Problemi familiari

Gentili Dottori, cerco di riassumere il più possibile la mia situazione.

Mia mamma si ammala gravemente un anno fa, da allora faccio i salti mortali viaggiando per aiutare mia mamma quanto più possibile sia sul piano psicologico che medico (visite, terapie etc etc).
Mia sorella a un certo punto non mi da più il supporto che mi aspetterei in questa situazione, la mia reazione è di incredulità e rabbia.
Tuttavia negli ultimi mesi emerge un decadimento cognitivo di mia sorella, in aggiunta a suoi problemi precedenti.
Insomma, anche mia sorella è malata.
Vivo nell'angoscia quotidiana che anche mia sorella possa avere una malattia grave
Mia mamma e mia sorella sono le persone più importanti della mia vita.

Tornare potrebbe significare trasformarmi in "badante" di mia sorella  equivarrebbe a rinunciare alla mia di vita.

Ma quando sono lontanta sto perennemente in ansia.
Non so da dove cominciare per gestire diversamente la situazione, avanti così è una vita d'inferno.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Gentile signora,
la situazione in cui versano i suoi familiari è indubbiamente sfavorevole.
Accade purtroppo che certi momenti della vita portino con sé malattie e/o altri eventi negativi, e quando sono più d'uno ci sembra di non vedere soluzioni, per cui siamo sopraffatti dal pessimismo.
Non di rado peggioriamo la situazione abbandonandoci alla preoccupazione e al dolore fino a farli diventare ansia e depressione, trasformando cioè una normale reazione emotiva ad eventi sfavorevoli in un esito patologico che produce comportamenti altrettanto patologici.
Ora lei si trova ad avere una madre anziana affetta da un cancro. Le terapie in quest'ambito sono andate avanti e si può sperare nella guarigione; tuttavia è anche necessario abituarsi all'idea che le generazioni che ci precedono non saranno sempre al nostro fianco.
Lei ha il vantaggio di avere un lavoro che l'aiuta parecchio, se può lasciarlo ogni mese per dieci o quindici giorni: valuti il positivo di questo.
Veniamo a sua sorella. Più giovane di lei (ma più nella terza che nella seconda età), ammalata da tempo di una malattia grave com'è la depressione, subisce un decadimento neurologico che preoccupante in sé, può far temere anche di peggio.
Senza dubbio la situazione le provoca dolore e le suscita il desiderio di aiutare, ma occorre un sano realismo: lei vive all'estero da anni e scrive: "A vivere in Italia non voglio tornare, troppo doloroso e non mi piace piu'".
Dunque quando è andata via era consapevole di non potere e volere fornire a quelle che definisce "le persone più importanti della mia vita" una presenza e un aiuto costante. Tanto più appare incongruo il suo timore: "Tornare Potrebbe significare trasformarmi in ''badante'' di mia sorella".
Una persona che lavora non si trasforma in una badante, cara signora: perderebbe i mezzi di sussistenza e poi non ne avrebbe la capacità, perché non ha né preparazione né attitudini per questo.
Una grande ricercatrice di origine francese, Sylvie Ménard, ha spiegato bene tutto questo, aggiungendo che i familiari stretti sono gli ultimi a cui si possa chiedere di fare i badanti, anche perché colpiti personalmente dal dolore della malattia dei loro cari.
Ma ecco che forse un oscuro senso di colpa si sovrappone al resto: "Quando sono lontanta sto perennemente in ansia, ho anche azionato un controllo a distanza su telefono di mi sorella per vedere dov'e' in ogni momento".
E se scoprisse che sua sorella è dove non dovrebbe essere, lei cosa potrebbe fare?
A me sembra che dovrebbe allertare i servizi sociali in Italia, a partire dal medico di famiglia di sua madre e di sua sorella e meglio ancora dagli specialisti che al momento le hanno in cura.
Trovi con l'aiuto qualificato dei servizi pubblici e quello di una badante esperta (se tutte e tre ne avete la possibilità) il modo per risolvere al meglio i problemi pratici dell'assistenza.
Penso che seguire il lavoro di operatori capaci, ma continuare il suo lavoro con relativa serenità, sia tutto quello che può fare e che è veramente utile.
Molti auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com