Sindrome del collo vescicale

Salve,

è da anni che soffro di un disturbo alla vescica. sento del fastidio dopo aver urinato, come se dovessi ancora fare pipì.

siccome con il tempo il problema è peggiorato, due anni fa sono andato da un urologo che mi ha diagnosticato la sindrome del collo vescicale. mi ha quindi prescritto un farmaco da prendere, teraprost 2 mg. dato che mi dava problemi di giramenti di testa e molta stanchezza, su suggerimento del medico iniziai a prenderlo ad intermittenza (il che significa, mezza pastiglia la sera, una settimana si ed una no). ho continuato così per qualche mese ed ho interrotto, dato che non notavo molta differenza tra l'assumere il farmaco o meno.

per varie ragioni non ho più dato importanza al problema, fino ad inizio di questo anno, quando ho cambiato medico, il quale mi ha consigliato di cambiare farmaci per evitare quei disturbi. mi sono stati prescritti Congeprost e Urorec. siccome il secondo mi creava della eiaculazione retrograda, ho chiesto al medico di cambiare medicina, e l'ha sostituita con il Tamsulosin 0.4 mg. tuttavia, non ho ancora provato questo farmaco per le ragioni che sto per spiegare.

ho notato che, rispetto ad anni fa, la quantità di eiaculazione è diminuita parecchio, e temo che i farmaci che ho assunto (teraprost ed urorec) abbiano causato questa diminuzione. non vorrei che, continuando così, l'eiaculazione retrograda possa diventare un problema fisso anche senza l'assunzioni di farmaci. quindi, è possibile che l'uso di quelle medicine, alla lunga, possa causare un disturbo fisso?

un'altra domanda che vorrei fare riguarda i rapporti sessuali. questo problema e questi farmaci possono in alcun modo influire sulla durata del rapporto e dare problemi di erezione? ho notato che, rispetto a prima di iniziare le terapie, quindi due anni fa, duravo molto di più nei rapporti, e non ho mai avuto disturbi erettili.

ringrazio per l'attenzione.


Giacomo
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.3k 1.7k 17
ovviamente la somministrazione del farmaco a dosi ridotte e saltuariamente non può avere alcuna utilità. La comune terapia alfa-litica non fa quindi per lei, posto che nelle sindromi del collo vescicale questa è generalmente meno efficace che nei disturbi urinari da ingrossamento prostatico dell'età matura. L'eiaculazione retrograda non è un "problema" ma un noto effetto collaterale dei farmaci alfalitici, evidenziandosi però in modo piuttosto variabile da caso a caso. Anzi, l'eiaculazione retrograda è un segno indiretto dell'efficacia funzionale del farmaco, che può essere però percepita più o meno dal punto di vista dei sintomi. Non dovrebebro esserci invece effetti collaterali sulla sensibilità genitale e la qualità dell'erezione.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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