Rialzo psa dopo prostatectomia. possibile radioterapia di salvataggio?

Salve.

In merito a mio padre volevo chiedere un consiglio.

E’ stato operato di prostatectomia a seguito di carcinoma prostatico, con PSA pre intervento = 6.

Esame istologico: Prostata sede a carico del lobo di destra, in gran parte sul versante supero laterale, di area (cm2x1) di adenocarcinoma acinare prostatico gleason score =7 (4+3) il quale infiltra e supera la capsula prostatica e si estende al tessuto fibroadiposo adiacente, ma non è presente sul margine di resezione.
Presente infiltrazione perineurale.
Esenti da neoplasia i margini di resezione sugli apici prostatici e base vescica.
Esenti da neoplasia deferenti e vescichette seminali.

Classificazione UICC 2017 Pt3a pNx E.
P.E+ Pn1 R0.

Il PSA si è sempre attestato su 0, 01 per circa un anno dall’intervento che è avvenuto a luglio del 2021.

A settembre 2022 il PSA riscontrato è 0, 06, dopo un mese 0, 03, dopo un mese 0, 04, dopo un mese 0, 05.

Il sospetto che qualcosa si stia movendo preoccupa molto la nostra famiglia.
IL PSA sta crescendo di un centesimo al mese.

Dato che mio padre preferirebbe nel caso un trattamento risolutivo (radioterapia), siamo molto perplessi in merito alle due scuole di pensiero in merito.

1) Eseguire radioterapia di salvataggio estesa alla loggia prostatica ed eventualmente ai linfonodi dal momento il cui il valore soglia del PSA raggiunge lo 0, 2.

2) Una volta raggiunto il valore del PSA 0, 2 non procedere subito con la radioterapia di salvataggio, ma eseguire prima esami specifici (TAC pet ecc) che possano confermare visivamente la presenza di focolai metastatici.

Ho una domanda che riguarda il secondo approccio: Aspettare che si manifesti un referto TAC pet positivo per effettuare la TAC, potrebbe significare attendere un valore soglia di PSA superiore di molto allo 0, 2.
Questo non è rischioso?
Non potrebbe contribuire ad una diffusione metastatica?
Non conviene sottoporsi a priori ad una radioterapia di salvataggio una volta raggiunto il valore di 0, 2?

Dato che mio padre è bradicardico il nostro cardiologo sconsiglia la terapia ormonale in quanto potrebbe avere effetti negativi sul cuore.

Grazie di cuore per la disponibilità.
[#1]
Dr. Alessandro Sciarra Urologo 575 34 7
Buongiorno,
a mio parere la seconda opzione e' un errore.
Parliamo di un tumore ad elevata aggressività' con predominanza di cellule tumorali di grado 4 e che ha superato la prostata con estensione ai tessuti circostanti. In questo caso, anche se i margini chirurgici sono legativi, si puo' scegliere una radioterapia esterna adiuvante, cioè' indipendente dai valori del PSA anche se inferiori a 0.2 ng/ml, per precedere eventuale diffusione a distanza di cellule tumorali eventualmente rimaste. Inoltre per una tumore con queste caratteristiche la prostatectomia radicale dovrebbe essere associata ad una linfadenectomia estesa.
Se si decide, considerando i margini negativi, di non eseguire subito la radioterapia ma a progressione del PSA, e' imperativo eseguirla a precoce aumento del PSA pari a 0.2 ng/ml indipendentemente dal risultato della PET o altro imaging.
Aspettare che si veda qualcosa all'immaging e' un errore.
La spiegazione sta nel fatto che la radioterapia e' un altro trattamento locale. Se le cellule neoplastiche rimaste, segnalate dall'aumento del PSA , rimangono nell'area della loggia prostatica, una radioterapia esterna puo' inglobarle nel trattamento e portarle a necrosi.
Se si aspetta , le cellule neoplastiche rimaste nell'area periprostatica, sicuramente troveranno vasi linfatici o sanguigni e incominceranno a viaggiare come cellule circolanti (CTC). Su quella la radioterapia esterna non ha più' effetto ed in generale poi i trattamenti non sono più' curativi ma solo cronicizzati.

Un cordiale saluto
Prof Alessandro Sciarra
Professore Ordinario in Urologia
Chirurgia Robotica Urologica
Gruppo Multidisciplinare Prostata
Universita' Sapienza ROMA

Prof. Alessandro Sciarra
Prof I fascia Universita' Sapienza di Roma
Specialista in Urologia-Chirurgia Robotica
alessandro.sciarra@uniroma1.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio infinitamente.
Dato che i linfonodi pelvici non sono stati asportati, consiglierebbe radioterapia limitatamente alla loggia prostatica oppure anche ai linfonodi pelvici?
Dato che i tempi di attesa per la radioterapia sono di almeno tre mesi nella mia provincia, mi consiglia di prenotare subito una visita radioterapica senza attendere che il PSA superi il valore soglia di 0,2?
Una eventuale prolungata attesa potrebbe essere compensata dall'inizio di una terapia ormonale (nonostante il paziente sia lievemente bradicardico)?
Grazie ancora per la sua disponibilità.
[#3]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Carissimo, concordo assolutamente con lo stimato collega che già ha illustrato i punti salienti delle considerazioni da fare sul caso.

La radioterapia post-operatoria è cruciale in una malattia prostatica con questi fattori prognostici esposti.

Concordo anche nell'intervenire prima possibile, perchè la radioterapia è efficacissima sulla malattia micriscopica residuata localmente e lo è soprattutto a valori molto bassi di PSA. Quindi più basso è il PSA, più alta è la possibilità di eradicare la recidiva quando ancora in loggia o in sede locale. Sinceramenre, se fosse un paziente seguito da me, consiglierei fortemente il tratamento già quando il PSA da indosabile diventa dosabile e cominica la salita inarrestabile verso 0.1ng/mL, come nel suo caso.

Consiglio inoltre di valutare l'irradiazione anche delle vie linfonodali (pN1) indipendentemente dall'estensione della linfoadenectomia eseguita. Recenti studi rafforzano il ruolo dell'irradiazione pelvica alla luce di multipli fattori prognostici negativi(in questo caso putroppo presenti).

In merito alle liste di attesa, conosco la situazione della sua provincia. Se però fosse disponibile a spostarsi, in centri come il mio l'attesa è di 7-10 giorni e il trattamento viene effettuato con apparecchiature di ultima generazione, all'interno del sistema sanitario nazionale.


Rimango disponibile.

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie di cuore.
Dato che mio padre assume Cardirene 75 mg per una angioplastica subita 7 anni fa, potrebbe essere una controindicazione per la radioterapia?
Mio padre assume alcuni integratori da qualche anno: vitamina C, D, flavonoidi (Arvenum 500), Legalon (cardo mariano) per compensare gli effetti collaterali di alcuni farmaci come Plaquenil (200mg die) e MEDROL 4mg (a giorni alterni) a seguito di una connettivite con cui convive da anni.
Questi integratori possono favorire in questa fase di attesa la diffusione del tumore o diminuire l'efficacia del trattamento radioterapico?
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