Intervento cistectomia: richiesta informazioni scelte operatorie

Buongiorno, scrivo per chiedere informazioni in merito ad un intervento che a breve dovrà eseguire mio padre.
Gli è stato diagnosticato alla vescica un carcinoma papullare di alto grado infiltrante la tunica muscolare.
L'intervento proposto è cistectomia radicale.
Dato che mio padre ha 77 anni e pregressi problemi cardiaci, il medico non suggerisce la plastica vescicale, ma l'opzione della realizzazione di stomia cutanee con sacchetto.
Dal momento che mio padre presenta una ptosi renale a sinistra (nella tac c'è scritto che il rene sx è posizionato nella fossa iliaca sx) il medico ha parlato di realizzare due stomia, una per ogni rene.
Vorrei chiedere se la ptosi renala potrebbe comunque consentire alla tecnica chirurgica la realizzazione di una sola stomia e far confluire le urine in un solo sacchetto, in fondo anche la vescica era una sola.
Ci sarebbero rischi particolari nel realizzare questo tipo di intervento?
Sarebbe magari necessario passare dall'intestino (cosa che se ho ben capito il medico vuole evitare)?
Chiedo quedto perché già abituarsi alla vita con un solo sacchetto sarà un po' complicato, almeno i primi tempi e soprattutto il rischio di infezioni, che ci hanno spiegato è l'unico problema della stomia, non sarebbe moltiplicato per due.

Grazie per la risposta.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 17
Con gli elementi di giudizio a nostra disposizione, a distanza non è ovviamente possibile esprimere un parere appropriato sul caso specifico. L'asportazione della vescica e la realizzazione di una derivazione delle urine è un intervento discretamente invasivo e lungo, che in talune situazione è comunque inevitabile. Se vi sono delle condizioni che potrebbero favorire complicazioni intra-operatorie o nel decorso successivo, è corretto prendere tutti i provvedimenti per ridurre l'invasività. La radicalità oncologica è ovviamente da rispettare, per il resto è lecito adattare la tecnica, giungendo ad un compromesso che possa portare ad un risultato accettabile senza assumere troppi rischi. Oggigiorno la derivazione urinaria più utilizzatata è quella che frappone un tratto di intestino tra gli ureteri e l'esterno.Per complessità, durata di intevento e possibilità di complicazioni, si va dalla ricostruzione della vescica (neovescica ortotopica) alla realizzazione di un condotto abboccato all'esterno. Quando le condizioni generali sconsigliano comunque di utilizzare l'intestino, la più semplice delle possibilità è l'abboccamento degli ureteri direttamente all'esterno (uretero-cutaneo-stomia), con necessità di due sacchetti di raccolta. Si tratta di una soluzione di ripiego, senz'altro, ma certamente meno gravata di possibili complicazioni a breve e medio termine. La realizzazione di una stomia unica con ureteri affiancati "a canna di fucile" è possibile, ma molto dipende dalle condizioni locali e dalla costituzione del paziente, di fatto è raramente praticabile.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Dr. Alessandro Sciarra Urologo 575 34 7
Buongiorno,
in caso di un carcinoma vescicale di alto grado ed infiltrante la tonaca muscolare della parete vescicale, l'opzione primaria e' quella di un intervento di cistectomia radicale, quindi asportazione radicale di vescica, prostata e linfonodi locoregionali.
R' sicuramente un intervento importante con un impatto significativo sia intraoperatorio ma soprattutto postoperatorio a lungo tempo. Possono passare diversi mesi prima che le possibili complicanze si stabilizzino, dalle infezioni ricorrenti alle stenosi delle anastomosi fra ureteri intestino e storia, oltre ad incontinenza urinaria in caso di vescica ortotopica.
Una volta asportata la vescica deve essere ricostruito un sistema che derivi le urine dai due reni.E' possibile costruire una neovescica ortottica, utilizzando un tratto di intestino ideale e ricostruendo un serbatoio che sostituisce la vescica su cui unire i due ureteri ed il tutto collegato all'uretra del paziente. Generalmente questa e' la situazione più' gradita per il paziente perche' non prevede sacchetti esterni ed il paziente urina attraverso l'uretra. La presenza di un rene ptosico non e' necessariamente una controindicazione alla neovescica ortottica potendo utilizzare delle ricostruzioni come quelle di Studer che permettono di utilizzare un uretere più' corto. Anche se esteticamente la migliore, la vescica ortottica e' sicuramente un intervento più' lungo con maggiore impatto intraoperatorio e più' possibili complicanze postoperatorie. Prima fra tutte l'incontinenza urinaria soprattutto rottura, infezioni ricorrenti, stenosi, tutte perche' l'intestino per diversi mesi continua a funzionare come un intestino prima di trasformarsi in un vero serbatoio. Tuttavia se si superano queste complicanze, i risultati a lungo termine possono essere molto buoni.
In alternativa gli ureteri sono portati alla cute generalmente con un unica storia e sacchetto interponendo un tratto di intestino ileo di circa 20 cm fra ureteri e cute. L'utilizzo di due storie e due sacchetti si ha quando gli ureteri sono direttamente uniti alla cute, uno per lato, ureterocutaneostomia, intervento eseguito quando costretti a non utilizzare l'intestino.

E' bene discutere attentamente le varie opzioni e i possibili vantaggi e complicanze con i propri urologi di riferimento, affidando si ad un centro ad alti volumi, gruppi multidisciplinari per il trattamento di queste patologie. L'intervento puo' essere eseguito anche per via robotica e non con technica tradizionale open

Un cordiale saluto

Prof Alessandro Sciarra
Professore I Fascia Urologia
Chirurgia Robotica in Urologia
Gruppo Multidisciplinare patologie oncologiche genitourinarie
Universita' Sapienza, Roma

Prof. Alessandro Sciarra
Prof I fascia Universita' Sapienza di Roma
Specialista in Urologia-Chirurgia Robotica
alessandro.sciarra@uniroma1.it