Richiedo assistenza per raro disturbo apparato urinario

Salve, spiego in breve la mia storia molto rara e studiata collegialmente.

Sono un ragazzo di 24 anni, all'età di 11 anni ho scoperto di avere un rene, ma fin dall'età neonatale ne avevo sempre avuti 2 in sede e funzionalità normali, quindi in atrofia fino a sparire, con tutta una serie di esami anche studiati a livello accademico per la rarità.

Nel 2014 iniziano i disturbi urinari, dolori fortissimi a livello testicolare, pelvico, dolori all'eiaculazione e le ore successive agonizzanti, da non dormire la notte e resistere agli antidolorifici.

Sono stato seguito a Bologna per anni non trovando una chiara cura e soluzione al problema, con gli anni sono insorti disuria, dolore anche alla defecazione, e una chiara situazione invalidante costante, fino al 2019, dove per una serie di motivi non ancora chiari ho avuto un miglioramento dei sintomi, solo con fastidì ricorrenti non persistenti.

Nel 2018 mi era stata diagnosticata sindrome di Zinner, con possibile incisione collo vescicale, dati gli esiti di uretrocistoscopia, ma mai svolta, per insicurezza del dottore in quel momento.

Da qualche mese sono ritornati i sintomi invasivi, e da un mese a questa parte non so più dove sbattere la testa, nonostante la terapia del dolore con toradol, pelvilen, e sirdalud.
Ho dolori da prostatite e vescicolite costanti, non dormire la notte, non riuscire a camminare dritto e non trovare mai una posizione comoda che non mi faccia sentire dolore.

In questo mese ho svolto esami del sangue, ecografia esterna e interna, con esito di ciste alla vescicola seminale sinistra, essa trovata piccolissima quasi inesistente, e a detta dell'urologo possibile rimozione anche di essa.

Da poco ho ricevuto esami batterici dello sperma con esito positivo al battere Corynebacterium glucuronolyticum, facendo alcune ricerche su internet la soluzione è antibiotica.

Io a questo punto chiedo quale e come iniziare una terapia antibiotica, e se valutare l'opzione interventi, se svolgerli risolverebbe parte dei problemi e l'insorgenza periodica dei sintomi, o se quello non migliorerebbe di fatto la situazione o porterebbe eventuali altri rischi, non ho problemi di sterilità, se quello è il rischio non ho paura di rimanere sterile, vorrei solo poter risolvere i miei problemi e tornare a una vita normale.

Grazie mille.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.8k 1.7k 19
Quello che ci riferisce è tutt'altro che raro, anzi piuttosto comune fra i giovani della sua età, che per predisposizione personale o stile di vita discutibile favoriscono l'insorgenza di queste congestioni/infiammazioni della ghiandola prostatica, più spesso definite - prostatite cronica -. E' noto che non esistano terapie specifiche di sicura efficacia e che il problema possa essere affrontato solo affidandosi alle cure di un nostro Collega specialista in urologia, preferibilmente sempre lo stesso, con il quale si riesca ad intrattenere un buon rapporto di comunicazione e fiducia. Nel suo caso specifico c'è il dubbio che la prostatite possa essere favorita da un problma di collo vescicale ristretto o poco elastico. Se il dubbio è consistente, bisognerebbe approfondire gli accertamenti in questo senso e non solo limitarsi alle ipotesi. Il batterio di vìcui ci scrive non è comunemente coinvolto nelle infezioni urogenitali, si trova infatti esternamente sulla pelle e le mucose dell'area ano-genitale, oltre all'ultimo tratto dell'uretra, e può contaminale al passaggio i liquidi biologici, l'urina e - ancor di più - lo sperma. Non siamo convinti che una terapia antibiotica sarebbe utile, anzi. D'ogni modo, a distanza non possiamo esprimerci, cosa che invece potrà fare il nostro Collega che la segue direttamente.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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