Il terzo, considerata l

Spett.le Medicitalia con la presente sottopongo alla Vs. cortese attenzione un caso clinico relativo ad un problema alla prostata. Il caso riguarda mio padre di anni 76, dopo un controllo di routine, dalle analisi del sangue è risultato alto il valore del PSA. Si è provveduto pertanto ad eseguire un esame istologico della prostata, la diagnosi è stata la seguente: esame macroscopico lobo dx 12 campionamenti, lobo sx 7 campionamenti. Diagnosi istologica: D3/1, D4, D6/1, D6/2 adenocarcinoma prostatico ben differenziato (Gleason score 6). Negativi gli altri campionamenti.
A seguito di questa diagnosi ci siamo rivolti a 3 diversi specialisti, due dei quali si sono espressi per una soluzione di tipo chirurgico, prostatectomia radicale, mentre il terzo, considerata l’età del paziente e la bassa aggressività del tumore, è propenso ad intraprendere una terapia. Questi differenti pareri hanno inevitabilmente causato uno stato d’incertezza sulla strategia da adottare per contrastare il tumore, è pertanto opportuno ed utile un Vs. parere.
Ringraziandovi anticipatamente porgo cordiali saluti.
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Dr. Enrico Conti Urologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Andrologo 2.3k 51 14
Gentile signore, entrambe le possibilità offerte possono essere in casi diversi prese in considerazione.
In generale, quando un paziente è al di sotto dei 70 ed in buone condizioni di salute, la prostatectomia radicale è l'opzione più consigliata.
A 76 anni tale scelta può ancora essere valida a patto che il paziente sia in ottime condizioni, tali da far pensare ad una ancora lunga vita in pieno benessere ed autonomia. Soltanto questo presupposto può far propendere per il "sacrificio" di un intervento.
Altre alternative (radioterapia, eventualmente preceduta da una TURP se il paziente ha sintomi ostruttivi delle vie urinarie) possono essere valutate caso per caso. La terapia ormonale androgenosoppressiva è ancora una alternativa (forse quella che è stata proposta per ultima), ma è da riservare ai casi in cui la salute è più malferma e non si intende sottoporre l'individuo a terapie più impegnative. Cordiali saluti

Dr. Enrico Conti
Specialista in Urologia e Andrologia
Primario Urologo ASL 5 Spezzino

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