Tristezza e malinconica dopo aver lasciato la casa dove vivevo con i miei genitori

Buon giorno, ho 40 anni e ho sempre vissuto a casa dei miei genitori, lavoro da più di dieci anni, ma per diversi motivi non sono stato mai via da casa mia.
Da dieci giorni sono sposato con la persona che amo e viviamo due piani sopra la casa dei miei genitori.

Abbiamo organizzato il matrimonio in modo così felice ed entusiasta, non vedevamo l'ora di poter vivere insieme.
Ma dal primo giorno che sono salito a casa nuova ho subito avuto un senso di malinconia e tristezza per la mia vecchia casa.
Come se i miei genitori e le mie vecchie abitudini, che comunque continuerò a fare pure nella nuova casa (come calcetto con gli amici ecc), sparissero da un giorno all'altro.
Vi spiego ho paura di essere abbandonato e di abbandonare i miei genitori.
Ho la sensazione che i miei senza di me possono stare male.

Una sensazione strana, perché è vero che da una parte ero e sono stato sempre a casa dei miei ma è pur vero che ho sempre aiutato sia con le faccende domestiche e sia sotto l'aspetto economico.
Non nascondo che quando rientavo dal lavoro trovavo sempre tutto pronto come la cena o i panni lavati stirati ecc, ma è anche vero che spesso lavavo io i panni, che mi stiravo io le camicie e che cucinavo pure io.
Forse l'unica cosa che non riesco a fare come fanno i miei genitori è quella di lavare in modo impeccabile la casa.

Ho un fratello più piccolo che vive dal 2016 fuori casa sposato da ormai tre anni.

Ripeto andrò a vivere due appartamenti sopra di loro eppure sto male, cosa posso fare?
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
Gentile utente,

quando si rimane per molti anni nella propria famiglia d'origine,
ben oltre la situazione di necessità evolutiva,
è presumibile e prevedibile che si faccia tanta fatica a modificare l'equilibrio interiore e relazionale che nel tempo si era formato e consolidato.

D'altra parte il destino degli esseri viventi è di avviarsi verso una vita autonoma.

Non Le nascondo che in un primo periodo Lei dovrà fare molta forza su di sé per evitare di continuare a passare a salutare i Suoi genitori, vedere come stanno, vedere se hanno bisogno di aiuto, vedere se sono tristi, vedere se sentono la Sua mancanza, ecc. ecc.

D'altra parte i matrimoni riescono a sopravvivere e a consolidarsi unicamente se gradualmente maturano una maggiore forza di unione rispetto alla famiglia d'origine.

Se si accorgessi che le difficoltà di cui ci parla qui continuano a permanere oltre i sei mesi, chiedo aiuto psicologico. Mi sento di raccomandarglielo vivamente.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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dopo
Utente
Utente
Grazie mille dottoressa, le aggiungo che in passato avevo una relazione che purtroppo è finita per un tradimento di lei scoperto per caso. Da quel giorno ho sempre paura di essere escluso da tutto, una specie di sindrome dell'abbandono. Sia con gli amici e sia con gli affetti familiari.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
Faccia attenzione che la Sua "..una specie di sindrome dell'abbandono.."
anche derivante da precedenti ferite di (ex) coppia,
non danneggi la Sua relazione matrimoniale.
Sarebbe un vero peccato.

Se Lei fosse in difficoltà -mi ripeto- chieda aiuto tempestivamente, come sopra.

Cari saluti.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/