Carcinoma uroteliale t3g3n2

Buonasera,scusate se disturbo,ma sono molto confusa...Non partirò dalle calende greche,cercherò di esssere breve.A dicembre abbiamo scoperto tramite ecografia la presenza di una massa nel rene di mio padre.Da lì,dopo una TAC-PET con mezzo di contrasto,si è deciso per la nefrectomia.L'esito istologico è il seguente: "a)carcinoma uroteliale di alto grado a partenza dalla pelvi renale e infiltrante il connettivo suburoteliale,il grasso peripelvico e focalmente il parenchima renale con immagini di invasione vascolare.b)linfonodo sede di metastasi diffusa.(ovvero il linfonodo interlatocavale di cm 2)c)Nodulo di cm 1 sede di infiltrazione da carcinoma uroteliale.Solo focalmente si riconosce componente linfoide periferica possibile espressione di struttura linfonodale completamente sovvertita.(ovvero linfonodo di Piquet di cm 2,5)Stadio patologico: pT3G3N2"Il Professore che l'ha operato,ha optato per un secondo intervento per asportare il restante urotelio presente nella vescica,immagino che asporteranno il "moncone"di uretere e parte della vescica stessa.Dopo,cominerà la terapia che sarà l'oncologo ad assegnare.Io mi chiedo se sia proprio necessario questo intervento:vero che mio padre si è ripreso,ma è trascorso un mese dal precedente intervento...Ci è stato detto che un intervento è consigliabile farsi su un organismo sano,e non provato...che non è detto che vi sia una recidiva in futuro,tuttavia trattandosi di un carcinoma utoteliale,e quindi legato alle vie escretorie più che al rene stesso,c'è la probabilità che in futuro si riformi...magari nella vescica....io sono completamente nel pallone:mio padre vuole operarsi,e subito,perchè la sua ansia lo distruggerebbe...Secondo voi è un percorso giusto da seguire????Mio padre ha 61 anni,e finora ha sempre goduto di ottima salute...

L'oncoiloga che ha in cura mia madre,ritiene che sia necessario cominciare le terapie adeguate..

Entrambi ci hanno tolto qualsiasi speranza in una guarigione,parlano di "sopravvivenza",lotta al "rallentamento"del carcinoma...

Tuttavia,il chirurgo oncologo vuole intervenire,meglio prima che dopo la sua risposta..

L'oncolooga,ritiene sia necessario fermare il tumore,che nei 30 giorni trascorsi dopo il primo intervento potrebbe anche essere esploso altrove...

io sono nel pallone....non so che fare,nè pensare...i tempi sono brevi,non sono riuscita a trovare un urologo oncologo libero per un consulto!!!

martedì lo operano e solo 3 giorni fa abbiamo ricevuto il referto istologico!!!
L'intervento è inutile???Un inutile dolore che gli posso risparmiare??
Grazie mille per le risposte che riceverò...
[#1]
Dr. Enrico Conti Urologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Andrologo 2.3k 51 14
Cara signora, se Suo padre è sempre stato (ed appare tuttora!) come un uomo in buona salute, la terapia standard prevede il ricorso alla chemioterapia, poichè i tumori uroteliali rispondono bene a questo tipo di trattamento. E' vero, non si può affermare che guarirà, ma non perdete le speranze... Per quanto riguarda l'aspetto chirurgico, l'asportazione dell'uretere con una "pastiglia" di vescica è altrettanto opportuno, in quanto le recidive di malattia tumorale lungo la via da dove è nata la malattia sono frequenti (e dolorose): se può servire per incoraggiare Lei e la sua famiglia, questo secondo intervento non risulterà nè difficile, nè particolarmente lungo, dopodichè Suo padre potrà essere affidato agli oncologi nella certezza di aver fatto tutto quello che era giusto.
[#2]
Dr. Diego Pozza Andrologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Oncologo, Urologo 15.9k 467 2
cara lettrice,

la situazione di suo padre è abbastanza compromessa e voi lo sapete, ma eistono due aspetti che vanno considerati, Uno, che l'intervento chirurgico non comporta poi complicanze così drammatiche come spesso si pensa, sarà uno stress, sarà un po' doloroso ma anche questi aspetti in poche settimane saranno dimenticati ma i medici avranno qualche dato in più, l'entità del tessuto neoplatsico sarà ridotta e suo padre, che è giovane. avrà la cpnsapevolezza che è stato fatto tutto quello che è necessario per eliminare la malattia prima di affrontare il momento, un po' pesante, della chemioterapia
Si affidi ai suoi specialisti
cari saluti

Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org

[#3]
dopo
Utente
Utente
Ringrazio entrambi per le vostre risposte,celeri e alquanto esaurienti...
Mio padre è stato sottoposto a detto intervento martedì,credo che tra un paio di giorni sarà dimesso...
La situazione fisica,in genrale,è abbastanza buona,si riprende nonostante sia il secondo intervenbto in meno di due mesi...
Non ci resta che attendere il secondo referto istologico...e sperare che non vi siano metastasi....
[#4]
dopo
Utente
Utente
Buonasera,ringrazio ancora i gentili professionisti che mi hanno risposto,e vi prego di perdonarmi se chiedo nuovamente il vostro supporto.L'intervento è stato effettuato il giorno 1 marzo;esito della nuova istologica,relativa l'asaportazione dell'uretere e dei linfonodi,è negativo in tutti i suoi punti.L'oncologo ci ha chiesto degli esami,e purtroppo la TAC indica l'ingrossamenteo di altri linfonodi,che secondo l'oncologo,potrebbero essere patologici.Frattanto,a 30 gg dall'intervento,NON POSSIAMO COMINCIARE LE CHEMIO,perchè mio padre ha la febbre da giorni,che sarebbe dovuta al linfocele(davvero è una conseguenza quasi inevitabile di questo dipo di intervento???)
L'oncologo premeva per cominciare le chemio,ed avere i referti,nella speranza che non vi fossero già altri linfonodi coinvolti,ma avendo visto stamane i referti,ha detto che cominciare oggi o tra una settimana,cambia poco,dato che lui sperava d'intervenire PRIMA del presentarsi di una nuova situazione.E che in ogni caso,non si può intervenire perchè ha la temperatura corporea troppo alta.Lunedì asporteranno questi liquiido,il linfocele.
Nella speranza che mercoledì si possa cominciare con la terapia.

Perdonatemi se mostro tutta la mia gnoranza ponendovi questa domanda,ma...voi avete l'esperienza necessaria per potermi rispondere...
Credete sia possibile guarire,da un secondarismo linfonodale,sorto da una patologia uroteliale?
cosa vuol dire,precisamente,T3G3N2?

Grazie
[#5]
Dr. Enrico Conti Urologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Andrologo 2.3k 51 14
Cara signora, la febbre è una controindicazione alla CHT, pertanto bisogna anche questa volta armarsi di pazienza e aspettare la risoluzione del quadro. Probabilmente i curanti evacueranno la raccolta linfatica (linfocele) che si sopetta essere infetta, per far sparire la febbre. Riguardo alle possibilità di guarigione, esse vi sono, ma dipendono da fattori che non sono facilmente prevedibili ed in parte sono del tutto individuali. Diciamo che questo tipo di tumori in generale "risponde" abbastanza bene alla CHT, la qualcosa perlomeno migliora ed allunga la vita. La sigla descrittiva della stadio patologico indica che la neoplasia è alquanto aggressiva, ha infiltrato a tutto spessore la parete della pelvi renale interessando il tessuto circostante o il rene vero e proprio, infine che è stato interessato dalla malattia più di un linfonodo. Cordiali saluti.
[#6]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la sua spiegazione semplice e diretta.Purtroppo la chemio inizierà solo mercoledì,dopo l'aspirazione del linfocele,in quanto mio padre ha la temperatura corporea troppo alta per cominciare le terapie(oscilla dai 38 ai 39,5 gradi).
Aspirato il linfocele,la febbre dovrebbe scemare e successivamente iniziare le chemio.Lunedì 6 aprile saranno trascorsi 35gg dal secondo intervento.
Mi ha rincuorato la sua risposta:in rete ho letto che il carcinoma uroteliale metastatico,-e tale è considerato avendo infettato i linfonodi-è considerato una patologia incurabile...
[#7]
dopo
Utente
Utente
Buon pomeriggio,riprendo in mano questa mia richiesta di consulto per cercare di capire che sta succedendo..Dopo i due interventi,e la "febbre"di cui ho parlato poc'anzi,mio padre si è ripreso ed è stato sottoposto a chemioterapia.La TC evidenziava le medesime lesioni al fegato,due linfonodi e "adenoma"surrenale.Al termine della stessa--protcollo cisplatino+GEMCITABINA --il surrene dex è completamente invisibile(l'adenoma era progressione?)e i linfonodi sono notevolmente ridotti a meno di 1cm.Gennaio 2012:linfonodi aumentati,la pet di febbraio evidenza un accumulo del tracciante sui linfonodi,a marzo,dopo un consulto,i medici decidono di optare per la radioterapia stereotassica.Una settimana dopo il termine delle 5 sedute previste,mio padre accusa dolori addominali.tra un esame e un altro,un'eco e l'altra,una pancolonscopia e una gastroscopia scopriamo che mio padre ha "una gastroduodenite erosiva;sindrome aderenziale post attinica,e VARICI ESOFAGEE DI 3°GRADO"!Ecodoppler per verificare ipertensione portale impraticabile a causa di meteorismo,quindi su consiglio medico,effettuiamo una angio tac aorta e vasi addominali che evidenzia:

"Aorta addominale ateromasica del diametro di circa 2.2 cm
Arterie iliache bilateralmente del diametro di circa 1.2 cm.
Arterie femorali del diametro di circa 1cm.

Notevole ascite addomino pelvica.Multiple tumefazioni linfonodali del diametro di circa 3cm in sede celiacomesentrica ed in sede intercavoparaaortica.
Anse intestinali conglobate e affastellate.
Fegato disomogeneo con vie biliari dell' emisezione di sinistra moderatamente dilatate.
Sfumata ipodensità al VIII, IV e VI segmento sostanzialmente invariate rispetto al precedente controllo.
Loggia renale destra deserta,rene sinistro,surrene sinistro e milza nella norma.
Ipodensità in sede iliaca destra del diametro di circa 4.5 cm come da linfocele.
Vescica distesa,ernia inguinale sinistra a contenuto fluido"

L'oncologo vuole una Tc addome e una paracentesi,ma il policlinico ad agosto CHIUDE,porto mio padre al pronto soccorso,è lì da una settimana ma ancora non è stato possibile sottoporlo a TC,per problemi di sovraffollamento.

Veniamo alla mia domanda:l'ascite potrebbe essere causata da cirrosi(che per ora escludono),dal fegato(per motivi da valutare)o dall'incalzare dell'intruso,io mi chiedo se quest'attesa non peggiori le condizioni di mio padre,e se quest'ascite fosse di origine tumorale,come si potrebbe intervenire..

Le chemio del protocollo cisplatino possono essere ripetute?

Temo che le ferie incipienti ci creino problemi,già cercare nuovi medici e ricominciare daccapo è stata dura...Non mi arrendo,qualcosa si deve pur poter fare,non accetto diagnosi nefaste non comprovate da un esame prezioso come quello della TC!!!

Grazie a tutti,buon pomeriggio
[#8]
Dr. Enrico Conti Urologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Andrologo 2.3k 51 14
Gentile signora, comprendo la Sua angoscia dovuta ai problemi sanitari "estivi" e la volontà di combattere con Suo padre una battaglia senza esclusione di colpi contro la malattia, ma la situazione attuale indica probabilmente un peggiormanto significativo. L'ascite e la dimostrazione di ipertensione portale, indicano che il fegato è comunque danneggiato, anche se non francamente cirrotico. Un'altra possibile ipotesi è che vi sia una disseminazione di cellule cancerose nel peritoneo a determinare l'ascite. Di certo la presenza dei linfonosi ingranditi in sede mediana non è un bel segno (interaorto-cavali). Se ha ancora domande non esiti a postarle, nel frattempo cordiali saluti e incoraggiamenti
[#9]
dopo
Utente
Utente
Buonasera,dottor Conti,la ringrazio della sua risposta e le chiedo scusa se non le ho scritto prima,ma la situazione di mio padre era in netto peggioramento,e purtroppo,nonostante i miei sforzi e le mie insistenze,mio padre è stato trasferito nel reparto di oncologia solo lo scorso sabato,ovvero circa 3 settimane dopo il ricovero..Si ventilava l'ipotesi di una chemio di supporto,ma un paio di giorni fa è subentrato un principio di occlusione che ha reso complicato l'equilibrio pre-esistente..Ma le scrivo il referto della TC effettuata il 09/08/2012 anche perchè con un referto del genere,mi chiedo se sia stato INTELLIGENTE aspettare al 21 agosto per pensare alla FATTIBILITà DI UNA CHEMIO!!fermo restando,che mio padre è ricoverato dal 30 luglio!!!!!

"fegato nei limiti volumetrici a densità parenchimale diffusamente disomogenea per la presenza di multiple aree di disomogenea impregnazione contrastografica.Lieve dilatazione delle vie biliari intraepatiche;Tronco spleno-portale pervio(n.b.:potrebbe dirmi cosa vuol dire tronco spleno portale pervio?).Milza megalica a densità omogenea.Grossolane linfoadenopatie del diametro max di 36mm all'ilo epatico,in sede pancreatico-duodenale,celiaca,paracavale e mesenteriale.In sede paracavale si rileva disomogenea quota di addensamento tissutale che appare indissociabile dal surrene destro(il rene destro è stato asportato..)e dal pilastro diaframmatico omolaterale--recidiva neoplastica?--:tale tessuto aderisce alla vena cava inferiore che appare compressa,e all'aorta addominale,inglobando il tripode celiaco e la mesenterica superiore.Surrene destro aumentato di volume di aspetto globoso"

Le precedenti Tc non visualizzavano il surrene dex,come fosse atrofizzato,infatti spesso mi è stato chiesto se mio padre avesse subito asportazione dello stesso:prima delle chemio,nel surrene era presente una "massa"di circa 40mm,dopo le chemio il surrene pareva SPARITO..

Non riesco a capire:era possibile intervenire prima con chemio?Data la patologia,invece delle radioterapie stereotassiche per i due linfonodi,non era meglio attaccare con chemio???

Mi perdono un'ultima domanda:mia madre ha subito un intervento per un tumore all'utero,mio padre combatte il carcinoma.Una sorella di mamma,ha combattuto con un linfoma non H. I nonni materni,sono scomparsi a causa del cancro,e come loro i rispettivi fratelli.Cugini di mia madre sono deceduti di cancro,perfino due sue nipoti(figlie di cugine)hanno combattuto leucemie o linfomi..

Poichè pare evidente che in famiglia ci sia una certa predisposizione,i medici ci consigliano di fare prevenzione,e io mi chiedo dove sua possibile effettuare il test genetico che rintracci la proteina che indica la probabilità di sviluppare il cancro,e soprattutto,che genere di prevenzione possiamo attuare.

Grazie mille
[#10]
Dr. Enrico Conti Urologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Andrologo 2.3k 51 14
Cara signora le mie competenze non arrivano a poter rispondere ai Suoi quesiti in merito al rischio familiare di neoplasie in generale ed al come prevenirlo. A mia conoscenza non esiste un unico test che permette di rilevare un rischio "generico" di cancro, poichè ogni tipo di tumore ha i suoi fattori di rischio, sia genetici che ambientali. Detto questo, la situazione di Suo padre è apparsa molto difficile dall'inizio del post. La Sua personale percezione di un disservizio ospedaliero non deve - a mio parere - coprire l'evidenza che la malattia è in uno stadio avanzato e perciò molto difficile da combattere. La chmioterapia è un'arma a doppio taglio. Quando le metastasi sono tante e diffuse, la chemio può limitare la loro crescita per un pò, ma ad un prezzo spesso molto elevato in termini di vivibilità. Nel complesso l'ultima TAC indica un peggioramento delle metastasi. E' un fatto certamente tragico, ma và accettato per quello che è. Questo non significa rinunciare alla dignità della persona o allo spirito combattivo nei confronti della malattia, ma và comunque accettato per quello che è. Suo padre ora non ha bisogno - per il mio modo di vedere s'intende - di un trattamento magico, ma di percepire la vicinanza sia delle persone che gli vogliono bene, sia della sollecitudine dei suoi curanti. Questi ultimi non sono certamente onnipotenti, ma possono ancora dare un sostegno effettivo. Questo sostegno familiare e professionale ha un valore elevato, anche quando non porta alla guarigione. Cordiali saluti ancora
Celiachia

Cos'è la celiachia e come si manifesta? Caratteristiche della malattia celiaca in adulti e bambini, esami da fare e consigli di alimentazione senza glutine.

Leggi tutto