Mastectomia dopo quadrantectomia causa margini vicini
Buongiorno,
scrivo perche' sono stata operata di quadrantectomia a febbraio per carcinoma intraduttale ed adesso mi accingo ad effettuare un ulteriore intervento di mastectomia bilaterale.
Riassumo la mia vicenda, cercando di essere piu' sintetica possibile.
Ho 37 anni e da tempo effettuo controlli periodici, avendo in famiglia un caso di
tumore al seno (mia mamma, ammalatasi a 54 anni e deceduta dopo 4 anni).
Ad ottobre 2014 la mammografia evidenzia delle microcalcificazioni sospette nella
mammella sinistra (3 cm di diametro), e dopo mammotome l'esito e' di carcinoma
intraduttale. Sono presenti altre microcalcificazioni nella mammella destra, che al
momento non destano sospetto.
A febbraio 2015 faccio la quadrantectomia con biopsia del linfonodo sentinella.
Riporto di seguito la diagnosi dell'esame istologico:
Numerosi focolai di carcinoma intraduttale (gn2, comedonecrosi, calcificazioni; ER
positivo/PR positivo/AR negativo; Ki67: 25%; HER2 2+) con focolai a meno di 0.1 cm dal margine mediale, a 0.2 cm dal margine laterale, a 0.3-0.4 cm dal margine profondo, con isolati focolai invasivi di poco inferiori a 0.1 cm (controllato con colorazioni per p63, miosina-SMMHC; non ulteriormente caratterizzabili) a circa 1 cm dal margine inferiore, in tessuti con nodulo fibroadenomatoide di 0.4 cm al margine laterale.
Amplificazione dell'oncogene HER-2/neu: ad integrazione della precedente valutazione immunoistochimica, col metodo FISH non e' stata evidenziata amplificazione del gene HER-2/neu.
I 2 linfonodi sentinella ed il linfonodo parasentinella sono puliti.
In sostanza quello che sembrava essere solo un CDIS si e' rivelato un carcinoma
microinvasivo.
Ho fatto diversi consulti con oncologi e chirurghi e tutti, per la presenza di focolai
a meno di 1 mm dal margine, mi hanno proposto queste possibilita':
- fare un altro intervento che tolga un altro intorno perche' non c'e' sicurezza di
una radicalita' oncologica, valutando a questo punto, se optare per una mastectomia;
- oppure fare radioterapia ed ormonoterapia, ma accettando un rischio maggiore di
recidiva.
Io voglio sicuramente ridurre al minimo il rischio e, dovendo fare un altro intervento, ho scelto di fare una mastectomia.
Vorrei sapere a questo punto quanto tempo ho a disposizione per fare l'intervento in sicurezza, perche' il chirurgo al quale mi sono rivolta e che doveva fare l'intervento a meta' maggio, qualche giorno fa mi ha detto che dobbiamo rimandarlo a meta' giugno (per sua indisponibilita'), ovvero 4 mesi dopo l'intervento di quadrantectomia.
Io temo che 4 mesi siano troppi e che mi espongano ad un rischio relativamente alto, sia per l'aggressivita' del tumore che per i margini cosi' vicini.
Potreste darmi un vostro parere?
Grazie!
scrivo perche' sono stata operata di quadrantectomia a febbraio per carcinoma intraduttale ed adesso mi accingo ad effettuare un ulteriore intervento di mastectomia bilaterale.
Riassumo la mia vicenda, cercando di essere piu' sintetica possibile.
Ho 37 anni e da tempo effettuo controlli periodici, avendo in famiglia un caso di
tumore al seno (mia mamma, ammalatasi a 54 anni e deceduta dopo 4 anni).
Ad ottobre 2014 la mammografia evidenzia delle microcalcificazioni sospette nella
mammella sinistra (3 cm di diametro), e dopo mammotome l'esito e' di carcinoma
intraduttale. Sono presenti altre microcalcificazioni nella mammella destra, che al
momento non destano sospetto.
A febbraio 2015 faccio la quadrantectomia con biopsia del linfonodo sentinella.
Riporto di seguito la diagnosi dell'esame istologico:
Numerosi focolai di carcinoma intraduttale (gn2, comedonecrosi, calcificazioni; ER
positivo/PR positivo/AR negativo; Ki67: 25%; HER2 2+) con focolai a meno di 0.1 cm dal margine mediale, a 0.2 cm dal margine laterale, a 0.3-0.4 cm dal margine profondo, con isolati focolai invasivi di poco inferiori a 0.1 cm (controllato con colorazioni per p63, miosina-SMMHC; non ulteriormente caratterizzabili) a circa 1 cm dal margine inferiore, in tessuti con nodulo fibroadenomatoide di 0.4 cm al margine laterale.
Amplificazione dell'oncogene HER-2/neu: ad integrazione della precedente valutazione immunoistochimica, col metodo FISH non e' stata evidenziata amplificazione del gene HER-2/neu.
I 2 linfonodi sentinella ed il linfonodo parasentinella sono puliti.
In sostanza quello che sembrava essere solo un CDIS si e' rivelato un carcinoma
microinvasivo.
Ho fatto diversi consulti con oncologi e chirurghi e tutti, per la presenza di focolai
a meno di 1 mm dal margine, mi hanno proposto queste possibilita':
- fare un altro intervento che tolga un altro intorno perche' non c'e' sicurezza di
una radicalita' oncologica, valutando a questo punto, se optare per una mastectomia;
- oppure fare radioterapia ed ormonoterapia, ma accettando un rischio maggiore di
recidiva.
Io voglio sicuramente ridurre al minimo il rischio e, dovendo fare un altro intervento, ho scelto di fare una mastectomia.
Vorrei sapere a questo punto quanto tempo ho a disposizione per fare l'intervento in sicurezza, perche' il chirurgo al quale mi sono rivolta e che doveva fare l'intervento a meta' maggio, qualche giorno fa mi ha detto che dobbiamo rimandarlo a meta' giugno (per sua indisponibilita'), ovvero 4 mesi dopo l'intervento di quadrantectomia.
Io temo che 4 mesi siano troppi e che mi espongano ad un rischio relativamente alto, sia per l'aggressivita' del tumore che per i margini cosi' vicini.
Potreste darmi un vostro parere?
Grazie!
[#1]
Da quanto scrive starei assolutamente tranquilla per la data proposta perché i margini di resezione sono indenni anche se prossimi ai focolai tumorali.
Nel frattempo in considerazione del rischio familiare si occupi della Prevenzione Primaria considerando il rischio per il seno controlaterale.
Legga
Prevenzione
https://www.medicitalia.it/blog/oncologia-medica/2253-fermi-tutti-la-dieta-anticancro-si-rimangia-le-regole.html
http://www.senosalvo.com/vero_falso_dieta.htm
https://www.medicitalia.it/blog/oncologia-medica/90-l-attivita-fisica-riduce-il-rischio-di-morire-prematuramente-soprattutto-per-tumore-e-infarto.html
Tanti saluti
Nel frattempo in considerazione del rischio familiare si occupi della Prevenzione Primaria considerando il rischio per il seno controlaterale.
Legga
Prevenzione
https://www.medicitalia.it/blog/oncologia-medica/2253-fermi-tutti-la-dieta-anticancro-si-rimangia-le-regole.html
http://www.senosalvo.com/vero_falso_dieta.htm
https://www.medicitalia.it/blog/oncologia-medica/90-l-attivita-fisica-riduce-il-rischio-di-morire-prematuramente-soprattutto-per-tumore-e-infarto.html
Tanti saluti
[#2]
Utente
Salve Dott. Catania,
la ringrazio per la risposta, che mi rassicura da questo punto di vista.
La mia preoccupazione adesso riguarda la terapia ormonale: nei consulti fatti finora non mi era stata indicata, in considerazione del fatto che il mio tumore e' essenzialmente intraduttale; ieri invece il chirurgo mi ha detto di iniziarla subito, perché sono comunque presenti degli isolati focolai invasivi.
Inizierò dunque a prendere il tamoxifene due mesi e mezzo dopo l'intervento: pensa che questo ritardo possa pregiudicare l'efficacia della terapia? Entro quanto tempo dall'intervento deve iniziare la cura con tamoxifene?
Un'ultima domanda: nel referto istologico si legge che questi isolati focolai invasivi, di poco inferiori ad 1 mm, sono stati controllati con colorazioni per p63, miosina-SMMHC e non sono ulteriormente caratterizzabili.
Si puo' considerare attendibile questa tecnica del p63? E perché non sono ulteriormente caratterizzabili?
La ringrazio in anticipo per la risposta.
la ringrazio per la risposta, che mi rassicura da questo punto di vista.
La mia preoccupazione adesso riguarda la terapia ormonale: nei consulti fatti finora non mi era stata indicata, in considerazione del fatto che il mio tumore e' essenzialmente intraduttale; ieri invece il chirurgo mi ha detto di iniziarla subito, perché sono comunque presenti degli isolati focolai invasivi.
Inizierò dunque a prendere il tamoxifene due mesi e mezzo dopo l'intervento: pensa che questo ritardo possa pregiudicare l'efficacia della terapia? Entro quanto tempo dall'intervento deve iniziare la cura con tamoxifene?
Un'ultima domanda: nel referto istologico si legge che questi isolati focolai invasivi, di poco inferiori ad 1 mm, sono stati controllati con colorazioni per p63, miosina-SMMHC e non sono ulteriormente caratterizzabili.
Si puo' considerare attendibile questa tecnica del p63? E perché non sono ulteriormente caratterizzabili?
La ringrazio in anticipo per la risposta.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 9.3k visite dal 21/04/2015.
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