Carcinoma vescicale

alve,
74 anni. Iperteso sotto controllo (Plendil 5 mg + Atenol 25 mg) Ipertrofia prostatica benigna (Pradif da 0,4 mg).
Maggio 2010: forte ematurie, visita urologia, ecografia: si evidenzia neoformazione vescicale.
14/5/2010: resezione transuretrale, esame istologico;
DIAGNOSI:“ Carcinoma uroteliale con aspetti papillari di alto grado, infiltrante localmente la tonaca propria (pT1 G3)”
Dall’11 giugno, ciclo di 6 induzioni endovescicali con Immucyst 81 mg (effetti collaterali nella norma).
7/9/2010: cistoscopia negativa per recidiva neoplastica.
1°ottobre:ciclo di mantenimento(4°mese)con Immucyst 81 mg. Nel corso della seconda induzione, avverto un insolito senso di calore e, da allora, un forte dolore al pene (soprattutto nella fase finale della minzione, ma anche negli intervalli con fitte improvvise, in particolare in caso di sollecitazione come ad esempio in automobile).
In seguito ad urinocoltura negativa, la terza induzione, rinviata a causa del mio stato di sofferenza, è stata comunque praticata il 22 ottobre.
Dal 29/10 e per 8 gg, ho assunto due cp. al gorno di Ciproxin 500 e due di Efferalgan 1000, ma i dolori/bruciori si sono solo attenuati e non sono mai scomparsi.
18/11 nuova urinocoltura, risultata negativa e, in dicembre, tampone uretrale per Clamidia, Mycoplasma e germi comuni, risultato anch’esso negativo.
8/2/2011: cistoscopia di controllo negativa per recidiva neoplastica.
18/2 inizio ciclo di mantenimento 6° con Immucyst a 27mg. (anziché 81 mg.) visti i problemi manifestatisi durante il ciclo precedente. Tuttavia, dopo la seconda instillazione endovescicale del 25/2, la terapia è stata sospesa per sintomatologia disurica (pollachiuria, nicturia e tenesmo vescicale). L’urinocoltura è negativa. Dall’esame urine risultano leggero sangue; 100 mg/dL di proteine; ca. 15 cells/μl; rari (‹ =5) eritrociti alterati; alcuni (6-10) leucociti alterati; rari (‹ =5) elementi epiteliali piatti.
Mi è stata prescritta l’assunzione per sette giorni di due cp. al giorno di Cistalgan (200 mg.+250 mg), due di Ciproxin 500 mg e 30 gocce di Contramal al bisogno, ma i dolori/bruciori/fitte lancinanti al pene e l’urgenza ad urinare non accennano a diminuire.
Prossima cistoscopia a maggio 2011. Prossimo eventuale ciclo Immucyst a settembre.

Vi chiedo:
1. è possibile che i dolori siano ancora effetto collaterale dell’Immucyst?
2. si può ipotizzare micro-trauma da intervento strumentale nel corso della somministrazione?
3. potrebbe essersi instaurata un’infezione non rilevabile né con urinocoltura, né con tampone uretrale? Perché non recede con la terapia antibiotica?
4. devo temere un riformarsi del tumore, o insorgenza di tumore al pene, non ancora evidenziabili da cistoscopia? Quali esami potrei fare per accertarmene? (nel 2007, in seguito a ematurie, ho eseguito esame delle urine su 3 campioni per ricerca di cellule neoplastiche risultata negativa, mentre il sedimento urinario evidenziava un piccolo aggregato di cellule con lieve atipia. Che cos’è l’ikoniscope? Potrebbe giovarmi?
5. esiste, per il tumore pT1 G3, una terapia alternativa all’Immucyst?
6. non avendo benefici dalla riduzione di dosaggio, nel caso debba ripetere l’Immucyst, è meglio riprendere con 81 mg?
Grazie.
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Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo 5.9k 128 126
Gentile utente,
1) Le instillazioni di Immucyst determinano una reazione infiammatoria della vescica che nel suo caso sembra accentuata e protratta nel tempo creandole importanti disturbi urinari di tipo irritativo (questo sta a significare che non per forza ci deve essere una infezione che al massimo può essere concomitante e risolvibile con antibiotici)
2) Il cateterismo o la cistoscopia normalmente creano qualche fastidio iniziale che può perdurare al massimo qualche giorno.
3) E' difficile che ci sia una infezione non rilevata dagli esami che ha eseguito
4) I tumori T1G3 ovviamente meritano una stretta sorveglianza perchè possono recidivare; è difficile che possa concomitare un tumore al pene che in genere non origina dalle parti interne dell'organo. L'esame con Ikoniscope è un esame delle urine ad alta sensibilità e tecnologicamente avanzato, il problema è che in caso di positività non ci dice la localizzazione del tumore, peciò può essere di ausilio ma non è indispensabile; esistono altri metodi che consenstono di scoprire la presenza di una recidiva in maniera più precoce, come ad esempio la cistoscopia a fluorescenza, ma di questo deve chiedere il parere al suo urologo
5-6) Se i disturbi sono eccessivi dall'utilizzo di Immucyst come alternativa si può ricorrere anche alla chemioterapia endovescicale, ma questo, come la variazione dei dosaggi, è a discrezione del suo urologo che sicuramente conosce meglio tutta la sua storia clinica.
Cordiali saluti

Cordiali saluti
Gino Scalese

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dopo
Utente
Utente
Eg. Dott. Scalese,
la ringrazio per la cortese sollecitudine. Sono un pò scoraggiato perchè i giorni passano ed io non vedo nessun miglioramento. I dolori mi danno un minimo di tregua solo quando assumo 30gt. di Contramal e poi tornano ad aggredirmi. Talvolta non mi lasciano nemmeno riposare la notte. Non è che io non voglia sopportare il dolore, ma vorrei sapere di non aver subito, dalla terapia, un danno irreversibile. Non firmo la mia risposta perchè nel sito si chiede di non farlo. Comunque,la saluto e la ringrazio.
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dopo
Utente
Utente
Eg. Dott. Scalese,
la ringrazio per la cortese sollecitudine. Sono un pò scoraggiato perchè i giorni passano ed io non vedo nessun miglioramento. I dolori mi danno un minimo di tregua solo quando assumo 30gt. di Contramal e poi tornano ad aggredirmi. Talvolta non mi lasciano nemmeno riposare la notte. Non è che io non voglia sopportare il dolore, ma vorrei sapere di non aver subito, dalla terapia, un danno irreversibile. Non firmo la mia risposta perchè nel sito si chiede di non farlo. Comunque,la saluto e la ringrazio.
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Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo 5.9k 128 126
Secondo il mio punto di vista la sua sintomatologia dovrebbe gradualmente migliorare, ma non è possibile esprimersi in termini di tempo.
Cordiali saluti!
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Utente
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Gentile dott. Scalese
Ancora Grazie. Una parola di incoraggiamento, talvolta, è meglio di un farmaco!
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Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo 5.9k 128 126
Ne sono pienamente convinto!
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