Endometriosi grave, post-operatoria: infezioni ricorrenti, stenosi ureterale e fallimento antibiotico.

Buonasera, ho 47 anni e da 18 lunghi anni combatto contro l'endometriosi.
Ho subito 5 operazioni e l'ultima, di quasi 2 anni fa, è stata molto importante.
Mi è saltato asportato l'utero, tolto un ovaio, resezione vescicale, resezione intestinale, reimpianto ureterale, inseriti 2 stent (poi rimossi) agli ureteri.
Gli stent sono stati rimossi un paio di mesi in anticipo in quanto mi hanno portato l'escherichia coli (sono stata ricoverata in infettivologia per 15 giorni ciascuna volta per antibiotico in endovena).
Così si è formata una stenosi all'urerete.
Da 2 anni ad oggi pratico autocateterismo per svuotare la vescica.
Purtroppo ogni 1o 2 mesi mi torna l'escherichia coli.
Ultimamente il Bactrim non sta facendo più effetto.
Ho male alla schiena e dolore al rene sinistro.
Assumo il pegbioma (da quando mi hanno operata) per poter andare regolarmente di copro.
Eseguo, come richiesto dall'equipe medica che mi ha operata, controlli annuali ginecologici, fisiatrici ed urologici ed ogni 4/5mesi faccio eco all'addome (dove risulta sempre la stenosi a vescica piena, ma non a vescica vuota).
È possibile che il Bactrim non faccia più effetto?
Cosa devo fare per poter eliminare questo batterio che mi perseguita ormai da anni?
Piuttosto che continuare con pastiglie per bocca forse non sarebbe meglio un antibiotico per endovena?

Ringrazio anticipatamente per quanto andrete a disporre.

Un caro saluto.
M.
E.
Dr. Paolo Piana Urologo 49.7k 2k
L'Escherichia Coli origina esclusivamente dal suo intestino. La presenza di una alterazione anatomica (es. stènosi dell'uretere), funzionale (es, vescica neurologica) o la presenza dello stent può favorire alcune complicazioni, ma se si vuole agire alla radice del problema, il bersaglio su cui concentare le attenzioni è propio l'intestino. Il compito è quindi del gastro-enterologo e, ancor di più, del dietrologo-nutrizionista, poiché l'alimentazione è quasi sempre essenziale. In assenza di febbre o gravi complicazioni in atto, con gli antibiotici bisogna andarci estremamete cauti, poiché si rischia di indurre resistenze ed innescare un circolo vizioso da qui divanta sempre più difficile uscire. Molto importante ad esempio è valutare la presenza e quantità di globuli bianchi nel sedimento dell'esame delle urine.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
https://paolopianaurologo.it/

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