E' giusta questa relazione che sto riscontrando

Sono uno studente laureando in Biologia Umana e sto lavorando ad una tesi sulla valutazione del PSA nel trattamento delle affezioni prostatiche. Vorrei porvi alcuni quesiti per meglio interpretare i casi clinici dei pazienti di cui parlo nel mio lavoro.
Innanzi tutto, è un fatto certo che il valore iniziale del PSA pre-trattamento è di primaria importanza ai fini della prognosi: ma esattamente in che termini? Ad esempio, nel mio lavoro discuto di 3 pazienti, tutti e tre affetti da carcinoma prostatico, di 83, 73 e 72 anni rispettivamente, tutti e 3 trattati con bicalutamide in monoterapia, con un valore iniziale di PSA diverso: 8.2, 10.2 e 51.5 ng/ml, e un Gleason score pari a 3 per i primi 2 pazienti (dell'ultimo paziente, tale dato purtroppo non mi è disponibile). Dopo 6 mesi di trattamento, nel primo paziente viene registrata una riduzione del PSA pari al 26%, nel secondo del 78% e nel terzo dell'87%; dopo 12 mesi la riduzione è del 32% per il primo paziente e 90% per il terzo (il secondo paziente è in cura da meno di un anno); in pratica, la dinamica temporale con cui i livelli del PSA si abbassano sono differenti nei 3 casi, e sembra che più è alto il valore iniziale del PSA maggiore è la riduzione. E' giusta questa relazione che sto riscontrando? Ripeto che del terzo paziente non è noto il Gleason score, ma considerando che il PSA è ben più elevato rispetto agli altri 2 pazienti, suppongo che abbia un Gleason score più elevato. Per cui chiedo: quanti e quali altri fattori incidono sul successo della terapia? L'età dà il suo contributo? Perchè in effetti il primo paziente, che è quello che ha la minore riduzione nel tempo, è anche quello più anziano (83 anni). Sta quindi anche nell'età la spiegazione?
Un altro quesito che vorrei porvi è: esattamente l'azione farmacologica della bicalutamide in cosa consiste? Da qualche parte, infatti, ho letto che la terapia ormonale più che un effetto citocida ha un effetto citostatico; per cui mi viene da chiedere: se è questo l'effetto, allora la terapia ormonale bloccherebbe solo la produzione del PSA da parte delle cellule tumorali, e non porterebbe a una reale diminuzione della massa tumorale? O sto sbagliando a interpretare quanto ho letto?
Vi ringrazio anticipatamente della disponibilità. In attesa di una vostra risposta
Cordiali saluti.
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Gentile lettore,

purtroppo le devo dire che questa non è la sede per discutere e valutare tre casi clinici e le relative terapie, senza avere per di più a disposizione tutti i dati clinici specifici e particolari, ad esempio il grading e la diagnosi istologica precisa.

Questo può essere fatto solo a tavolino in diretta con lei che nel frattempo avrà recuperato tutta la documentazione clinica dei tre pazienti di cui stiamo discutendo con le relative liberatorie e permessi per poterne discutere con terzi.

Giovanni Beretta M.D.
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dopo
Utente
Utente
Innanzi tutto la ringrazio per la tempestività.
Vorrei specificare che per la realizzazione del mio lavoro chiaramente è stato chiesto il consenso dei pazienti direttamente interessati, essendomi io rivolto in prima persona ai medici di Medicina Generale, che hanno contattato i pazienti e hanno chiesto la loro disponibilità. Pertanto i pazienti sono già a conoscenza del fatto che i loro dati sono da me trattati nel mio lavoro, ovviamente nel rispetto dell'anonimato: nessun dato personale e anagrafico compare nella mia tesi.
Detto questo, nella mia richiesta avevo posto anche un altro quesito (il meccanismo d'azione della bicalutamide), che comunque esula dai tre casi di cui sopra, e che è rimasto inesaudito. Pongo pertanto nuovamente alla vostra attenzione la mia richiesta.
Ancora una volta ringrazio per la disponibilità.
Cordiali saluti.
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Gentile laureando in biologia,

le ripeto che questa non è la sede per discutere in modo approfondito, farmacologicamente parlando, e utile per una futura tesi della bicalutamide.

Qui molto semplicemente possiamo ricordarle che il prodotto da lei citato è un farmaco ad azione antiandrogena, cioè contrasta l'azione del testosterone e derivati a livello del tessuto prostatico.

In estrema sintesi la bicalutamide si lega ai recettori per gli androgeni, presenti nel citoplasma delle cellule bersaglio, inibendo la proliferazione cellulare tumorale che è purtroppo androgeno-dipendente.
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Utente
Utente
La ringrazio per aver esaudito la mia richiesta sul meccanismo di azione della bicalutamide.
Tuttavia, io vorrei insistere sull'altro questione.
Ammettendo che questa, come lei ritiene, non sia la sede più adatta a discutere dei tre casi da me proposti (anche se io non credo: uno dei tre pazienti potrei essere io, o mio padre, o ancora mio nonno)...comunque, senza entrare nello specifico dei tre pazienti, la relazione "valore iniziale del PSA-riduzione espressa in percentuale" è corretta? O è solo una coincidenza?
La ringrazio anticipatamente, e spero che anche altri Medici diano una risposta alle mie richieste.
Cordiali saluti.
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Nessuna relazione sicura può essere fatta solo su questi tre casi da lei valutati.
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Utente
Utente
Senza dubbio tre casi non possono assolutamente essere generalizzati e dalla loro valutazione non si possono trarre delle conclusioni che valgano in maniera assoluta, ma considerando che lei è un medico specialista nel campo, ha sicuramente avuto di fronte molti altri casi di carcinoma prostatico trattato con bicalutamide, e quindi immagino che comunque sia un'idea in merito ce l'abbia.
La ringrazio comunque per la sua disponibilità e per il tempo che mi ha dedicato.
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Nessuna relazione così diretta, come quella da lei ipotizzata.
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Utente
Utente
Ma non ci sono altri medici che possano rispondere in questo forum???
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Gentile lettore e laureando in biologia,

forse non ha capito lo spirito di questo sito che non è dedicato allo studio sperimentale o clinico di casi che poi si devono pubblicare o su cui poi fare una tesi.

Qui si deve rispondere in modo "comprensibile" e "facile" a problemi clinici precisi e particolari che ogni persona o nostro lettore può a volte essere costretto, per sua brutale necessità, ad affrantare "dal vivo".

Per avere conoscenze più specifiche e soprattutto pubblicare tesi od studiare casistiche cliniche complesse altri strumenti lei deve usare.
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dopo
Utente
Utente
Gentile Dr.Beretta, io ho capito benissimo lo "spirito" di questo sito. Non mi pare che la mia richiesta sia stata quella di farmi la tesi, ma semplicemente di chiarire un dubbio che mi è venuto lavorandoci, e che io ho pensato di risolvere iscrivendomi a questo forum.
Mi sono reso conto, a questo punto, che molto probabilmente non è stata l'idea più giusta, considerato che sono quattro giorni che ho questo amichevole scambio di battute con lei, senza che il dubbio sia stato risolto.
Certo non mi aspettavo grandi cose, ma speravo che un medico, data la sua competenza in materia, riuscisse con la sua esperienza a dirmi di più di un semplice "Nessuna relazione così diretta, come quella da lei ipotizzata". Evidentemente mi sbagliavo.
La ringrazio comunque per la sua disponibilità.
Arrivederci.
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Gentile neo-biologo,

mi sembra che lei abbia capito poco o nulla ma, meglio tardi che mai, le ripeto che in questa sede non possiamo discutere la sua tesi o chiarire dei dubbi di comprensione su quale sia il reale meccanismo d'azione di un farmaco od altro che abbia questo tenore.

Segua un mio consiglio e ritorni in Facoltà e ridiscuta con il suo relatore, se ne ha uno, o con il suo coorelatore questi aspetti clinici specifici e particolari della sua tesi che qui non possono avere alcun sviluppo se non di tipo informativo, semplice e divulgativo oppure, in estremis, se non ha un relatore, mi contatti in privato.

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Gentile utente,
le linee guida del sito recitano espressamente:

"non inserire richieste di consulto generiche tese solamente a soddisfare curiosità mediche o a ricevere informazioni su argomenti generalisti o di prodotti commerciali"

Quindi il dr. Beretta è stato molto gentile a darle una opinione generica, ma poi lo scopo del sito è quello di fornire consulti a chi ha problemi di salute.
Se i medici rispondessero alle sue richieste sottrarrebbero obbligatoriamente tempo alle richieste di chi magari ha un problema di salute, e favorirebbero altre richieste su curiosità o informazioni generali.

Per questo motivo preferiamo non soddisfare tali richieste: sicuramente potrà provare a contattare i medici iscritti per via privata, ma per questo non occorre il forum dei consulti.

Grazie per la comprensione e cordiali saluti,
staff@medicitalia.it

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