Depressione e disagio, pensieri suicidi

Salve sono un ragazzo di 22 anni, da un paio di anni mi ritrovo a vivere una situazione molto difficile a livello emotivo.
Vivo con la mia famiglia, frequento l'università e sono impegnato in una relazione sentimentale da poco.
Però da anni vivo con la continua pressione dei miei genitori costantemente, e in questa età "adulta" lo avverto fortemente una pressione da parte loro che limita la mia libertà.
In passato mi è stato impedito varie volte di avviare relazioni con donne che conoscevo, per via di questa situazione spiacevole, che indirettamente riflette sulla mia vita dovuto a questa pressione dei miei.
Per fare un esempio, l'altra sera ero con la mia partner sotto casa sua in auto, chiamano alle 2:30 di rientrare mettendo forte imbarazzo.
Non dico che non abbiano ragione, poiché si preoccupano (?) , ma sono abbastanza adulto e maturo da capire ciò che è giusto o sbagliato.
Ho sempre provato a prendermi una mia indipendenza, mai cercato soldi negli ultimi anni, ho lavorato per rendermi autonomo, mantengo l'auto di famiglia anche poiché la utilizzo io spesso, poi però la libertà mi viene vietata.
Per loro la mia vita deve essere insoddisfacente come se dovesse rispecchiare la loro fatta da lavoro, casa, lavoro, casa e si esce solo nelle ore pomeridiane dalle 17 alle 20 per dire ella domenica.
Ho perso anche interesse nello studio, non ho motivazione a proseguire poiché non mi sento ripagato e gratificato a dovere e quindi mi sento oppresso a continuare anche quel percorso poiché desidero questa forte indipendenza dal mio nucleo familiare non avendo libertà.
Voglio vivere in sostanza! Non sopporto più questa situazione che va avanti dalla mia adolescenza ad oggi a 22 anni.
Addirittura ho pensato anche di porre fine alle sofferenze, riconduco spesso pensieri suicidi o di morte, anche ammazzando persone a me poco simpatiche che vorrei vedere seppellite come sorta di vendetta.
Sono stanco
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

è naturale che a 22 anni le regole dei genitori stiano strette.
Ed è altrettanto naturale che i genitori abbiano a cuore quello che reputano il ben-essere dei figli.
E' ovvio che questi due punti di vista confliggano, e che ciascuna delle parti ritenga corretto il proprio.
Per questo il conflitto genitori-figli può essere ritenuto evolutivo, in quanto dà al figlio/a un buon motivo per cercare attivamente una propria autonomia rinunciando a tutti i (non pochi) *benefits* che comporta il vivere con i genitori: spesa fatta, pasti pronti, letto cambiato, pavimenti puliti, biancheria lavata, ecc.

Consideri che quanto Lei sta attualmente vivendo rappresenta una fase che si concluderà.
Sempre che la situazione - anzichè demotivarLa allo studio - La porti a triplicare gli sforzi per concludere velocemente l'università.
Consideri anche che nella prima fase delle relazioni affettive il desiderio di "essere padroni" della propria vita e del proprio tempo si fa più impellente; ma anche questo sta nel previsto e prevedibile.

Eviti dunque di drammatizzare una situazione abbastanza diffusa e propria della Sua età,
ed invece sposti le energie dal malessere all'impegno; in questo modo abbrevierà tale situazione peraltro fisiologicamente transitoria.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/