Dubbi su relazione

Gentili dottori,
sono in una relazione di sei mesi con un ragazzo di 24 anni io ne ho 30.

Sono una persona che ha il doc e tra dieci giorni ho un primo appuntamento da un terapeuta.

Vi contatto in merito a dei consigli per la gestione acuta delle emozioni che attraversano in questi giorni a causa di un fatto.

Sono una persona gelosa e penso sempre di essere tradito.

Ieri, mentre il mio ragazzo scorreva la cronologia dello smartphone, ho visto che ha cercato un sito di incontri in un giorno in cui io non ero con lui.
Gli ho chiesto spiegazioni e mi ha detto che lo ha usato esclusivamente a fini di autoerotismo per via del contenuto dei siti.
Alla
Domanda sul come mai abbia proprio cercato specificatamente nelle nostre zone ha risposto dicendo che in questo modo l’eccitazione era più forte.

Effettivamente, vedendo la sua cronologia era chiaro che era stato cercato all’incirca a mezzanotte (dopo che aveva fatto 10 ore di lavoro) e prima di questo sito erano stati cercati altri siti però di video pornografici e non di incontri.

Mi ha fatto vedere che nelle email, messaggi e chiamate non c’era nulla.

Questa cosa mi ha scosso: ho paura che la persona che guardo negli occhi e che mi fa sentire così amato, in realtà, alle mie spalle cerca altro.

Potreste darmi dei consigli?
Grazie e buone feste.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.9k 186
Gentile utente,
lei pone un quesito che ai nostri giorni sta diventando sempre più diffuso: la ricerca di stimoli erotici tramite i social si configura come insufficienza della relazione in atto? O addirittura come tradimento, quando si concretizza in chat erotiche, sexting, infine rapporti sessuali online? O invece diviene tale solo se si attua un incontro nella vita "vera"?
Mi sembra che il problema, al quale cercherò di dedicare un articolo anche per acquisire il parere dei miei colleghi, si possa dividere in due aspetti.
Il primo è l'odierna ricerca di continui stimoli erotici, un erotismo non più sostenuto come un tempo dalla carica ormonale e da occasionali situazioni visive, olfattive, tattili, ma dall'idea che la pratica sessuale, a partire da quella autoerotica, sia una sorta di esigenza universale da cercare sempre e ovunque: se si è stanchi come se si è nervosi, stressati, ansiosi, depressi e così via.
Il secondo problema è la ricerca di questo piacere, o della sola scarica orgasmica, attraverso il contatto con individui a metà tra la vita reale e quella virtuale: persone che esistono in carne e ossa da qualche parte, ma che noi contattiamo solo attraverso foto, video-immagini, altoparlanti, etc.
Lei scrive: "ho paura che la persona che guardo negli occhi e che mi fa sentire così amato, in realtà, alle mie spalle cerca altro".
Certamente la realtà che ho delineato, e che non riguarda solo la sua coppia, produce una sorta di indipendenza sessuale tra partner, che però è presente già nell'autoerotismo, a ben guardare.
Il cercare altri incontri, sia pure online, secondo le persone "gelose" (anche queste in crescita) si configura come una defezione più grave dal rapporto di coppia, forse perché fa temere l'istaurarsi di altri attaccamenti, mentre quello di coppia si è rivelato debole, e perfino l'abbandono.
Questi nuovi stili di comportamento, che sembrano frutto del consumismo e di una profonda solitudine interiore, causano confusione e dolore. Non c'è ancora un'indicazione sociale per definirli e darne un'interpretazione.
In questo vuoto, non posso che suggerirle di guardare profondamente dentro di sé per capire cosa le fa bene o male, e approfondire il dialogo col partner. In fondo si sta insieme per amare e sentirsi amati, non per crearsi reciprocamente timori e sofferenze.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile dottoressa la ringrazio per i suoi spunti di riflessione.
Sono una persona giovane e quindi in sintonia con i comportamenti sessuali del mio partner.
Sono pratiche molto diffuse, anche parlandone tra amici, quelle che lei descrive e che la società di oggi vede per l’atto di per sè virtuale nel senso che non si concretizza.
Ma il mio problema non è questo: a me non interessa il suo autoerotismo perché è una cosa privata ed è un suo diritto farlo come, dove e quando crede. Non rappresenta per me una forma di tradimento.
Il mio timore, e so che nessuno può rispondere a questa domanda se non lui, è che lui abbia cercato il sito di incontri non per eccitarsi sul contenuto ma quanto invece per concretizzare, anche se le dinamiche ambientali suggerirebbero il contrario.
Cioè il problema che trovo difficile gestire è comprender se il mio dubbio sia:
- frutto personologico del mio doc che non si fa bastare le risposta ricevute.
- lecitamente ansiogeno anche a fronte di risposte esaustive datemi.
Mi sento in bilico. Comunque, la ringrazio di cuore.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.9k 186
Caro utente,
nella relazione di coppia, specie all'inizio, esiste una certa idealizzazione del partner e il desiderio di averlo tutto per sé per sempre. Questo si accompagna inevitabilmente a qualche momento di scetticismo sulle reali qualità dell'altro, sulla sua assoluta fedeltà, sul suo amore per noi: come una sorta di risveglio da un sogno che può farci piombare momentaneamente nella sfiducia.
A lei è stata fatta una diagnosi di doc, per cui analizza ogni sua ricerca di conferma per capire se è motivata da sospetti fondati o dal rovello che caratterizza il suo disturbo. Tuttavia le oscillazioni tra fiducia e dubbio, amore e indifferenza fanno parte della dinamica della relazione, della vita.
Il doc si manifesta nel presentarsi ossessivo e onnipervasivo del rovello.
Se alle rassicurazioni del partner lei rimane scettico, può esserci qualche motivo sensato di diffidenza (in fondo state insieme da pochissimo); se però insiste più volte nel chiedere conferme, e il timore del tradimento prende troppo spazio nella sua mente, allora è il suo disturbo che sta parlando.
Del resto la formula che lei usa nel parlare di una preoccupazione fondata e non malata rimanda proprio al doc come abitudine ideativa. Nulla infatti è "lecitamente ansiogeno". Dicevano gli Stoici, con Epitteto: "Non sono i fatti in sé che turbano gli uomini, ma i giudizi che gli uomini formulano sui fatti".
Inoltre anche se lei considera doloroso il fatto che il partner la tradisca, questo non vuol dire che automaticamente debba conferire al suo sospetto la facoltà di generarle ansia.
Talvolta una determinata malattia è una precisa scelta della nostra mente, come vedrà quando comincerà a curarla.
Auguri per tutto.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com