Far schioccare un elastico contro il tuo polso per procurarti segni evidenti è autolesionismo?

Sono una ragazza 22enne.

Scrivo in quanto mi trovo alla ricerca di una possibile risposta, inerente all'atto a cui faccio ricorso.
Ho da sempre vissuto in un contesto familiare molto iper critico, cresco in totale solitudine, senza nessun amico o qualcuno su cui poter contare.
Tale condizione mi ha portata a manifestare un auto-odio inimmaginabile verso i miei riguardi.
Soprattutto all'interno del contesto familiare ho continuato a subire, subire, commenti offensivi in merito a difficoltà che mi hanno da sempre caratterizzata convicendomi sempre più d'essere una ragazza disabile, diversa e sbagliata.
In sostanza fin da bambina non sono mai riuscita a fare le cose più semplici (come ad esempio allacciarmi le scarpe) e a causa della diversità in questione sono stata costretta a subire molta emarginazione sociale, con aggiunta di offese tirate senza alcuna premura (riguardo i miei sentimenti) all'interno del contesto familiare.
Non ho mai conosciuto l'amore, non ho mai vissuto la vita reale, mai condotto la quotidianità tipica di una ragazza quasi 23enne.
Questo ha fatto sì che sprofondassi in una spirale depressiva, che ha aggravato ancora di più il mio totale ritiro sociale
Continuai ad odiare me stessa...
Sempre stata l'errore e il problema della situazione.
Questo nel corso del tempo mi ha portata a manifestare il desiderio di ferirmi, desidero punirmi, infliggermi del dolore in quanto ho sempre pensato di meritarlo, per la persona che sono.

Constamente chiusa in me, mi sentii sola.
Fottutamente sola.
In balia della rabbia, in balia dei miei "perché?
", in balia dei miei "sei inutile, non ti vuole nessuno, fai schifo, guardati, sei una deficiente.
" In balia della mia stessa mente, che continua a ripetermi questo fino a stremarmi.
Da anni la disperazione è l'unica emozione che mantengo viva.
Presa dall'odio verso me stessa, iniziai a pensare al farmi del male, a cosa potessi fare per punirmi e infliggermi il dolore che meritavo e tutt'ora merito.
Nessuna intenzione suicidaria, volevo solamente punirmi.
Scelsi un metodo subdolo, utilizzando degli elastici in gomma.
Iniziai a schioccarli con violenza sui polsi fino a procurare dei segni temporanei (non desidero averli permanenti in quanto so che i brutti periodi passano ma le cicatrici rimangono) e talvolta dei lividi.
E questo mi compiace, in quanto desidero punirmi, mentre penso alla mia nascita quasi fosse un errore da eliminare.
Vorrei capire se si tratta di autolesionismo o potrei essere appunto un'autolesionista.

Grazie ancora.

Ps: soffro di ansia e depressione.
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Dr. Vincenzo Cosentino Psicologo 204 12 1
Buongiorno,
Lei chiede se può essere ritenuto autolesionismo il suo comportamento.
Vorrei chiederle se è importante per lei saperlo e dare quindi un nome a questa abitudine.
Ciò che sembra evidente è che le sue esperienze sono comunque molto forti e che sicuramente hanno influenzato il suo comportamento e l'idea che ha di se stessa.
Per questo motivo le chiedo se ha pensato di intraprendere un percorso con un professionista o se già ne sta seguendo uno?
Sarebbe davvero importante non tanto per diagnosticare o meno l'autolesionismo, ma per avere uno spazio importante per parlare del suo vissuto.

Dr. Vincenzo Cosentino - Psicologo
In sede e online
www.psicologocosentino.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio infinitamente per la sua risposta.
Diciamo che per quanto mi riguarda l'informazione è molto importante, così come la consapevolezza del tipo di problematica che potresti aver di fronte.
In quanto se manca perloappunto la conoscenza, non potrai procedere alla risoluzione del problema.
Ho posto una semplice domanda a cui purtroppo avrei preferito una risposta più esplicita.
Se le va potrebbe esprimere una sua opinione personale in merito?
[#3]
Dr. Vincenzo Cosentino Psicologo 204 12 1
Certamente,
La mia generalizzazione era per non dare una diagnosi vera e propria in questo contesto.
Le posso affermare comunque che da come la descrive ci sono molte probabilità che sia una pratica di autolesionismo, messa in atto per compensare alcuni vissuti forti che ha raccontato e soprattutto intesa come gratificante perché punitiva.
Resto sempre del parere che un consulto professionale sia consigliato per avere una diagnosi più approfondita.

Dr. Vincenzo Cosentino - Psicologo
In sede e online
www.psicologocosentino.it