Microcalcificazioni al seno
Buongiorno, ho 47 anni. Una decina di giorni fa ho effettuato per la prima volta una mammografia bilaterale ed ecografia bilaterale al seno con il seguente risultato: strutture parenchimo stromali disomogeneamente addensate ed iregolarmente distribuite anche con aspetti nodulariformi. A destra nel quadrante infero mediale presenza di alcune calcificazioni raccolte in area attorno ai 6 mm in corrispondenza anche di addensamento ghiandolare. In tale livello al completamento ecografico non si rendono evidenti assorbimenti del fascio ultrasonografico. Cisti a contenuto addensato di dimensioni maggiori attorno ai 12 mm è presente al quadrante supero esterno sinistro. Le microcalcificazioni meritano controllo nella loro evoluzione con mammografia a sei mesi. Il radiologo mi ha quindi suggerito una mammografia mirata fra sei mesi per le microcalcificazioni e un'altra fra una anno come controllo generale. Non mi ha detto nulla sulla natura, benigna o maligna, di tali microcalcificazioni. Vi chiedo cortesemente un consiglio. Grazie in anticipo
[#1]
Non saprei cosa rispondere e spiego perche'
Microcalcificazioni
In una mammografia "trasparente" le calcificazioni essendo sostenute da deposito di sali di calcio (fosfati, carbonati, ossalati ecc) sono di facile rilievo soprattutto con la strumentazione moderna.
Esse tuttavia sono talvolta difficili da interpretare (il cosiddetto valore predittivo positivo in alcune casistiche è di appena il 10 %)
e la difficoltà di interpretazione aumenta in rapporto alla evoluzione tecnologica che permette di vederne sempre di più e sempre più piccole.
Sembra quindi più opportuno parlare di calcificazioni, definendole di volta in volta "benigne", "dubbie", “sospette” e di "tipo maligno" .
Nel suo caso non c'e' alcuna definizione
Le calcificazioni benigne non richiedono neanche controlli e quelle maligne devono essere sottoposte a intervento chirurgico.
Quelle dubbio-sospette vanno meglio definite tramite un approfondimento diagnostico cioè con un esame istologico, che può essere ottenuto con un intervento bioptico a cielo aperto o con uno strumento chiamato Mammotome, che si basa sull'aspirazione meccanica eseguita da un apposito strumento connesso con una agocannula.
http://www.senosalvo.com/approfondimenti/agobiopsia_della_mammella.htm
Microcalcificazioni
In una mammografia "trasparente" le calcificazioni essendo sostenute da deposito di sali di calcio (fosfati, carbonati, ossalati ecc) sono di facile rilievo soprattutto con la strumentazione moderna.
Esse tuttavia sono talvolta difficili da interpretare (il cosiddetto valore predittivo positivo in alcune casistiche è di appena il 10 %)
e la difficoltà di interpretazione aumenta in rapporto alla evoluzione tecnologica che permette di vederne sempre di più e sempre più piccole.
Sembra quindi più opportuno parlare di calcificazioni, definendole di volta in volta "benigne", "dubbie", “sospette” e di "tipo maligno" .
Nel suo caso non c'e' alcuna definizione
Le calcificazioni benigne non richiedono neanche controlli e quelle maligne devono essere sottoposte a intervento chirurgico.
Quelle dubbio-sospette vanno meglio definite tramite un approfondimento diagnostico cioè con un esame istologico, che può essere ottenuto con un intervento bioptico a cielo aperto o con uno strumento chiamato Mammotome, che si basa sull'aspirazione meccanica eseguita da un apposito strumento connesso con una agocannula.
http://www.senosalvo.com/approfondimenti/agobiopsia_della_mammella.htm
Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com
[#2]
Utente
La ringrazio per la sollecita risposta. Mi sono rivolta a un senologo che mi ha consigliato ulteriore ecografia con eventuale biopsia. Ho effettuato l'ecografia ieri in un centro specialistico presso Treviso in cui dispongono di un ecografo tecnologicamente molto sofisticato. Individuate le microcalcificazioni, il medico ha espresso ottimismo riguardo alla loro benignità ma per scrupolo mi ha effettuato una biopsia, i cui risultati saranno pronti fra una quindicina di giorni. Durante l'intervento ho provato un pò di fastidio e, passata l'anestesia, un pò di dolore e indolenzimento. Il medico mi ha detto di togliere il cerotto, dopo 24 ore. Dopo l'intervento ho avuto un leggero sanguinamento e anche un pò dopo, comunque modesto. Stamatttina il dolore è passato. Tolto il cerotto, devo metterne un altro dopo aver disinfettato o non mettere nulla? Come devo comportarmi per evitare possibili infezioni?
Grazie mille
Grazie mille
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 3.8k visite dal 09/04/2018.
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