La violenza è semplice; le alternative alla violenza sono complesse.
Friedrich Hacker
La cronaca non smette mai di stupirci ed il branco colpisce ancora.
I deboli, i sensibili ed i bambini - oltre che le donne - sono sicuramente le prede prescelte.
Lecce, Puglia
Un ragazzino di dodici anni è stato costretto da altri quattro ragazzini, più o meno coetanei, a stendersi sui binari della linea ferroviaria di Galatone.
In seguito hanno adoperato il compagno come bersaglio per la loro cattiveria e ferocia, colpendolo con alcuni gommini, sparati grazie ad un facile ad aria compressa, umiliandolo e giocando con la sua paura e sottomissione.
Il treno, fortunatamente, non è passato per interrompere il loro "gioco", ma il ragazzino è finito al Pronto Soccorso per le ferite sparse riportate.
Il personale dell’ospedale ha convocato i carabinieri ed adesso la Procura dei minori di Lecce ha aperto un’inchiesta per accertare i danni subiti dalla vittima e, soprattutto, la responsabilità dei carnefici.
I fatti si commentano da soli, ma proverò ad aggiungere qualche nota clinica sulla violenza.
- Cosa scatta nella mente e nel cuore di chi pratica il bullismo?
- E, soprattutto, perché?
- Quali frustrazioni personali - che ovviamente non riesce ad elaborare - agisce il/i bulli?
- Gli attori protagonisti di questi atti vandalici si rinforzano a vicenda?
- Esiste il capo branco ed il resto segue a ruota?
- Cosa accade nel branco: imitazione o identificazione nel leader?
- Quando scatta l'azione lesiva, spesso organizzata con cura e perpetuata nel tempo, quali sono le emozioni che muovono le fila del comportamento aggressivo e denigratorio?
- Cattiveria?
- Acredine?
- Delirio di onnipotenza?
- Maschilismo imperante?
- Impossibilità nell'esprimersi in altro modo che non sia perseverativo o aggressivo?
Nei confronti della vittima predestinata, si innesca una spirale di crudeltà: viene presa di mira in modo spietato e da quel momento diventa oggetto di abusi, malignità, calunnie, provocazione e ricatti.
Il gruppo-branco gongola di felicità e ride delle umiliazioni inflitte, rinforzandosi a vicenda e nutrendo il clima di aggressività e di perseverazione.
Ci sono moltissimi casi in cui la vittima di violenza e la sua famiglia - anche nei casi di abuso sessuale - non trovano il coraggio di opporsi e denunciare, perché non sanno bene a chi rivolgersi, e per pudore ed imbarazzo.
Cosa intendiamo esattamente per bullismo?
Con il termine bullismo si intende la sequenza comportamentale di azioni di minaccia, prevaricazione, sopruso o violenza, messe in atto da un bambino/adolescente nei confronti di un suo pari.
I comportamenti solitamente sono:
- sistematici
- condotti con programmazione e regolarità
- volontari, compiuti consapevolmente, non per caso o per sbaglio
- dannosi
- portano con se un danno fisico o psicologico nella vittima designata
- favoriscono l’insorgenza di una sindrome traumatica da stress
1- Il bullo, non si muove mai da solo, in realtà però non è un leader, ma un insicuro che adopera l'aggressività per avere un suo ritorno in presunto valore.
2- I sostenitori del bullo, la corte che compone il branco, sono dei sottomessi/manipolabili, e sono coloro che, pur non partecipando direttamente, si affiancano, supportano, preparano il terreno e “fanno branco”, favorendo l'azione malvagia.
3- Veniamo al terzo gruppo: gli spettatori.
Gli spettatori sono coloro - complici e colludenti - che assistono alle azioni compiute dal bullo, paralizzati dalla paura di eventuali ripercussioni personali, paurosi ed insicuri; questi non si schierano né dalla sua parte, né da quella della vittima, guardano e partecipano passivamente alla violenza.
Profilo psicologico del bullo e del branco
Contrariamente a quanto si possa credere, il bullo non è affatto un "maschio alfa", anzi è una sorta di capo branco insicuro e frustrato che - non potendo/sapendo fare altro e non potendo emergere nel sociale in altro modo - attacca, insulta, manipola ed aggredisce.
Solitamente il fenomeno del bullismo è legato alla presenza di difficoltà di natura emotiva e psicologica nel bullo e nella sua vittima designata; quest’ultima è – solitamente - una persona fragile, insicura o troppo perbene, quindi incapace di reagire adeguatamente.
I bulli presentano inoltre:
- difficoltà nel riconoscimento delle emozioni
- difficoltà nella gestione della rabbia e dell'impulsività
- difficoltà di sentire quello che sente l'altro, quindi totale assenza di empatia
Il branco, spesso ben nutrito, talvolta una intera classe, è formato da una massa indifferenziata di adolescenti - quando trattasi di adolescenti, ma talvolta si tratta di adulti - che si contagiano a vicenda, senza che nessuno abbia il coraggio di produrre pensieri ed opinioni autonome.
Profilo psicologico della vittima
Le vittime sono, solitamente, dei bambini timidi ed introversi, fragili e riservati, talvolta affetti da qualche difetto fisico, da qualche ritardo psico/motorio o da una vulnerabilità psichica.
Sono bambini che, talvolta, tendono a somatizzare, cioè a manifestare qualche difficoltà nell'espressione delle emozioni associate ai disagi.
Quali sono i segnali di disagio che noi genitori dovremmo notare?
- Utilizzo eccessivo del telefono, posta, e-mail chat, social network
- Ritiro dalla vita sociale, quasi con modalità difensive
- Cambio repentino d' umore dopo aver letto la posta o i messaggi al cellulare
- Scarso rendimento scolastico, o deflessione improvvisa del rendimento e dell'attenzione.
- Abuso di internet anche in ore notturne o insolite
- Deflessione o fluttuazioni del tono dell'umore
- Alterazioni del ritmo sonno/veglia
- Immagini intime, scattate tra amici o fidanzati (nel caso del sexting), sparse in rete
Compito di noi genitori è quello di mantenere uno sguardo sull'anima dei nostri figli, sul loro sentire, sulle loro paure ed insicurezze, potenziando sempre le loro diversità, unicità e valore.
Leggere i loro comportamenti, andare "oltre" le parole, ascoltarli e guardarli sempre, con discrezione ed amorevole dedizione.
Diventa indispensabile - per arginare i danni - riconoscere "tempestivamente" eventuali segnali di depressione nei bambini/adolescenti oppure la possibile insorgenza di anomalie comportamentali o disturbi del comportamento veri e propri.
Qualche strategia preventiva
- Cos’è possibile fare per arginare il bullismo?
- E, soprattutto, per prevenirlo?
Ricordiamoci che il fenomeno del bullismo ha svariate manifestazioni - dal web al reale, dai fragili agli omosessuali, dai diversi a chi ha una religione diversa, fino ad arrivare alle donne - così diventa indispensabile che le famiglie e la scuola agiscano congiuntamente, osservando sempre i bambini e gli adolescenti.
Un'opera di sensibilizzazione, di promozione alla gentilezza ed al garbo nella comunicazione, alla capacità d'ascolto di se stessi e degli altri, dovrebbero essere i capisaldi della "formazione scolastica" e del vivere.
A chi rivolgersi?
A livello nazionale, continua ad essere attivo il numero verde nazionale 800 669696, all' interno della campagna per la lotta al bullismo: "Smonta il bullo" promossa dal 2007 dal Ministero della Pubblica Istruzione per accogliere le svariate segnalazioni correlate ad atti di bullismo, offrire informazioni sul fenomeno e consigliare i comportamenti migliori da tenere in situazioni critiche.
In casi estremi, ovviamente, alle autorità giudiziarie.
Letture consigliate: https://www.medicitalia.it/news/psicologia/3262-cyberbullismo-il-bullismo-cambia-veste.html
Brava. Il tuo articolo è "forte", inquietante e completo.
Ad un certo punto ti fai delle fai delle domande:
• Cosa scatta nella mente e nel cuore di chi pratica il bullismo?
• E, soprattutto, perché?
• Quali frustrazioni personali etc.
La risposte a queste domande bisognerebbe estorcerle ad ogni membro del branco, magari non tutte in una volta, ma in tante sedute, di quelle che fanno male perché scavano senza sosta e senza nessuna grazia, penetrando nel profondo dell' anima. Se ancora la posseggono. Quindi puniamo il dolore che hanno voluto infliggere al capro espiatorio, con il dolore che alle nostre reiterate domande, in una fantomatica serie di sedute psicologiche serrate e “cattive” (indagatrici), possiamo provocare nei caproni che hanno inflitto quelle pene. Applichiamo la legge del contrappasso, quella che vige nell'Inferno dantesco.