Stress e alimentazione
Salve. Sono un ragazzo di 27 anni, 179 cm X 62 kg. Dallo scorso anno ai miei problemi psichici, tra cui forme acute e varie di DOC per cui sono già in cura, se ne sono aggiunti altri di condotta alimentare. La scorsa estate mi nutrivo poco e male, e le conseguenze si sono riscontrate in valori del sangue totalmente sballati, tra cui glicemia bassa (68) e colesterolo ldl oltre la norma (140 circa). Avendo casi di ipercolesterolemia in famiglia (anche se le mie analisi non avevano mai fatto riscontrare problemi di questo tipo), mi sono spaventato e ho ripreso a mangiare con una certa regolarità, imponendomi però una dieta molto ferrea da cui ho escluso radicalmente alimenti contenenti colesterolo in gran quantità. Questa sorta di "integralismo alimentare", unita a strascichi dei precedenti disturbi nell'alimentazione, mi ha comunque portato ad un rapporto col cibo per nulla sano, accompagnato da una vera e propria forma di psicosi. In più, per una sorta di circolo ossessivo che cerco, con scarsi risultati, di superare con la psicoterapia, sono colto da crisi acutissime e ingestibili proprio nel momento dei pasti, che portano a dei livelli di stress inimmaginabili sia durante l'assunzione di cibo sia immediatamente dopo, per l'ovvio innestarsi di un ulteriore meccanismo ossessivo che induce a meditare sugli effetti che il malessere al momento del pasto può portare al fisico. So bene che il problema nasce da un interazione di fattore psichico e alimentare ma i miei quesiti,in questa sede,vertono solo sul secondo:
1) - dalle ultime analisi i valori di colesterolo sono di 157 (totale), 64 (hdl) e 79 (ldl). Considerando la rigidità della mia dieta che ormai da mesi esclude categoricamente carne rossa, uova, formaggi e fritture, sono valori che possono lasciar pensare ad un problema di ipercolesterolemia? Potrei reintrodurre, senza esagerazioni, alimenti di questo tipo?
2) - per quanto cerchi di controllarmi, qualche volta mi capita di soccombere alla fame nervosa (senza mai sfociare, comunque, in abbuffate: magari, come ad esempio è capitato oggi, anziché mangiare un piatto di fagioli ne mangio due). Al di là dell'introito calorico che deriva da una doppia assunzione di cibo (meccanismo che il più delle volte riesco a controllare), una parte delle mie nevrosi è accresciuta dopo aver appreso dell'esistenza del neuropeptide y che, in condizioni di stress, inciderebbe negativamente sull'accumulo di grassi indipendentemente dalla razione di cibo, raddoppiando anche le calorie immesse nell'organismo. Tali studi sono da ritenersi scientificamente attendibili? E soprattutto, mangiare in condizioni di stress va ad incidere sull'acquisizione delle proprietà benefiche dei cibi ingeriti oppure si ottiene come unico risultato l'incremento del grasso corporeo (e magari anche dei valori di ldl che in parte, da quello che so, è legato allo stress)?
Ringrazio dell'attenzione e mi scuso per l'inesattezza della terminologia e,sicuramente,di alcune convinzioni.
1) - dalle ultime analisi i valori di colesterolo sono di 157 (totale), 64 (hdl) e 79 (ldl). Considerando la rigidità della mia dieta che ormai da mesi esclude categoricamente carne rossa, uova, formaggi e fritture, sono valori che possono lasciar pensare ad un problema di ipercolesterolemia? Potrei reintrodurre, senza esagerazioni, alimenti di questo tipo?
2) - per quanto cerchi di controllarmi, qualche volta mi capita di soccombere alla fame nervosa (senza mai sfociare, comunque, in abbuffate: magari, come ad esempio è capitato oggi, anziché mangiare un piatto di fagioli ne mangio due). Al di là dell'introito calorico che deriva da una doppia assunzione di cibo (meccanismo che il più delle volte riesco a controllare), una parte delle mie nevrosi è accresciuta dopo aver appreso dell'esistenza del neuropeptide y che, in condizioni di stress, inciderebbe negativamente sull'accumulo di grassi indipendentemente dalla razione di cibo, raddoppiando anche le calorie immesse nell'organismo. Tali studi sono da ritenersi scientificamente attendibili? E soprattutto, mangiare in condizioni di stress va ad incidere sull'acquisizione delle proprietà benefiche dei cibi ingeriti oppure si ottiene come unico risultato l'incremento del grasso corporeo (e magari anche dei valori di ldl che in parte, da quello che so, è legato allo stress)?
Ringrazio dell'attenzione e mi scuso per l'inesattezza della terminologia e,sicuramente,di alcune convinzioni.
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Gent.le Utente
i suoi dubbi meritano attenzione sopratutto perchè sono generati per lo più da una problematica psichica che ben conosce. In merito al punto 1 direi che i suoi valori sono eccellenti e pertanto introdurrei con assoluta tranquillità gli alimenti sempre con moderazione (il che significa non tutti i giorni ed in grande quantità). In merito al punto 2, lo stress non influisce affatto sulle caratteristiche dei cibi e le novità in letteratura debbono essere ancora conferamte da altri studi e pertanto al momento le considererei esclusivamente come ipotesi; in più direi che due piatti di fagioli al posto di uno non lo considererei "una abbuffata" (magari tutta la pentola...si!!)
Il mio augurio è che possa instaurare al più presto una sano rapporto con il cibo che non va considerato un pericolo da cui guardarsi bensì una necessità della quale non avere paura anche se qualche volta si devia da una corretta alimentazione: l'integralismo alimentare (bella espressione) lo ritengo personalmente un modo sbagliato di alimentarsi dal momento che siamo animali onnivori e pertanto dovremmo assumere qualcosa da tutti i gruppi alimentari, anche quelli "pericolosi" come, formaggi,salumi, grassi etc. : il tutto ovviamente rispettando il buon senso nella loro assunzione
un saluto
i suoi dubbi meritano attenzione sopratutto perchè sono generati per lo più da una problematica psichica che ben conosce. In merito al punto 1 direi che i suoi valori sono eccellenti e pertanto introdurrei con assoluta tranquillità gli alimenti sempre con moderazione (il che significa non tutti i giorni ed in grande quantità). In merito al punto 2, lo stress non influisce affatto sulle caratteristiche dei cibi e le novità in letteratura debbono essere ancora conferamte da altri studi e pertanto al momento le considererei esclusivamente come ipotesi; in più direi che due piatti di fagioli al posto di uno non lo considererei "una abbuffata" (magari tutta la pentola...si!!)
Il mio augurio è che possa instaurare al più presto una sano rapporto con il cibo che non va considerato un pericolo da cui guardarsi bensì una necessità della quale non avere paura anche se qualche volta si devia da una corretta alimentazione: l'integralismo alimentare (bella espressione) lo ritengo personalmente un modo sbagliato di alimentarsi dal momento che siamo animali onnivori e pertanto dovremmo assumere qualcosa da tutti i gruppi alimentari, anche quelli "pericolosi" come, formaggi,salumi, grassi etc. : il tutto ovviamente rispettando il buon senso nella loro assunzione
un saluto
Dr. Alberto Calvieri - Specialista in Scienza dell'Alimentazione
www.albertocalvieri.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.2k visite dal 21/02/2011.
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