Meccanismo di autodifesa: evitamento

Gentili Dottori,

Avrei bisogno di un vostro parere.
Sin da quando sono piccola ho sofferto di ansia per cause spesso immotivate.
Il meccanismo di autodifesa che ho sempre adottato è l’evitamento, fuggivo da situazione che non ero in grado di fronteggiare.
Questo per cose banali e per cose più importanti, dalla morte dei miei nonni (avevo circa 12 anni) alla malattia di mia madre.
Evitavo di andare a trovarli e preferivo rifugiarmi in me stessa perché solo lì trovavo la pace e pensavo in cuor mio che tutto si sarebbe risolto.
Ad oggi credo che questo abbia delle ripercussioni sulla mia vita all’età di 21 anni, nonostante stia cercando di migliorare.
Mentre i miei amici mi descrivo come dolce ed affettuosa, nelle relazioni amorose sono spesso fredda, distaccata, faccio molta fatica a dimostrare affetto.
Oltre ad una mia generale inesperienza in quanto ho avuto solo piccole frequentazioni, mi chiedevo se potesse in qualche modo essere una causa di ciò il meccanismo di autodifesa che ho sempre adottato, essere distaccati e freddi per evitare di soffrire.
Questa mia incapacità di mostrare affetto nell’altro sesso mi fa soffrire, mi fa sentire inadeguata.
Non capisco da dove derivi, ho una relazione quasi morbosa con mia madre mentre mio padre è presente fisicamente, decisamente meno sul piano affettivo.

Sto pensando di intraprendere un percorso di psicoterapia ma prima vorrei un Vostro parere.


Vi ringrazio molto

Cordiali saluti
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.9k 186
Gentile utente,
il suo problema viene complicato dall'uso impreciso del linguaggio, specie un uso dei tempi verbali oggi diffuso tra le persone incerte nell'auto-percezione così come nella sintassi.
Lei infatti scrive: "Sin da quando sono piccola ho sofferto di ansia per cause spesso immotivate".
Ma lei al momento è piccola, o si percepisce come tale?
Se non è così, il tempo dell'infanzia è passato, ed essendo un tempo di durata continuativa va reso con l'imperfetto indicativo. Avrà sempre sentito e anche letto l'espressione corretta: "fin da quando ero piccola" oppure "quando ero bambina", etc.
Il presente indicativo è invece riservato a condizioni tuttora in essere, per esempio: "da quando abito a Roma" o "da quando suono il violino" o "da quando mi occupo di giardinaggio".
La puntualizzazione, rivolta anche ad altri utenti, vuol segnalare che la traduzione in parole del nostro pensiero attiene alla nostra capacità di formularlo. Se usiamo espressioni confuse, limitiamo o alteriamo la comunicazione con gli altri e quella con noi stessi.
Sempre nella stessa frase lei parla di "ansia per cause spesso immotivate".
La parola "ansia" esemplifica quanto ho detto sopra: l'imprecisione nel linguaggio determina imprecisione nel pensiero, ma stavolta la colpa non è sua, bensì sociale. Il termine "ansia" viene usato correntemente per indicare sia uno stato di preoccupazione normale, determinato dalle circostanze e ad esse adeguato, sia una condizione patologica di paura, angoscia, tensione senza causa, connessa ad un'erronea visione della realtà.
Lei ci chiede se un meccanismo di difesa che ha adottato quando era piccola, l'evitamento, può essere divenuto un tratto comportamentale automatico anche nelle relazioni amorose, nelle quali a quel che capisco si irrigidisce, si raggela.
Potrebbe essere, ma non è facile dirlo.
Sembrerebbe che lei prospetti l'origine di questa sua difficoltà nella relazione dispari con i suoi genitori. Dice inoltre che si sente "inadeguata" a causa di questa "incapacità di mostrare affetto". Dice di aver avuto "solo piccole frequentazioni". Probabilmente relazioni che non andavano oltre la fase della conoscenza o del corteggiamento, monolaterale o reciproco.
La sua reazione di freddezza potrebbe avere tante cause, a partire da timidezza, riserbo, mancanza di quelle abilità sociali che molte ragazzine esercitano fin dalla prima adolescenza.
Potrebbe trattarsi della reazione ad una forzatura che lei si autoimpone: la volontà di essere "come tutte le altre" potrebbe spingerla a frequentare ragazzi che non le piacciono, a vivere esperienze delle quali non ha desiderio.
Tutto questo fa pensare che la sua idea di accedere ad un percorso psicologico è perfettamente adeguata alle sue necessità. Deciderà poi con lo specialista se è necessaria anche una psicoterapia o un percorso di abilitazione, riabilitazione, sostegno etc., da sola o in gruppo.
Le auguro buone cose, anche per la salute di sua madre. Ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com