Come aiutare la mia compagnia nel suo lutto?

Buona serra tutti, e complimenti per il blog, sono Giacomo, nome di fantasia, e da circa due anni e mezzo ho una bellissima relazione con la mia compagnia, abbiamo un'intesa speciale in tutti i sensi, ci siamo sempre parlati chiaramente, detto tutto, o quasi, mai litigato, ci amiamo molto, insomma un rapporto quasi perfetto.

Questo fino al 1 luglio, tragico giorno in cui lei ha perso suo figlio 35enne per un problema cardiaco.

Ovviamente essendo passato poco più di un mese, Giulia, nome di fantasia della mia compagnia, sta iniziando ad attraversare le prime fasi del lutto.
La negazione ormai è passata perché ha ormai realizzato quello che è successo, la fase della rabbia è agli inizi, ma la gestisce abbastanza bene e almeno quando ci sono io non dimostra rabbia. Il problema reale è il nostro rapporto, premetto che non viviamo insieme, ci vediamo nei fine settimana e ogni tanto vado da lei a cena durante la settimana.
Ha la fortuna di avere una amica psicologa che la segue e dalla quale va 1 o 2 volte alla settimana dato che questa sua amica è in pensione e uno psichiatra che la sta seguendo le ha prescritto lo Xanax per alleviare lo stress che potrebbe causarle problemi fisici.
Ovviamente ha in testa solo suo figlio e prova un dolore lancinante che io non posso capire anche se mi sforzo nel farlo.
Cerco di evitare domande scomode, come "come stai?, come va? etc. etc. " che sono assolutamente fuori luogo, faccio il carino, il gentile e a volte riesco anche a strapparle un sorriso, ma poco dopo lei ripiomba nei sui pensieri e da qualche giorno la sento distante, distaccata, insofferente, apatica e non so come aiutarla e questo mi dilania lo l'anima perché lei soffre ed io soffro per lei. Gli unici momenti di sollievo sono le passeggiate in montagna.
Ho paura che si chiuda a tal punto in se stessa da iniziare ad evitarmi per poi lasciarmi. A volte è carina e gentile a volte, come stasera al telefono, è glaciale.

Cosa devo fare per starle vicino e cercare di aiutarla ad andare avanti?


Grazie per le risposte.
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
Gentile utente,

Stando alla sua narrazione, quanto lei fa attualmente sembrerebbe adeguato.
L'unico elemento che va a Suo discapito è la PAURA:
.che lei La eviti,
.che lei La lasci.

Nessuno può predire il futuro, nemmeno è possibile sapere quanto un lutto possa influenzare una relazione.
Lei può unicamente cercare di fare il meglio, essendo consapevole che:
.perdere un figlio non è fisiologico (come potrebbe essere perdere un genitore) bensì, come qualcuno ha detto, è "contro natura" (e che dunque l'elaborazione è molto molto più complessa),
.il dolore potrà durare mesi, forse per sempre,
. Lei dovrà chiedersi quanto è disposto ad *accompagnare* senza una contropartita certa,
."non so come aiutarla": non c'è alcun certezza che nei dolori della vita una persona riesca ad aiutare l'altr*; forse si riesce unicamente a tenere la mano mentre si va in montagna

Comprendo profondamente la sua domanda
e contemporaneamente Le faccio presente che è possibile percepire una situazione di *impotenza* relazionale ed affettiva,
ed anche trovarvisi realmente.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buon giorno Dottoressa e grazie per la risposta, quindi a suo avviso non dovrei far trapelare la mia paura nei suoi confronti ma al contrario essere, come sempre, sicuro di me e fiducioso nel nostro rapporto e continuare a supportarla e a volte, sopportarla, nonostante gli sbalzi d'umore e le eventuali crisi? Per quel che concerne le tempistiche, non ci sono problemi, io amo la mia compagna e non ho fretta anche dovessero volerci molti molti mesi.
[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
".. non dovrei FAR trapelare la mia paura nei suoi confronti
ma al contrario ESSERE, come sempre, sicuro di me e fiducioso nel nostro rapporto.."

Gentile utente,
delle Sue parole riportate sopra in "virgolettato" ho evidenziato in stampatello i due termini:
FARE
ESSERE
per far risaltare che non si tratta di comportamenti (fare),
quanto di qualcosa di più profondo (essere) che La porta ad avere fiducia in sè e in questa relazione. "Come sempre", del resto, per utilizzare suoi termini.

Nel testo del consulto Lei dà cenno di conoscere le *fasi del lutto* come descritte dalla K bler Ross.
Non le prenda meccanicamente. Esse si accavallano, prevedono qualche ritorno indietro, talvolta non evolvono in maniera lineare. Ne tenga conto.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#4]
dopo
Utente
Utente
Buona sera Dottoressa, sono di nuovo qui con tutti i miei dubbi. Ieri mattina la mia compagna è scoppiata a piangere come non l'avevo mai vista, involontariamente ho toccato un tasto dolente su suo figlio e durante questo pianto mi ha confessato che in questo momento non sa quello che prova per me, ha detto che in questo momento vorrebbe solo addormentarsi e non svegliarsi più. Io non ho fatto trapelare alcuna paura e semplicemente le ho detto che in questo momento è più che normale avere i sentimenti frullati ed offuscati e che mettere fine alla sua vita sarebbe la soluzione più facile e codarda.
[#5]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
Risposta realistica a delle manifestazioni del tutto prevedibili nella Sua compagna.

Faccia attenzione a non illudersi che tutto ciò finisca, e magari in tempi brevi.
Oppure ritenere illusoriamente che la sua vicinanza affettuosa possa lenire il dolore.

Ma questo lo ho già scritto in #1.

Saluti cari.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#6]
dopo
Utente
Utente
Cara dottoressa, ieri mi sono confrontato con la mia compagna e le ho comunicato la mia intenzione di darle un po’ più di spazio. Non ho intenzione di lasciarla, non sia mai la amo tantissimo, ma semplicemente sarò un po’ meno presente dato che mi sembra di aver percepito che voglia poter affrontare il dolore in modo più intimo e ovviamente personale. Quindi non andrò da lei a dormire nei fine settimana e le scriverò di meno e che mi preoccuperò di meno, nella speranza che questo mio comportamento le faccia capire se mi vuole ancora o meno. Qualcuno disse che la lontananza crea la mancanza .

Grazie
[#7]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
"... mi sembra di aver percepito che (la Sua compagna) voglia poter affrontare il dolore in modo più intimo e ovviamente personale..."
Può essere. Si tratta di un figlio; di una spina profondissima e personale.

Ma non per la speranza che "..la lontananza crea la mancanza..",
quanto piuttosto che quella da Lei individuata sia la via più giusta per la persona che si ama.
Tenga conto che quando la sofferenza è estrema, mi riferisco alla signora, giunge addirittura a coprire temporaneamente (non annullare) gli altri sentimenti.

Saluti cari.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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