho paura di perdere i miei genitori, un timore non gestibile.
Basta che abbiano un mal di testa o un decimo di febbre per farmi andare in panico.
Molto spesso ho difficoltà di addormentamento oppure non dormo affatto.
Ho disturbo doc, devo contrallare se ho chiuso la porta, il gas, l'acqua.
Sono consapevole di avere qualche problema, niente di irrecuperabile, ma c'è e il sottovalutarlo non aiuterebbe.
So che la morte fa parte della vita, che tutti prima o poi perdiamo persone care, è una tappa obbligata, a meno che non andiamo via noi per primi.
So che si va avanti, ma io non riesco a gestire questa ansia proveniente da questi pensieri.
Sto cercando casa, voglio andare via per due motivi: il primo è che la convivenza è diventata difficile per divergenze ed esigenze caratteriali, il secondo è che penso che mettere una certa distanza tra me e la famiglia di origine potrebbe essermi utile a tagliare un cordone forse non ancora reciso.
Vorrei smettere di preoccuparmi che qualcosa di negativo possa accadere.
Fino a qualche anno fa, se si presentava un problema, per quanto serio potesse essere, avevo la forza ed il raziocinio di affrontarlo.
Per quanto preoccupata, lo affrontavo.
Ora un cumulo di terra mi sembra una montagna.
Cosa mi sta accadendo?
Cosa posso fare per recuperare lo stato precedente?
Grazie per il consiglio che potrete darmi.
Buona domenica
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile Utente,

ci chiede:
"Cosa posso fare per recuperare lo stato precedente?",

Tornare indietro allo stato precedente non è possibile. Si può solo andare avanti, anzichè rimanere immobili come frequentemente accade quando si soffre.
Ed è quello che Lei sta cercando di fare attualmente, attivandosi attraverso il progetto concreto di andare a vivere da sola.

Tenga conto però che i problemi stanno *dentro* di noi, e dunque ce li portiamo appresso, se non vengono risolti.

Quali possone essere i Suoi?
non lo possiamo sapere, dalle poche righe di un consulto.
Solitudine affettiva e/o amorosa?
Delusione per l'emergere di punti di vista differenti (inevitabili peraltro) tra Lei ormai molto adulta e i Suoi genitori?
Timore della solitudine quando loro non ci saranno più?
Ansia eccessiva nel loro confronti e di conseguenza un accudimento eccessivo?
E poi: ci sarà stato un elemento precipitante per la Sua crisi attuale? oppure essa è dovuta a strati infinitesimali di polvere esistenziale accumulatasi impercettibilmente mentre Lei si occupava della carriera?

Come vede sono vari gli aspetti da approfondire, ognuno di essi importante per il grande spessore che riveste nella vita della persona.

Ha già preso in considerazione l'ipotesi di un percorso psicologico?
Avere un tempo e un luogo unicamente per sè, essere aiutati da un* Specialista non di parte nel 'leggere' la situazione e nel modificarla,
potrebbe essere un'occasione preziosa per prendere in mano la Sua vita, e al contempo rimettere nei giusti binari la relazione con i Suoi genitori. Sono certa che tutti Voi vivreste meglio.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Attivo dal 2015 al 2023
Ex utente
Grazie per la veloce e interessante risposta. In poche righe mi ha dato molti aspetti sui quali riflettere, che non avevo considerato pienamente.
Escluderei la divergenza di opinioni e punti di vista, fatto acclarato e pure naturale, in due generazioni completamente diverse.
Sto bene da sola e spesso sono io a cercare la solitudine perché desidero quiete che di frequente il vivere sociale mi toglie, ma confesso che non mi dispiacerebbe intraprendere una nuova relazione. Non la cerco ad ogni costo, ma se dovesse arrivare mi farebbe molto piacere.
Timore per la solitudine che potrò provare quando loro non ci saranno più? Credo sia più paura del dolore che proverò e non della solitudine in sé.

L'accudimento eccessivo c'è, lo ammetto, e l'ansia nasce probabilmente dal fatto che dentro di me so che non posso controllare tutto. Esiste il destino ed il caso che regolano le nostre vite, per quanto possiamo applicarci a dirigere la corriera.

L'idea di un percorso psicologico non l'ho ancora valutato. Ho sempre superato tante problematiche brillantemente e da sola, vorrei riuscire anche stavolta a ritrovare un equilibrio che sento di avere perso. Mi sono smarrita.
Senz'altro prenderò in considerazione l'idea di farmi aiutare e in ogni caso la terrò aggiornata.
Due volte grazie per la disponibilità all'ascolto in una giornata festiva. La saluto cordialmente
[#3]
dopo
Attivo dal 2015 al 2023
Ex utente
P.S. Dimenticavo di dire che non so quale sia stato l'elemento scatenante di questa crisi. So solo che un bel giorno, davanti ad un problema di salute di mio padre prima e di mia madre dopo (risolti entrambe grazie a Dio), io ho iniziato ad avvertire in entrambi i casi ansia, insonnia e vomito. Ad un tratto mi sono scoperta fragile, non in grado di fare fronte ad un problema. E mi sono resa conto di essere un peso, invece di un aiuto. E per me è stato sconcertante. Può darsi si siano depositati strati infinitesimali di polvere esistenziale, mentre la vita scorreva senza scossoni. Lo scossone ora c'è stato ed anche forte e mi tocca faticare per rimanere saldamente in piedi.
Di nuovo tanti cari saluti
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

niente è scontato nella nostra vita.
A periodi intensi di benessere e soddisfazioni talvolta seguono vuoti incomprensibili e inimmaginabili:
".. mi sono scoperta fragile, non in grado di fare fronte ad un problema .."
"Sconcertante", Lei dice. Ed è veramente così.

E' proprio la consapevolezza che 'ogni gigante può rivelare piedi di argilla' nel corso della vita (Libro di Daniele, II), che rende accettabile il chiedere aiuto quando non ce la facciamo da soli.
Oppure, sì, si potrebbe anche riuscire con le proprie forze, senonché il dispendio di energie e gli anni impiegati .. sono troppi.
"Senz'altro prenderò in considerazione l'idea di farmi aiutare e in ogni caso la terrò aggiornata": mi farà molto piacere.

Saluti cordiali!
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/