Recidive di carcinomi uroteliali papillari

Salve, riporto in sintesi una mia richiesta di consulto, ormai abbastanza datata:

Mio padre ha subito 4 diversi interventi per i carcinomi di cui in oggetto:

1^ volta (febbraio 2009) sintomi di presenza di sangue visibile nelle urine e nicturia. Ecografia veniva evidenziata 1 neoplasia vescicale papillare e IPB con adenoma. Seguiva operazione di resezione trans-uretrale di 1 carcinoma uroteliale papillare di basso grado pTa G2 e di prostatectomia trans-uretrale.

Sintomi dopo l'operazione: urgenza alla minzione spesso anche di notte e inoltre inizia bruciore alla punta del pene alla minzione (sintomi che NON aveva precedentemente l'operazione).

Fatte varie analisi urine che non hanno mai riscontrato infezioni, ha preso vari antibiotici ma nessun miglioramento.

2^ volta (marzo 2010) controllo con cistoscopia veniva evidenziata 1 neoplasia vescicale papillare. Seguiva operazione di resezione trans-uretrale di 1 carcinoma uroteliale papillare di basso grado pTa G1-2.

Continuano sintomi di urgenza alla minzione spesso anche di notte e bruciore alla punta del pene alla minzione.

Rifatte varie analisi urine che non hanno mai riscontrato infezioni, ha preso vari antibiotici ma nessun miglioramento.

3^ volta (dicembre 2011) controllo con cistoscopia venivano evidenziate TANTE neoplasie vescicali papillari. Seguiva operazione di resezione trans-uretrale di TANTI carcinomi uroteliali di basso grado pTa G1.

Continuano sintomi di urgenza alla minzione spesso anche di notte e bruciore alla punta del pene alla minzione.

4^ volta (giugno 2012) controllo con cistoscopia venivano evidenziate 2 neoplasie vescicali. Seguiva operazione di resezione trans-uretrale.
La diagnosi dall'esame istologico, stavolta è: "Carcinoma uroteliale papillare di ALTO GRADO (G II-III OMS) infiltrante la lamina propria (frammenti comprendenti muscularis propria, indenne)".

Adesso l'urologo che lo sta seguendo prevede ciclo di infiltrazioni locali di chemioterapia (non so i dettagli) che inizierà il 7 settembre.

Premesso che ormai mio padre si è "abituato" al bruciore / urgenza alla minzione e alla nicturia (nessun urologo ha dato validi aiuti), faccio le seguenti domande:

- nell'esame istologico, che significa: "infiltrante la lamina propria (frammenti comprendenti muscularis propria, indenne)" ???

- la chemioterapia locale puo' veramente servire ad evitare la riformazione di questi maledetti papillomi?

- sarebbe stato meglio cominciare la chemioterapia PRIMA, invece di aspettare più di 2 mesi dall'operazione?

- nella chemioterapia è più efficace 1 solo farmaco o un approccio "polichemioterapico"?

- esiste qualche altro modo più efficace della chemioterapia?

infine... poiché a questo punto temo il peggio...

- nell'asportazione della vescica, è meglio l'uso del "sacchettino" in pancia, oppure la "ricostruzione" della vescica con un pezzo di intestino?


Vi ringrazio molto per le risposte e Vi auguro buon lavoro.
[#1]
Dr. Andrea Militello Urologo, Andrologo, Sessuologo, Patologo della riproduzione 2.6k 107 370
Argomento delicato. In primis verrebbe proposta una cistectomia con vescica ortotopica, ma tutto va chiaramente ponderato in base alle condizioni e aspettative del paziente. Lascio la parola a qualche collega con esperienza diretta nel campo della chirurgia oncologica ricostruttiva

Dr. Andrea Militello.

Specialista in UROLOGIA ANDROLOGIA.

Ecografia, urodinamica

www.urologia-andrologia.net

www.andrologiamilitello.

[#2]
dopo
Attivo dal 2009 al 2015
Ex utente
Grazie Dottor Militello,
ma allora, da cio' che mi dice, mi pare di capire che e' proprio "destino" immodificabile che - nonostante la chemio o altro - con queste recidive di papillomi si debba andare a finire con una cistectomia?

Grazie a tutti i medici che vorranno rispondere.
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