Come gestire le prime fasi di un lutto improvviso?

Buonasera,
Ho 53 anni, ma ne sento molti meno e sono rimasta molto infantile, legata al ruolo di figlia.
10 giorni fa, all' improvviso, mia mamma è mancata.
Lamentava crisi di ansia da qualche giorno, ma poi ne ha avuta una forte e il cuore si è fermato.
Non sapevamo avesse problemi al cuore.
IO non ero presente.
Mi è stato comunicato da mia sorella al telefono, molto più pratica, razionale e matura di me, con tre figlie, mentre io convivo e non ho figli.
La sua telefonata continua a ripetersi nella mia testa, a volte più insistentemente, altre meno, perché dico "lo so".
Probabilmente fatico a accettare.
Eravamo molto più preoccupati per mio papà, con urostomia e demenza senile, di.
cui mamma si occupava molto.
Lei aveva delle patologie ma non così gravi, pareva.

IO soffro di ansia, da anni.
Mia mamma ha avuto vari problemi di ansia e sono cresciuta in un ambiente ansiogeno.

La scorsa estate hanno operato d'urgenza il mio compagno per riparare la valvola mitralica, ma ho retto bene, aiutandolo nella riabilitazione.
Circa due mesi fa ho avuto di nuovo molta ansia, con somatizzazione intestinale (già successo in passato, in cui ero stata in malattia 3 settimane da scuola, dove insegno con gioia, perché non riuscivo a gestire la cosa).
Ero stata in psicoterapia e mi aveva aiutata, piano piano, a uscirne abbastanza.
Ora sono andata a scuola fino al lutto, ma con molta fatica e somatizzazioni.
Mio papà ha avuto episodi difficili legati alla demenza senile e non ha un carattere facile.
Probabilmente l'ansia è tornata, a fronte dello stress emotivo di questa estate e poi per papà.
Ora aspettavo le vacanze per rilassarmi un po'...
Oltretutto pochi giorni fa abbiamo scoperto che la valvola riparata del mio compagno ha dei problemi seri.
Deve fare un esame per cui si vedrà se può aiutarlo un farmaco o deve essere rioperato, con tutte le possibilità anche di morte.

Lui ora è preso da questo evento, con la mia famiglia non ho modo di parlare perché sono l'unica ansiosa, o che lo esterna... Ho contattato una psicoterapeuta, ma, viste le Feste, non risponde.
HO contattato anche una terapista della gestione del lutto.

Per me è molto difficile e sono bloccata.
Non riesco a piangere.
Mi sforzo di alzarmi, cucinare, mangiare, andare da mio papà e rincuorarlo come riesco, ma ho un peso dentro fortissimo.
Leggo molto su internet sul lutto, capendo che il processo è lungo, ma come coniugarlo con il lavoro, io fatico a concentrarmi, mi girala testa, ho somatizzazioni fisiche.
Prendo farmaci prescritti dal medico, Xanax 8/10 gocce al mattino e elopram 20 gocce prima di dormire più obispax ai due pasti.

Mi sento molto sola.
Delle amiche mi scrivono, mi ascoltano quando possono, ma leggo che il supporto emotivo è fondamentale.
Grafie molte per l'attenzione e la risposta.
Il mio compagno mi dice che ripeto, che devo essere più positiva, non svegliarlo di notte quando ho crisi di angoscia...
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Dr.ssa Virginia Perrelli Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 2
Salve,
Si, a volte il lutto può essere un processo lungo o non risolto.
Tra le sue parole leggo, comunque, anche una sofferenza legata forse a difficoltà sue personali, che si trascina dietro da tanto tempo. È normale che degli eventi particolari, come un lutto, rompano dei delicati equilibri che poi si fa molta fatica a ritrovare.
Visto che ha già fatto psicoterapia traendone giovamento, le consiglio di collaborare di nuovo ad un terapeuta e cercare insieme il modo per gestire la sua sintomatologia

Dr.ssa Virginia Perrelli