Microcalcificazioni
Salve,
Nel mese di settembre ho effettuato una mammografia a seguito di una ecografia che ha rilevato delle microcalcificazioni. Dalla mammografia risulta che queste micorcalcificazioni,presenti ad entrambi i seni.2 sono dovute ad invecchiamento della mammella. Il senologo non ha quindi richiesto altre indagini ma solo un controllo tra sei mesi. Mi devo preoccupare dato che è un controllo ravvicinato? Possono subire mutamento e diventare maligne? Ho 31 anni.
Nel mese di settembre ho effettuato una mammografia a seguito di una ecografia che ha rilevato delle microcalcificazioni. Dalla mammografia risulta che queste micorcalcificazioni,presenti ad entrambi i seni.2 sono dovute ad invecchiamento della mammella. Il senologo non ha quindi richiesto altre indagini ma solo un controllo tra sei mesi. Mi devo preoccupare dato che è un controllo ravvicinato? Possono subire mutamento e diventare maligne? Ho 31 anni.
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Purtroppo non c'è ancora una diagnosi nè alcun riferimento alle caratteristiche delle microcalcificazioni.
In una mammografia "trasparente" le calcificazioni essendo sostenute da deposito di sali di calcio (fosfati, carbonati, ossalati ecc) sono di facile rilievo soprattutto con la strumentazione moderna.
Esse tuttavia sono talvolta difficili da interpretare (il cosiddetto valore predittivo positivo in alcune casistiche è di appena il 10 %)
e la difficoltà di interpretazione aumenta in rapporto alla evoluzione tecnologica che permette di vederne sempre di più e sempre più piccole.
Sembra quindi più opportuno parlare di calcificazioni, definendole di volta in volta "benigne", "dubbie" e di "tipo maligno" .
Le calcificazioni benigne non richiedono neanche controlli e quelle maligne devono essere sottoposte a intervento chirurgico.
Quelle dubbio-sospette vanno meglio definite tramite un approfondimento diagnostico cioè con un esame istologico, che può essere ottenuto con un intervento bioptico a cielo aperto o con uno strumento chiamato Mammotome, che si basa sull'aspirazione meccanica eseguita da un apposito strumento connesso con una agocannula.
Tanti saluti
In una mammografia "trasparente" le calcificazioni essendo sostenute da deposito di sali di calcio (fosfati, carbonati, ossalati ecc) sono di facile rilievo soprattutto con la strumentazione moderna.
Esse tuttavia sono talvolta difficili da interpretare (il cosiddetto valore predittivo positivo in alcune casistiche è di appena il 10 %)
e la difficoltà di interpretazione aumenta in rapporto alla evoluzione tecnologica che permette di vederne sempre di più e sempre più piccole.
Sembra quindi più opportuno parlare di calcificazioni, definendole di volta in volta "benigne", "dubbie" e di "tipo maligno" .
Le calcificazioni benigne non richiedono neanche controlli e quelle maligne devono essere sottoposte a intervento chirurgico.
Quelle dubbio-sospette vanno meglio definite tramite un approfondimento diagnostico cioè con un esame istologico, che può essere ottenuto con un intervento bioptico a cielo aperto o con uno strumento chiamato Mammotome, che si basa sull'aspirazione meccanica eseguita da un apposito strumento connesso con una agocannula.
Tanti saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.8k visite dal 10/12/2015.
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